1. Come tutto ebbe inizio

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La casa abbandonata al centro di Greeley era sempre stata la protagonista di racconti un po' bizzarri e paurosi. Il terreno su cui era stata costruita era grande quanto una piccola città ed era delimitata da un laghetto e da cancelli una volta alti e possenti, dei quali rimasero solo dei brandelli. Nessuno riusciva a ricordare chi abitasse in quella casa al tempo del suo più bel splendore, ma dalla sua grandezza si dedusse che si trattava di qualcuno davvero ricco.
I giovani si divertivano a inventare storie e a sfidarsi a vicenda, avvicinandosi al massimo ai cancelli; erano tutti spavaldi all'apparenza, ma solo i più coraggiosi, affascinati dal mistero celato dietro di essa, entravano nelle mura pericolanti della casa e vi restavano per giorni e giorni, a captarne il passato e la vita che un tempo fiorivano al suo interno.
Parte del tetto era crollato e le scale che portavano ai piani superiori erano rotte e poco affidabili, per non parlare della polvere e della puzza di vecchio emanate dai pochi mobili restanti.
Tutto questo però non riuscì a fermare la curiosità di alcuni ragazzi, in particolare di una giovane coppia, che da tempo sognava di trovare un posto per il loro amore e il loro futuro insieme, Joseph e Adeline.
Il loro amore lo si percepiva a distanza di metri. Erano chiaramente innamorati l'uno dell'altra ma non era semplice amore. Era qualcosa che andava oltre il sentimento, era più profondo e antico di qualsiasi altra cosa. Era bastato un solo sguardo in quello squallido bar di periferia per far entrare i loro cuori in fibrillazione e farli innamorare follemente a soli sedici anni, come se si conoscessero già da millenni e il loro amore fosse già stato scritto da tempo nella storia.

Una volta sposati, entrambi a ventun'anni, ebbero la fantastica idea di comprare il lotto della casa abbandonata. I soldi non erano di certo un problema: Joseph aveva ereditato una serie di fabbriche di scarpe famose in tutto il mondo, e con il ricavato decisero di risanare il terreno e ricostruire la casa dei loro sogni.
Impiegarono due anni per completare i lavori di ristrutturazione ma il risultato fu magnifico: la casa, ora, era circondata da un vero giardino, pieno di fiori e piante, del quale non si intravedeva la fine; il laghetto era stato purificato e divenne la casa di tanti pesci variopinti; la casa, dotata anche di piscina, aveva le pareti bianche con rintocchi d'oro, un grande portico dove poter accogliere gli amici e un arredamento moderno e confortevole.
Insomma, era la casa che tutti avrebbero voluto.

Quando Joseph e Adeline si trasferirono in questa casa vennero subito apprezzati e amati dai vicini. Erano gentili e rispettosi nei confronti di tutti e organizzavano feste in piscina ogni fine settimana. Non si vantavano di essere ricchi o di classe elevata e fu grazie alla loro umiltà che ebbero sempre delle persone su cui contare.
Il loro amore fiorì di nuvo a trent'anni, quando ebbero una bambina col visetto delicato e scolpito di una bambola, come sua madre, e il carattere gentile e umile di suo padre.
La chiamarono Emily e nel quartiere non vi era nessuno che non era affascinato e innamorato di essa.

Tutti vivevano felici e contenti come in una favola, fino a quando, nel tardo pomeriggio di una delle ultime calde giornate di settembre, Joseph e Adeline tornarono a casa come sempre da lavoro.
Questa volta però non andarono subito da Emily, che ormai aveva compiuto dieci anni e che dal salone li aspettava con ansia insieme alla sua balia Brianna, ma si sedettero su un divanetto nell'entrata distrutti e affranti, come se avessero perso una maratona di 2000 metri all'ultimo secondo.
La bambina corse verso di loro, nonostante i richiami di Brianna, ma appena vide che entrambi i genitori stavano piangendo si bloccò pietrificata.
Aveva visto molte volte i suoi genitori piangere dalla felicità, ma questa volta era diverso. I loro visi erano tristi e lucidi, le piegature strane della pelle li faceva apparire più anziani ed estranei ai suoi occhi.
Emily inclinò la testa di lato, come per vedere se da un'altra angolazione la situazione sarebbe cambiata, e purtroppo cambiò veramente, ma non come una bambina di dieci anni se lo sarebbe mai immaginato...

Il 21 novembre del 2014, quando Emily aveva 12 anni, Adeline morì di cancro.
La malattia l'aveva corrosa tanto che l'ultimo  mese di vita lo passò in coma farmatologico. Fu un giorno tristissimo per tutta Greeley e fu anche il giorno che segnò per sempre la vita di Emily.
Nessuno rise o diede feste per più di 2 mesi, la città era come se fosse finita in stanb by e l'armonia e la gioia che riempiva le mura della casa dei Johnson svanì nel nulla.
Tutti si muovevano lentamente e persino chi non la conosceva provò ugualmente la tristezza della perdita di una persona cara.

Emily non uscì di casa per mesi e mesi, non riusciva a torgliersi dalla mente l'immagine di sua madre che persino nei momenti più duri le diceva che era tutto a posto e di andare avanti.
Neanche Brianna e Lydia, che era la sua migliore amica da quando avevano quattro anni, riuscirono a tirarla su di morale e a colmare il vuoto che sentiva dentro.
Joseph venne accecato dal dolore e non riuscì più a venirne fuori: prima cadde in depressione, cercò di suicidarsi quattro volte, poi, dopo una brutta caduta di Emily alle nazionali di ginnastica artistica mentre faceva un esercizio che la mandò in ospedale, entrò nel tunnel della droga e dell'alcool.
Preso dalla paura di perdere anche l'unica persona che manteneva in vita il ricordo di sua moglie, impedì a Emily di fare l'unica cosa che le riusciva meglio e che, dopo mesi di sofferenza, l'aveva riportata a galla: la ginnastica. Per finire, come se già tutto questo non fosse abbastanza, iniziò a frequentare ragazze di vent'anni diverse ogni sera.

Emily si sentì quindi persa e sola con tutta la vita ancora avanti, di cui però non sapeva cosa farsene.
A tredici anni, dopo la negazione della ginnastica, iniziò a nutrire odio per suo padre e questo si affermò totalmente quando inziò a frequentare nuove ragazze.
Non riuscirà mai a perdonarlo per ciò che ha fatto e ciò che le sue azioni hanno causato nella sua vita.
La bambina, stufa di soffrire, si creò una corazza di felicità, sarcasmo e menefreghismo: fece credere a tutti che non le importava nulla del padre e che aveva superato la morte di sua madre.

Oggi Emily è una ragazza di  diciassette anni che frequenta il  terzo anno di liceo scientifico ed è completamente diversa da come tutti se la sarebbero immaginata 5 anni fa.
Anche la sua casa, un tempo abbandonata al centro di Greeley è cambiata, e sarà difficile farla tornare al suo splendore un'altra volta.

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