Capitolo 4.

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Salendo l'imponente scalinata che portava all'ingresso sentii improvvisamente le ginocchia molli, le gambe sembravano non rispondere più nel modo giusto, quasi avessero preso vita propria e avessero deciso che quel giorno io sarei rimasta inchiodata al pavimento.  Un grande portone dava il benvenuto agli studenti che, varcandolo, si ritrovavano davanti a un'ampia stanza in cui si trovava unicamente un bancone per chiedere informazioni. Con un'aria piuttosto spaesata mi avvicinai alla signora che sedeva dietro il bancone e lei, che doveva essere abituata a incasellare gli studenti nei vari anni, riconobbe subito che fossi una matricola. "Si vede che sei nuova qui" mi disse con un sorriso, e anche io le sorrisi di rimando, forse arrossendo un po'.
"Per immatricolarti ti basta salire le scale e troverai l'ufficio sulla tua sinistra" mi disse con una voce grossa e suadente. Era una signora con un'aria molto simpatica, con un fisico massiccio in cui dimostrava di essere perfettamente a suo agio, al contrario di molti. Le battute di cattivo gusto sul suo corpo probabilmente non la scalfivano minimamente, dava l'impressione di essere una donna perfettamente consapevole del suo valore, una di quelle che non avrebbe lasciato che qualcuno la buttasse giù.
Prese da due pile diverse qualche foglietto con i punti principali dell'università "Qui" mi mostrò con la punta di un evidenziatore "si trovano le segreterie" disse incrociando il suo sguardo, felice, sul mio che invece era titubante. Avevo paura di dimenticarmi tutte le informazioni un istante dopo essermi allontanata.
"Qui puoi trovare il blocco con le aule, qui invece la caffetteria" e continuò il suo lungo elenco, cercando di non lasciare alcun dubbio su ciò che mi mostrava sulla piccola mappa.
"Sono sicura che ti troverai benissimo qui da noi" Mi disse sorridendo e adagiandosi nuovamente sulla sedia girevole in cui era seduta.
"Se dovessi avere problemi, puoi chiedere aiuto a me, il mio nome è Marina, e proveremo a risolverlo assieme"
La ringraziai per il grande aiuto che mi aveva dato, misi tutto in borsa e mi precipitai verso le scale.
Seguii le sue indicazioni e dopo aver compilato e firmato tutti i documenti che le segretarie mi davano, mi diedero anche l'orario dei miei corsi e scoprii che cominciavo subito la mattina seguente.
Sentii un tremito che mi attraversò non appena presi in mano il foglietto, il pezzo di carta che testimoniava che non era tutto un sogno, era una realtà, la mia, e tra poco tutto sarebbe cominciato.
Non mi restava che fare un giretto nel campus per avere un'idea, anche approssimativa, di come fosse fatto. Come era prevedibile cercai subito di andare al parco, passai per una piccola via all'interno del complesso universitario, tutta lastricata con piccole pietroline dalle cui fessure spuntavano spesso fiori, dei piccoli ciuffi d'erba, come fosse un piccolo gesto di ribellione. Seguendo la strada trovai anche a caffetteria, anche la sua facciata, giallo opaco, era ricoperta in più punti da un rampicante rigoglioso che abbracciava la struttura e quasi la assorbiva.
Tutto questo verde e l'atmosfera che creava mi mise subito di buon umore. "Potrei proprio abituarmi a questo posto" pensai, mentre un sorriso si arrampicava sul mio viso.

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