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«Taehyung!» quella voce.

L'omega si irrigidì non appena sentì la voce di suo padre risuonare per tutta la casa. Quella voce che aveva imparato ad odiare da qualche anno.
«Dov'è la mia cena?» chiese con tono duro.

«Non ho potuto prepararla. Oggi c'era la recita di Soobin ed è fin-»

«Non m'interessa la sua stupida recita.» sbraitò «Dovevi comunque preparare la cena. Adesso, muovi il tuo bel culo e non farmi usare la violenza.»

"Sopporta ancora un po' Tae, ancora un po'.." si incoraggiò mentalmente, mentre preparava questa benedetta cena.

Taehyung capì che forse era meglio tacere.

Ma, un pianto spaventato lo distrasse dal suo compito.

Era Soobin che probabilmente si era svegliato a causa delle urla di suo padre.

L'omega corse al piano di sopra ed entrò nella stanza del minore, trovandolo tremante e piangente.

«No piccolino, cos'è successo?»

«Paura Ta-TaeTae..» piagnucolò poggiando la testa sulla spalla di suo fratello.

«Era solo un brutto sogno, si?»

«Con te~» sussurrò con voce addormentata.

«Vuoi stare con me?»

«Si.» pronunciò, prima di singhiozzare.

Taehyung prese il suo fratellino e scese in cucina dove, per sua sfortuna, il riso si era bruciato.

«Sei solo un incompetente. Per salire dal moccioso, la mia cena è andata a farsi fottere!» urlò, sbattendo un pugno sul tavolo. Era ubriaco, si notava ed inoltre la puzza di liquore misto a vino e birra era nauseante.

«Papà, i-io-»

«ZITTO!» urlò, prima che la sua mano impattasse con la guancia del castano.

Soobin si spaventò, chiudendo subito i suoi occhietti dalla paura e coprendosi le orecchie con le piccole manine tremanti.
Taehyung rimase immobile.

Non che fosse sorpreso, suo padre non faceva altro che picchiarlo e insultarlo da quasi 4 anni.
Lui poteva solo sopportare, non poteva andare via di casa con Soobin, ma non voleva neanche rivolgersi a qualcuno.
Sperava che un giorno suo padre potesse superare la cosa e trattarlo come prima.

«Maledetto idiota.» Sbottò ancora e salì in camera sua, sbattendo la porta.

«TaeTae?» chiamò Soobin, aprendo finalmente gli occhi al sentire solo silenzio.

Taehyung non riusciva a dire niente. Le parole gli morirono in gola.

«BinBin.. stai bene?» chiese al suo fratellino, cercando di trattenere le lacrime ma con molta fatica.

Si sedette ad una sedia e poggiò il piccolo sul tavolo, uno difronte all'altro.

«TaeTae.. piange?» chiese accigliandosi.

«Si, BinBin. Fa male qui.» sussurrò, portando un dito alla sua guancia.
Soobin lo guardò curioso.

«Bua?» le labbra che formavano una smorfia di curiosità.

«Si, bua.»

«Bacino, niente più bua. Si?» sorrise, gonfiando le guanciotte.

Soobin era così tenero e fortunatamente ancora piccolo per capire, ma sapeva che quelle cose, quella violenza, l'avrebbero segnato a vita.

Taehyung voleva solo il meglio per suo fratello, non voleva che suo padre scaricasse la sua ira sul più piccolo.
Perchè si, lui sarebbe capace di farlo. Per questo Taehyung non lasciava mai da solo suo padre con Soobin.

Il piccolo allungò una mano verso il viso di Taehyung ed asciugò le lacrime, poi lasciò un piccolo bacino.

«Ancora bua?» chiese con tutto l'interesse che potesse avere un bambino di 5 anni.

Taehyung sorrise tristemente. «No.»

«Niente?» sorrise.

«Niente di niente.» sorrise ancora, sempre falsamente.

La verità, è che la sua guancia bruciava come acqua bollente. Era sicuro sarebbe rimasto un livido.

«Ti voglio bene.» pronunciò il piccolo.

Taehyung sorrise ancora, ma questa volta per davvero. Era la prima volta che Soobin diceva una cosa del genere.

«Anche io Soobin, tanto tanto.» lasciò un tenero bacio sulla sua fronte e poi lo abbracciò.

L'attenzione del piccolo Soobin si spostò sulla tv e per Taehyung, quello fu una sorta di via libera al pianto. Lacrime calde e silenziose scorrevano sulle sue guance mentre la vocina del bambino riempiva il silenzio della stanza e metteva a tacere il battere del suo cuore.

Forse era vero ciò che suo padre diceva.
Che non serviva a niente, che doveva morire lui - o Soobin- al posto di sua madre, che era un incapace ed un inutile.

Taehyung stava iniziando a credere a tutto ciò, ma qualcosa stava per cambiare.

Prese il suo telefono e sospirò stanco quando notò essere le 2 del mattino.

Soobin si era ormai addormentato da un bel po' sul divano mentre guardavano qualche cartone in tv, sistemò la cucina, prese il bambino tra le sue braccia e andò in camera sua.

Aprì le calde coperte del lettone e poggiò delicatamente il piccolo corpo, poi mise il pigiama e si sistemò accanto a lui. Lo abbracciò e, dopo aver lasciato un bacio sulla sua testa, si addormentò cullato dal respiro tranquillo del suo fratellino, l'unica ragione per cui ancora non aveva mollato tutto.

𝐈𝐭'𝐬 𝐦𝐲 𝐨𝐦𝐞𝐠𝐚! | 𝐊𝐨𝐨𝐤𝐕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora