Capitolo 6.

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Non avevo affatto voglia di seguire le lezioni. Avevo passato la notte in bianco a causa dell'ansia. Poco prima di andare a letto mi ero incantata di fronte alla tv e improvvisamente i programmi sembravano durare pochissimo, il tempo pareva scorrere in modo differente la notte prima delle lezioni. Improvvisamente il poliziotto trovava subito il colpevole, gli indizi gli saltavano addosso o forse era un poliziotto particolarmente bravo. Io non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo perché farlo avrebbe significato mettermi a pensare a quello che mi aspettava domani. Non ero mai stata particolarmente socievole e per tutto l'arco della mia breve esistenza i miei amici erano quelli che, più estroversi di me, trovavano il coraggio di rivolgermi una parola gentile, anche se, a posteriori, mi dicono che la mia espressione lasciava trasparire tutto tranne simpatia e disponibilità verso l'altro. È vero, è un mio difetto, quando vago nel labirinto della mia mente la mia espressione si modella in un modo che mi fa apparire disinteressata e annoiata verso chiunque e qualsiasi cosa.
Tra un episodio e l'altro, la notte era passata abbastanza velocemente, e io per tutto il tempo mi ero rigirata quel foglietto che avevo trovato nel libro, quello con la citazione, per tutto il tempo.  Dovevo ammettere che l'aver incontrato Anna mi aveva distratta parecchio da quello strano pezzo di carta. Mi sentivo come nei telefilm che avevano invaso il mio cervello tutta la notte: io ero l'investigatrice ed era mio compito, e mio sfizio personale, scoprire chi si celava dietro quel foglietto di carta macchiato di inchiostro, chi si nascondeva dietro una penna nera e tratti flessuosi e precisi.
Ero portata a pensare che si trattasse di una ragazza perché, per quanto avevo visto, la maggior parte scriveva con caratteri molto ampi e ben identificabili, viceversa i ragazzi erano più disordinati solitamente, ma dopotutto io ero la persona con la calligrafia peggiore che conoscessi quindi le mie congetture potevano risultare nient'altro che un mucchio di inutili idee.
Mentre la mia mente fantasticava riguardo il misterioso scrittore, vidi il sole sorgere e solo allora realizzai che per tutta la notte non avevo chiuso occhio. Fino ad allora avevo avuto la sensazione di trovarmi in una bolla temporale non meglio definita, che vagava e fluttuava in chissà quale mondo, e niente riusciva a toccarmi o a nuocermi.
Non mi restava altro da fare che prepararmi per la giornata che mi aspettava. Mi preparai una tazza di caffè e misi in tavola anche qualche frutto e uno yogurt. Forse non era il miglior modo di fare colazione, senza dubbio non era il più ricco o il più quotato dai nutrizionisti, ma mi ero abituata così durante il liceo.
"Dopo l'incontro con Anna dovrei tornare alla libreria." pensai "Potrei poggiare il libro nel tavolino degli scambi, dato che l'ho comprato, e prenderne un altro poggiato là sopra". Almeno non avrei speso tanti soldi in libri, non che non avessi voluto. Fosse stato per me avrei speso interi stipendi in libri ma purtroppo il mio budget era limitato.
Dopo aver mangiato tutto e sperato ardentemente che il caffè mi sarebbe bastato, mi infilai una gonna lunga plissettata e una maglietta molto semplice, volevo essere sicura di stare comoda in aula. Infilai le scarpe, mi sistemai un po' i capelli e aprii la porta, dirigendomi verso la facoltà.

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⏰ Last updated: Oct 07, 2019 ⏰

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