Dario

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"Il giorno ha gli occhi, la notte le orecchie"
-Proverbio tedesco

Dario

Le luci dei lampioni sfrecciano davanti a me, illuminando a scatti l'abitacolo della mia auto.

L'adrenalina e la rabbia si fanno sentire, facendomi stringere le mani al volante.

Dove sto andando?
Ovunque e da nessuna parte.

Non ho una meta precisa.
Mi lascio guidare dall'istinto e dalle emozioni.

Scendo dall'auto dopo aver parcheggiato, rivolgendo lo sguardo alla notte e poi sul luogo dove mi trovo.

I colli bolognesi.

Mi è sempre piaciuto questo posto.
Vengo sempre qua quando voglio scrivere, pensare o semplicemente stare da solo.

Mi incammino verso di essi mentre pian piano mi viene regalata una vista meravigliosa: la mia amata Bologna, immersa nelle luci di una notte d'inverno.

Finalmente in cima mi godo per qualche istante la vista e il silenzio, rotto solo dal rumore delle foglie mosse dal vento freddo.

Il rumore di un accendino si perde tra di esso, portando poco dopo l'inconfondibile odore di una sigaretta accesa.

Incuriosito mi volto verso la sua provenienza.

Una figura femminile seduta sull'erba poco distante ha appena acceso la sigaretta.

Non so cosa mi abbia spinto a farlo, forse è perché questo mondo mi ha sempre affascinato, il fumo fa male, ma allo stesso tempo incuriosisce e ti fa sentire appagato.
Forse è proprio per questo che mi sono seduto in parte a lei.

Potrei passare per un pedofilo.

"Vuoi favorire?" - mi chiede pochi minuti dopo, allungandomi una sigaretta e il suo accendino.

Ho smesso di fumare ormai anni fa, anche se devo ammettere che ogni tanto me ne concedo qualcuna.

Quelle sono le sigarette delle 3 del mattino, con i pensieri che spariscono in quel soffio di fumo, con la paura di venire scoperto da un momento all'altro da mio fratello o ancora peggio da mia madre.
Però sono proprio quelle sigarette che ti fanno sentire libero.

Prendo tra le mani quei due oggetti, con questi pensieri che ancora si fanno strada nella mia testa e la accendo.

Mi godo per qualche secondo il tepore dell'accendino tra le mani ormai fredde, gelide prima di riconsegnarlo alla sua proprietaria.

Lascio andare il primo tiro fuori dai miei polmoni e poi un sospiro di sollievo.

Poi improvvisamente parlò.
"Qual'e la tua storia?" - mi chiese senza guardarmi, guardando un punto fisso davanti a sé.

"Io non ho una storia, perché me lo chiedi?"- mentii.
Lei espiró il fumo creando una nuvoletta grigia.

"Non ci credo, chi viene qui alle 3 di notte non viene per guardare il paesaggio, chi viene alle 3 di notte è per raccontare una storia a lei, per raccontarle qualcosa, per liberarsi da qualcosa"

"Lei chi?" - chiesi non capendo.
"Alla nostra amata Bologna. Tu cosa le stai dicendo? Cosa sei venuto a dirle?"
Io non lo sapevo, non ero venuto a dire qualcosa.
Ero venuto lì e basta, senza sapere un perché.

O almeno così credevo.

Si accorse che non parlavo e mi guardò - "Non ti fidi eh? Beh, non ti posso dare torto, neanche io non mi fiderei, ma in fondo cosa ho da perdere?"
Fece un tiro da quella sigaretta quasi finita.

La notte || Dario Matassa Edition OneShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora