Quando partii per andare via di casa non sapevo cosa mi aspettasse esattamente all'arrivo, ovviamente. Avevo trovato un piccolo appartamento e mi ci ero trasferita; desideravo più di ogni altra cosa scappare dalla mia vecchia vita. Non che avessi un passato particolarmente burrascoso, sia chiaro: semplicemente, mi ero resa conto che il paese da cui venivo non aveva nulla da offrirmi se non pettegolezzi, stereotipi e crudeltà, le persone erano sempre le stesse e non si vedeva mai nessuno di nuovo, al limite le persone se ne andavano ma non arrivava mai nessuno da fuori.
Così, decisi di trasferirmi in una metropoli, un posto in cui sarei passata del tutto inosservata, dove avrei potuto fare mille esperienze diverse e ricostruirmi una vita. Non mi sembrava affatto un brutto programma.
Partii piena di entusiasmo, immaginando che cosa mi aspettasse, ma più il treno si allontanava da casa mia, più il vuoto nel mio stomaco cresceva. Stavo cambiando totalmente ambiente, andavo incontro a qualcosa di sconosciuto, ma era proprio questo a rendere l'esperienza bellissima.
Mi godetti ogni singola parte del viaggio in treno, le mie cuffiette mi facevano compagnia ed erano un gradevole sottofondo ai passaggi che scorrevano affianco a me, oltre il vetro del finestrino.
"Per la prima volta" pensai "Non c'è nessuno ad aspettarmi a casa". Quel pensiero gravò su di me più di quanto mi aspettassi. Da allora riuscii a quantificare la mia solitudine e non riuscivo a nascondere a me stessa quanto fossi terrorizzata.
Una volta che il treno si fermò non fu difficile trovare l'uscita della stazione. Io e tutti i miei bagagli ci dirigemmo verso la metro nel freddo e nella desolazione delle dieci di notte di una giornata invernale.
"Che strano che non ci siano tante persone." Non mi sentivo per nulla a mio agio "Forse il centro sarà più popolato".
Io effettivamente abitavo là, nel centro della città, accanto all'università così che gli spostamenti fossero più facili.
Lo schermo della fermata della metro segnava che mancavano dieci minuti perché arrivasse il mezzo successivo così mi diressi infreddolita in una caffetteria proprio affianco alla stazione, il mio primo thè della mia nuova vita.
Arrivai a casa in mezz'ora. La trovai subito. Mi avevano già consegnato le chiavi perciò non perdetti altro tempo e entrai, caricai i bagagli nell'ascensore e arrivai al piano della mia nuova abitazione.
L'appartamento era abbastanza piccolo ma era già arredato perciò per quel giorno, o meglio quella notte, non feci assolutamente nulla se non prepararmi qualcosa da mangiare e osservare come la luna splendesse in cielo.
"Non male come inizio" pensai, sorridendo.
Solo quando mi distesi sul letto capii di aver fatto finalmente il primo passo verso la vita che volevo.
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Life changes
General Fiction"A volte si ha bisogno di cambiare strada, ricominciare da capo ricostruendo tutto piano piano. Solo in questo modo, in realtà, io sono riuscita per davvero a definire la mia strada e a trasformarmi per davvero in ciò che desideravo."