1 -Addio.

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*PRIMA DI INIZIARE, QUESTO ONE SHOT CHE HO APPENA SCRITTO SULLE CRONACHE DI NARNIA POTREBBE CONTENERE RIFERIMENTI AI LIBRI DI LEWIS CHE POTREBBERO SEMBRARE SPOILER SE SI HA UNA BUONA INTUIZIONE.
BUONA LETTURA*

Susan ripensò a ciò che i ragazzi le avevano detto prima di andare al banchetto di riconciliazione con Polly, Digory, Eustachio e Jill.
- Ci dispiace che tu ti sia allontanata dal rapporto che avevi con Narnia e Aslan, ma rispetteremo la tua scelta e ti lasceremo stare.
Ci vediamo più tardi. - dissero in coro.

Susan scorse lo sguardo triste di Peter, un tempo il Re Supremo di Narnia, avrebbe gradito che tutti tenessero ancora al loro piccolo segreto e non lo considerassero un gioco.
Edmund sospirò e aprì la porta ai due fratelli, Lucy la varcò con passo rapido, delusa.

Ormai erano passate ore da quando i ragazzi erano usciti da quella stanza, Susan aveva fatto di tutto per non pensarci: sistemare il suo immenso armadio di vestiti, ordinare i suoi rossetti per colore, addirittura pensò a cosa si sarebbe messa quella sera, quando sarebbe dovuta uscire con il suo ragazzo, Connor.

Ora si trovava lì, seduta alla scrivania su cui c'erano molti libri, a rigirarsi in mano una vecchia penna stilografica, pensante.
Improvvisamente, il rumore della maniglia che si abbassava la fece sussultare.

Era solo Connor, che aveva ricevuto le chiavi di casa Pevensie dopo anni di relazione con Susan.
La ragazza lo guardò, il suo viso era sbiancato, pallido come quello di un fantasma.
- Che succede? -chiese con un filo di voce, alzandosi dalla scrivania di soprassalto.
- Come? Non ti è giunta la notizia? -Connor vide Susan scuotere la testa e sospirò.

- Tesoro, i tuoi fratelli... -la voce si fece più tremante - sono morti -concluse Connor, a testa bassa, delle lacrime gli rigavano il viso.
Susan sbarrò gli occhi, assumendo un'espressione scombussolata.
- Stai mentendo, vero? -disse con voce singhiozzante, ma il suo ragazzo in tutta risposta la trascinò per le strade di Londra, fino alla stazione.

Quel luogo era distrutto come il cuore di Susan, non appena vide il sangue versato e i corpi di Lucy, Peter ed Edmund giacere a terra, il muro aperto, e più in là, sulla ferrovia, Polly e Digory si trovavano in un altro bagno di sangue.
Susan scoppiò a piangere, si gettò sui cadaveri, li abbracciò e li baciò.
Stette là fino a sera tarda.

Connor dietro di lei ad osservarla, non sapendo come consolarla.
La ragazza si alzò, asciungandosi le lacrime con la manica del suo vestito.
Tornarono a casa Pevensie, dove Susan accese dei ceri in ricordo dei fratelli, del professore e Polly.
Rimurginò tutta la sera per prendere una decisione.

Il giorno dopo si diresse con Connor in aeroporto, i bagagli in mano.
Si sarebbero trasferiti in America, dove avrebbero iniziato una nuova vita insieme, lontano dalla terra, o meglio dall'ombra dell'Inghilterra, dove era successa una tale sciagura.

Dopotutto, chi dice che la storia sia finita?

Con il portone chiuso, una nuova porta si apre e nuovi orizzonti si estendono oltre essa.

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