Correre.
Doveva soltanto pensare a correre.
Il vento arruffava i suoi capelli biondi e lucenti; sgualciva i suoi vestiti, rigorosamente leopardati; faceva lacrimare i suoi occhi azzurrissimi, quasi di ghiaccio, capaci di stregare chiunque; ma non le importava. Non le importava di niente. Doveva correre.
L'attrito dei suoi passi veloci e pesanti sulla ghiaia era in contrasto con il suono dei suoi respiri affannati, i quali indicavano che non avrebbe resistito ancora a lungo.
Stava per crollare, sapeva che di lì a poco sarebbe crollata, ma non le importava. Doveva solamente correre.
Doveva correre, e corse. Corse come non aveva mai fatto in tutta la sua vita.
E alla fine, quando, sfinita, spalancò le porte di quell'edificio, dentro di lei seppe che ne era valsa la pena.
Attraversò quelle porte, accompagnata dalle sue care amiche insicurezze, ma con in mano una spada di coraggio pronta a trafiggerle."Fermi!" urlò, respirando a fatica.
Tutti si girarono verso di lei, compresi i due ragazzi in piedi sull'altare: Damiano David, il classico bello, ricco e di successo che ottiene sempre tutto ciò che vuole, e che senza farsi scrupoli aveva rubato il cuore del biondo accanto a lui, Thomas Raggi, l'unico di cui a lei importava davvero.
Era da sempre il suo migliore amico, suo fratello; ma in fondo sapevano entrambi che c'era qualcosa di più, c'era sempre stato. Nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di guardare in faccia la realtà, e così Thomas, in un modo o nell'altro, si era ritrovato su un altare accanto a Damiano David, che osservava la scena con un beffardo sorriso di sfida, consapevole che ancora una volta la vittoria sarebbe stata sua.Victoria, così si chiamava l'angelo-diavolo dagli occhi di ghiaccio, ci mise un po' per riprendere fiato. Dopodiché raccolse tutte le sue forze, fisiche ma soprattutto psicologiche, e avanzò lungo quel corridoio profumato di incenso, con gli occhi di tutti puntati addosso. Una volta arrivata sotto all'altare, a pochi centimetri di distanza dai due ragazzi, iniziò a parlare.
"Thomas...", fece una pausa, assicurandosi di avere l'attenzione di tutti. Poi continuò. "Perché hai scelto lui? Perché lui e non me? Che cos'ha lui che io non ho? Ok, va bene, sarà anche bello, ricco, popolare, e so che credi che lui possa renderti felice; e se invece non fosse così? Se stessi commettendo un errore?"
Smise un attimo di parlare, per riprendere fiato, e per realizzare che cosa stava accadendo: tutti gli invitati a quel fatale matrimonio le lanciavano occhiate di fuoco. Damiano continuava a sorridere, mentre il biondo la stava implorano con lo sguardo di smettere di parlare; ma lei non avrebbe smesso, per nulla al mondo. Thomas era quello che voleva, avrebbe lottato per lui, con le unghie e con i denti, e questa volta avrebbe vinto.
"Hai mai pensato che, forse, lui non è tutto ciò che desideri?" Riprese a dire, senza più nessuna paura a tenerle compagnia.
"Insomma, guardami: sono qui, in questo momento, solo per te; ho dedicato la mia intera vita a te, Thomas, per me nulla è più importante di te, e tu hai scelto comunque lui?
Magari io non sarò bella o ricca come lui, ma per te potrei fare cose che lui nemmeno sa di poter fare. Sarei disposta a rinunciare a qualsiasi cosa per te, io morirei per te.
Credo che dovresti scegliere me, amare me. Perché io amo..."E quello, fu il momento. Tutto si fermò, e lei rimase sola con se stessa.
Era vero quello che stava dicendo? E se in realtà fosse lei a stare commettendo un errore? Avrebbe davvero rinunciato a tutto per lui? Aveva davvero dedicato la sua intera vita solo a lui e alla sua felicità? Era davvero lì solo per lui? Amava davvero lui?
E se stesse facendo tutto questo perché lo voleva un'altra persona? Se avesse dedicato la sua vita a lui per far stare bene un'altra persona? Se volesse lui solo per fare felice un'altra persona? E se... amasse un'altra persona?
Ma allora, se non lo faceva per lui, per chi lo faceva? Chi voleva far stare bene? Di chi era la felicità che le stava a cuore? Di chi era davvero innamorata Victoria De Angelis?"...io amo me."