8. Aria nuova

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Quando finì di spiegare il piano alla sua amica, questa iniziò a strillare talmente tanto che Emily pensò per un momento di essersi perforata un timpano.
-Arrivo subito- aveva detto Lydia prima di riattaccare.

E così Emily, nel giro di dieci minuti, si ritrovò la stanza sottosopra, con vestiti, di cui la maggior parte non ricordava minimante di avere, sparsi di qua e di là, e Lydia che esaminava il suo guardaroba.
-Qui dentro non c'è niente!- disse Lydia ancora immersa nell'armadio.
-Ma perché non posso mettere dei jeans? Sono molto più comodi dei tuoi soliti vestiti attillati- disse a Emily raggiungendo la sua amica.
-Trovato!!!- urlò Lydia uscendo di corsa e andando addosso a Emily.
Le due caddero a terra una sopra l'altra ridendo.
Lydia alzò un braccio tenendo in mano una gruccia con un vestito di pizzo nero, un pò cortino, ma "passabile" pensò Emily.
-Andata- disse battendo il cinque a Lydia.

Una volta scelto cosa indossare, le ragazze passarono l'ora successiva a chiacchierare, tipico delle donne.
-Tuo fratello verrà alla festa?... Approposito, ancora non mi hai spiegato perchè dopo che 275938 volte che te l'ho chiesto ti sei sempre rifiutata e invece stasera vuoi venire a una festa con me- disse Lydia seduta sul pavimento con la schiena appoggiata al letto.
-Per prima cosa, Samuel non è mio fratello e sinceramente non me ne importa se ci sarà o meno- disse Emily cercando di far scomparire i segni dell'orgia di Lydia con i vestiti.
-E per seconda... boh, voglio cambiare aria e divertirmi solo per questa sera- continuò Emily, e in realtà era in parte vero.
Non voleva andare alla festa solo per Samuel, ma per provare a se stessa che in realtà anche lei era una semplice ragazza di quasi diciassette anni e voleva provare a comportarsi come tale.
-Solo questo?- disse intuendo che sotto c'era qualcosa di più profondo.
-Beh in realtà, quando oggi ho litigato con Samuel mi ha dato in pratica della sfigata, sai no, di quelle che sono le cagnoline delle ragazze più conosciute e che non sono mai andate a una festa... così dopo stasera non potrà più dirlo- sputò subito Emily, non aveva senso tirarla alla lunga perché tanto Lydia le avrebbe estrapolato le informazioni comunque.
-Cosa ha fatto quel coglione? Adesso lo sistemo io!- urlò Lydia alzandosi.
Emily le si parò davanti però prima che potesse uscire e cercò di calmarla.
-Lydia stai tranquilla, è solo un deficiente, non me la sono presa troppo-
-E pensare che questa mattina sembrava molto simpatico- disse Lydia rattristata.
-Magari fa così perché neanche lui vuole trovarsi... in questa situazione- continuò la ragazza cercando le parole giuste.
-Sinceramente non me importa un fico secco- disse Emily sedendosi sul letto.
Lydia le mise affianco abbracciandola.
-Mi dispiace tanto...- disse Lydia triste.
-Non ti preoccupare, sono sopravvissuta a peggio- rispose Emily cercando di rassicurarla.
-Brianna mi ha detto che sono due giorni che non mangi niente... come faccio a non preoccuparmi di questo?- disse Lydia guardando la sua amica con sguardo accusatorio.
Nel periodo in cui Emily aveva sofferto di anoressia, Lydia non la lasciò mai un secondo da sola. La seguiva in ogni momento, era presente a tutte le visite e la aiutò a uscirne fuori.
-Devi promettermi che cercherai di non ricaderci... ti prego, non potrei sopportarlo di nuovo- disse Lydia pregandola con le lacrime agli occhi per i ricordi di quei brutti momenti che le stavano riaffiorando nella mente.
-Te lo prometto- disse Emily guardandola negli occhi, e poi si anbracciarono ancora più strette.
-Lo sai che non potrei sopravvivere senza di te, e sai anche che io non ti considero come la mia cagnolina- disse Lydia asciugandosi le lacrime.
-Lo so, lo so...- rispose Emily sorridendo.

Alle 20.30 scesero entrambe a fare cena.
La tensione era percepibile a chilometri di distanza e nessuno spiccicò parola, apparte Joseph che cercò di avviare diverse conversazioni, che però vennero velocemente troncate sul nascere da Samuel e Emily.

