I cavalli della scuderia

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Il secondo giorno con la nuova abitudine toccava al morello che non era propriamente l'orgoglio dell'allevamento, ma questo lui sembrava saperlo, perché quella bestiola era talmente intelligente che cercava in tutti i modi di ripagare i suoi padroni di quell'aspetto che sembrava più un asino che un cavallo, e poi così di seguito un cavallo al giorno fino alla settima collina dopo di che ricominciava daccapo scegliendo a turno i cavalli della scuderia.  La maternità si faceva attendere ed era diventata un fatto quasi spasmodico che la rendeva triste e timorosa di non poter avere quei bambini suoi che tanto aveva sempre desiderato, allora si perdeva con i suoi adorati destrieri, Zelda  nelle sue cavalcate si soffermava sempre di più sulle colline per ammirare quella lingua di mare che tanto la faceva sognare, come se da li dovesse approdare chissà quale veliero che avrebbe cambiato la sua vita, si guardava intorno quasi estasiata a contemplare le sette colline che sembravano legate da un filo invisibile o uscite fuori dal pennello di un genio.

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