L'amore ha una cattiva fama

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Courtney restò incantata a fissare il telefono, i suoi occhi ripercorsero quelle poche righe più e più volte.
"Ho bisogno di vederti"
Non poteva mai un messaggio del genere, non da lui.

"Tutto bene?"

Alejandro, che eguagliava la ragazza per intelligenza e perspicacia, aveva notato il repentino cambio d'umore della castana che alzò la testa di scatto non appena sentì la sua voce.

"S-si" tentò miseramente di camuffare l'agitazione ma come se fosse comandata da una forza esterna, si alzò dalla sedia e posò dei soldi sul bancone

"Tieni il resto" disse prima ancora che Alejandro potesse aprire la cassa e con passo svelto raggiunse l'uscita.

Una volta fuori fece un respiro profondo, come se inspirare profondamente potesse darle il coraggio che le mancava per rispondere a quel messaggio.

Dovrei ignorarlo.
Pensò trattenendo l'aria e socchiudendo gli occhi.
Non ho niente da dirgli.
Espirò per poi riaprire gli occhi di scatto, ora ne era certa.

"Da me, tra mezz'ora"

Inviato.
Non le era bastato uno sbaglio per imparare la lezione, ma quel ragazzo la teneva in pugno, per quanto facesse fatica ad ammetterlo, erano legati.

💖

"Sai non credevo che saresti tornato"

La dottoressa Ginger prese posto sulla solita poltrona rossa esattamente davanti al comodo divano del paziente.
Era piacevolmente sorpresa di vederlo nuovamente steso sul suo divano, ricordava perfettamente la loro prima seduta.

Era un ragazzo profondamente turbato che opponeva un'incredibile resistenza.
Il padre lo aveva mandato da lei per guarirlo, volgarmente, lui stesso lo definiva un "pazzo", ma gli anni di studi le permisero di guardare ogni persona da vicino con occhio estremamente critico, lui era là sul suo divano a causa, principalmente, del padre.
Era chiaro come il sole che tutti i traumi del suo paziente fossero riconducibili alla figura paterna, esageratamente tirannica e apatica, fortunatamente aveva una personalità abbastanza forte da reggere gli abusi con forza e tenacia.

"Allora di cosa mi vuoi parlare oggi?"

Aveva deciso di attuare un nuovo metodo, sarebbe stato lui a scegliere l'argomento di ogni seduta, una persona chiaramente anaffettiva deve ricercare spontaneamente le proprie emozioni

"Non sono tornato per fare contento mio padre, sia chiaro"

La dottoressa scrollò le spalle "A me non interessa, sai che quello che ci diciamo non può uscire da qui"

"Come se mio padre non ti avesse pagato per farlo"

"Anche se fosse ho un'etica professionale, e sono tenuta a rispettare la privacy"

Dal suo tono la dottoressa era visibilmente offesa dalle parole del ragazzo, ma si sforzava di non lasciar trasparire nulla, in fondo aveva ragione.
Il padre le aveva offerto una somma non indifferente affinché lo rendesse partecipe del contenuto della loro sedute, ma si era rifiutata categoricamente.

Quel ragazzo era un puzzle fitto e complesso, ogni volta che metteva un tassello la figura sembrava, paradossalmente, sempre meno chiara.

Doveva riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia.

"Se non hai voluto i suoi soldi suppongo che tu ci sia andata a letto"

"Non credo che tu sia venuto fin qui per farmi domande di cui già conosci la risposta" la dottoressa prese una pausa chiudendo il taccuino degli appunti sulle gambe "puoi fidarti di me, anche se nessuno si è mai guadagnato la tua fiducia mi piacerebbe essere la prima"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 25, 2019 ⏰

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