Mentre i tre ragazzi si stavano alzando per tornarsene in camera Anna parlò per la prima volta quella sera.
-Non restate un altro po'?... potremmo conoscerci un pò meglio, fare qualche gioco da tavola... vedere un film?- disse speranzosa guardandoli.
-Questa sera esco, torno tardi- disse subito Samuel andandosene.
"Sempre gentile sto ragazzo oh", pensò Emily scambiandosi uno sguardo di intesa con Lydia.
-Noi andiamo a una festa- disse Emily girandosi verso la porta.
-Cosa? Dove? Con chi?- disse suo padre stupito.
-Non ti interessa, non aspettarmi sveglio- disse Emily uscendo seguita da Lydia e percependo lo sguardo deluso di Anna.
-Anche se tanto non lo faresti comunque- sussurrò infine.

Dopo una bella doccia, un' ora di trucco e quarantacinque minuti di parrucchieria, Emily e Lydia erano pronte per l'avventura.

Lydia indossava un vestito rosso molto attillato e corto con uno spacco sulla schiena e ai piedi indossava delle scarpe col tacco nere.
Era veramente uno schianto.
Emily invece indossava il vestito scelto prima da Lydia con delle scarpe nere con tacco, ma non alte come quelle di Lydia, che la facevano sembrare ancora più alta e snella di quanto non lo sia già.
-Caleb ti sta aspettando di sotto, meglio andare- disse Lydia prendendo la borsa.

Quando stavano per raggiungere il cancello però Lydia prese Emily per un braccio e la fissò negli occhi seriamente.
-Emily, questa è la sera giusta, me lo sento.. è ora che riprendi le redini della tua vita, ti devi divertire e fare nuovi amici, intesi? Non voglio che passi il resto della serata seduta in disparte da sola- disse Lydia più seria di quanto non lo sia mai stata.
Emily, presa da un momento di adrelina, stava per rispondere che era pronta a "spaccare tutto", ma Lydia la precedette.
La serietà di quest'ultima stava mettendo a rischio l'autocontrollo di Emily, che stava per scoppiare a ridere.
-So che i miei amici non ti stanno a genio, ma fidati, se li conoscessi almeno un po' meglio li adoreresti anche tu, potrei presentarti a tutti... sempre se vuoi- disse Lydia mordendosi il labbro per il nervosismo dell'attesa di una risposta.
E a questo punto Emily non potè che dirgli di si, sapeva moltissimo quanto Lydia sperava di poter integrare la sua migliore anche con il resto della sua truppa.
-Siiiiiiiii- urlò Lydia saltandole addosso.
-Okok, ora calmati o cambio subito idea- disse Emily scherzando.

Uscirono dal cancello principale e ad aspettarle subito affianco c'era una un'auto nera con la musica sparata a tutto volume.
-Hey Caleb- disse Lydia appoggiandosi al finestrino aperto dell'amico.
-Ciao tesoro- disse Caleb dandole un bacio sulla guancia, poi abbassò il volume.
-Finalmente ce l'hai fatta- disse il ragazzo sorridendo, poi spostò lo sguardo su Emily e la squadrò da capo a piedi.
-Chi è lei?- chiese Caleb, e Emily fu certa di aver visto un luccichio provenire dai suoi occhi.
-Lei è Emily, la mia migliore amica- disse Lydia smagliante.
-Oh si, ci siamo visti spesso a scuola... Piacere, io sono Caleb- disse il ragazzo allungando la mano dal finestrino.
Emily, che si trovava dietro di Lydia, avanzò titubante e quasi impaurita con la mano tesa, erano anni che non conosceva qualcuno di nuovo.
Il ragazzo afferò la manina delicata e minuta, che venne scossa dalla fermezza di quella presa.
-Piacere mio- sussurò forse un po' troppo piano Emily.

Lydia salì davanti affianco a Caleb mentre Emily si mise sui posti posteriori.
Il viaggio durò una ventina di minuti, durante i quali, con grande sorpresa di Emily, tutti e tre parlaro liberamente del più e del meno ridendo e scherzando.
Per la prima volta dopo tanto tempo Emily si sentì finalmente felice e spensierata... forse qualcosa sarebbe cambiato davvero.

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