💧I'm confused💧

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Mi appoggiai allo stipite della porta con le braccia incrociate e assottigliai gli occhi, studiandolo.

"Dimmi." Distolsi lo sguardo dal suo e lo puntai sul portico nel giardino.

"Posso entrare?" Chiese timidamente il riccio giocando con le mani, chiaro segno che era nervoso.

"Quello che hai da dirmi lo puoi benissimo dire qui." Ero irremovibile. Non ero così di solito, ma quando una persona mi feriva, difficilmente gli davo una seconda possibilità. Harry sbuffò piano, si morse il labbro inferiore e voltandosi, si sedette sui due gradini che precedevano l'ingresso. Non si girò per vedere se lo seguivo, sapeva che lo avrei fatto comunque. Mi sedetti poco distante da lui, non volevo stargli accanto. Non sapevo neanche perché ero qua fuori ad ascoltare la serie di stronzate che mi avrebbe rifilato.

"Louis, so quello che hai visto. So che sei molto arrabbiato, e che è giusto che non mi vuoi più parlare. Ma ho bisogno di dirti la mia versione dei fatti."

"Se sai che non si può rimediare, perché ci provi comunque?" Appena pronunciai quelle parole, mi voltai a guardarlo. Lui si morse il labbro di nuovo, chiaramente non si aspettava una domanda del genere.

"Perché ti meriti delle spiegazioni. Perché devo darti delle spiegazioni." Alzai le sopracciglia, sorridendo in maniera beffarda.

"Io, prima di conoscerti, ero fidanzato. Con.. l'amore della mia vita. Mi fidanzai un anno e mezzo fa, stravedevo per lei. Esisteva solo questa ragazza per me, avevo messo in secondo piano anche i miei amici. Ogni volta che litigavamo, scappavo per chiederle scusa di persona. Io ne ero pazzo."

Ogni parola che pronunciava erano una coltellata dentro di me.

"Questo fino a quando mi lasciò per partire. Il padre era stato trasferito in un altro Paese e non ci fu modo di farla rimanere. Quando ci lasciammo, non riuscivo più a fare niente. Ogni altra cosa aveva perso valore in confronto a lei. Io volevo e desideravo solo ed esclusivamente lei."

Ero sul punto di alzarmi ed andarmene. Non avevo di certo intenzione di rimanere lì a farmi ulteriormente spezzare il cuore.

"Fino a te." Trattenni il respiro. Non osai incrociare il suo sguardo, lo tenevo fisso sulle foglioline che crescevano nel mio giardino.

"Tu a me piaci davvero, Lou. Voglio conoscerti e.."

Non lo lasciai finire.

"No Harry. Le persone che ti piacciono non si trattano così."

Non mi ascoltò, continuò il suo discorso.

"Ma adesso sono confuso, non mi aspettavo che tornasse così in fretta."

"Splendido." Mi alzai, pulendomi i pantaloni.

"e?" Chiese dubbioso, rimanendo seduto.

"E cosa? Ti aspetti che vengo da te e ti dico che ti aspetterò fino a quando non avrai le idee chiare? No Harry, se vuoi le cose vai e le prendi, senza dubbi o incertezze."

Annuì senza riaprire bocca. Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe e cercando di trattenere le lacrime, mi diressi subito verso la porta, sgattaiolando dentro e chiudendola con forza.

Will e Zayn erano seduti compostamente sul divano ma subito, sentendo la porta sbattere, si voltarono e vennero nella mia direzione. Che cosa pensava di concludere con quel discorso? Non appena Zayn mi mise un braccio intorno alle spalle, non mi trattenni più. Iniziai a piangere, con tanto di singhiozzi, aggrappandomi al suo torace muscoloso. Lui mi teneva stretto, non appena mi sentiva sussultare mi stringeva di più a sé. Con la mano destra iniziò ad accarezzarmi i capelli, con lo scopo di tranquillizzarmi. Non riuscivo a fermarmi, odiavo essere ferito ma quello che non riuscivo a sopportare era illudermi di qualcosa. Zayn mi trascinò in camera mia, e con uno scatto si tolse le scarpe e mi prese in braccio. Non mi scostai. Piano mi adagiò sul letto, mentre io ancora rimanevo aggrappato al petto. Era appoggiato su un fianco, le nostre gambe intrecciate sotto le coperte.

Dopo più di venti minuti, smisi di piangere.

"Finalmente, sembravi una sirena" Nonostante la battuta antipatica, vidi che aveva sul volto un sorriso dolce. Non avevo la forza di ribattere, ricambiai lo sguardo e mi morsi il labbro. Dovevo apparire proprio stupido. Con il pollice, mi asciugò le ultime lacrime, rimanendo in silenzio. Non volevo che se ne andasse, così nascosi la mia testa nell'incavo del suo collo, aspirando il suo profumo che ricordava il tabacco. Con il braccio libero, passava il suo dito su e giu sulla mia schiena. Lo osservavo, assorto com'ero dai suoi lineamenti e da quel silenzio che, stranamente, erano riusciti a calmarmi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 20, 2019 ⏰

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