Mistake

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Sono sempre stata guardata come se fossi un cane bastardo: in parte sana, in parte marcia.

Ero un errore,
per essere precisi il secondo errore,
quello inaccettabile,
e gli errori vanno cancellati.

Il marito di mia madre non mi ha scaricata in un orfanotrofio solo perché ero la figlia della donna che amava, ma secondo me ha rimpianto ogni giorno quella sua decisione: avermi tra i piedi costantemente sarà stata una tortura insopportabile.

Da quel poco che ho appreso riguardo mia madre, so della sua fiducia nell'esistenza del divino, che ci fosse qualcuno lassù, nel regno dei cieli, pronto ad aiutarci, a tenderci una mano nei momenti del bisogno.
Io non sono credente, a meno che non si tratti di cose concrete.
Non credo in Dio, e di certo non credo al destino o la predestinazione.
Fantasie nate per manovrare le azioni degli uomini.
Credo invece nel caso.
Quindi ciò che pensiamo, diciamo,
il modo in cui agiamo, è dettato dalle nostre scelte ed è esclusivamente merito nostro.
Noi siamo gli artefici del nostro destino ed è inutile aspettare di essere salvati:
bisogna cavarsela da soli.
Ma non posso negare che esista la fortuna come anche la sfortuna, ma nel corso della vita queste si eguagliano,
prima o poi.

Però suppongo che nel caso in cui il paradiso esistesse me ne infischierei totalmente,
perché non voglio vivere in un mondo perfetto e luminoso: darebbe fastidio agli occhi.
Un posto così lo lascio agli angeli e agli eroi.

Preferirei scapparmene all'inferno e lì camminerei fiera, a testa alta, spodesterei il diavolo per fargli smettere, una volta per tutte, di credersi il più forte.

Da piccola ero terrorizzata dal buio.
La notte temevo che i mostri sarebbero usciti da sotto il letto e mi avrebbero mangiato i piedi, quindi non riuscivo a dormire senza che una piccola luce illuminasse la mia stanza.
Così mi sentivo al sicuro, protetta,
in un certo senso...
Poi arrivava il capo dei mostri
e spegneva la mia piccola luce, solo per il gusto di vedermi soffrire.
Ma quel mostro era nulla in confronto a ciò che stava arrivando, perciò sono dovuta scappare via, veloce come il vento.

Da allora non mi sono più sentita al sicuro.
Avevo smesso di vivere, cominciando a sopravvivere.

Anche se lontana da ciò che mi faceva soffrire avevo comunque bisogno della mia luce, ma anche quella mi è stata strappata via, violentemente, senza che potessi impedirlo, e sono rimasta sopraffatta dal dolore.

Quest'ultimo, il dolore, se viene represso,  prima o poi ti fa impazzire, ed io ho cercato di liberarmene ma ormai aveva messo le radici al mio cuore, e più mi dimenavo, più quel piccolo muscolo, al centro del mio petto,
veniva compresso.
Così ho smesso di oppormi, imparando ad usarlo a mio favore: ho lasciato che lo circondasse, cosicché innalzasse uno scudo,
lo celasse al mondo esterno.
Il dolore mi ha resa più forte,
in grado di resistere alle tempeste più violente.

Piano piano ho modellato la mia maschera fatta di false espressioni, false parole, false risate.
Prima di carta poi di pelle.
Un secondo strato di pelle per celare le mie emozioni.
Ero stanca degli sguardi di compassione.
Non volevo che provassero pena nei miei confronti. 

Ed ecco che il cane bastardo si rivela essere un lupo solitario.
Che non ha bisogno di regole. 
Che si lecca le ferite da solo e non prende ordini da nessuno.
Che ha conquistato il suo territorio con gli artigli e con le zanne, distruggendo qualsiasi cosa lo intralciasse.
E se osassero sfidarlo, in branco,
-come fanno i bulli, che attaccano i più deboli credendosi superiori-
capirebbero che non è il numero a fare la forza, ma la tenacia.
Il lupo scatenerebbe la sua ira su di loro, li farebbe indietreggiare con un solo sguardo, perché in confronto a ciò che ha passato, loro sono solo briciole...
In confronto alle cicatrici che ha sul cuore, loro gli fanno appena il solletico.
E più cercheranno di piegarlo, più si rialzerà, pur di non dargliela vinta.

Giuro di aver provato a dimenticare, a lasciarmi tutto alle spalle, ma non mi è stato permesso.

Avete presente il gioco "shangai", che consiste nel sfilare i bastoncini, uno per volta, facendo attenzione a non muovere gli altri?
Ecco! Questa è la mia vita, e quando è stato sfilato il bastoncino sbagliato, il mio mondo è collassato.

                                                                   I.

🧜🏻‍♀️🧜🏻‍♀️🧜🏻‍♀️
Il personaggio che ho creato ha un carattere difficile, profondo...
Cattivi non si nasce ma si diventa e di certo non si può dire che Isabel non sia stata spinta a diventarlo.
Non fraintendetemi! Per cattiveria non intendo 'andare in giro ad uccidere la gente o crogiolarsi nelle sofferenze inferte...' -risata malefica 😈- sto parlando di una ragazza che sin da piccola ha dovuto fare i conti con la vita ¡NO SPOILER 🚨!
Colpe non sue, sono costantemente riversate su di lei, e anche se cerca di nasconderlo, dietro il muro che ha eretto, c'è il suo cuore che aspetta solo di ricevere qualcosa, poiché non ha fatto altro che dare. Però si sa che a furia di aspettare si perde la speranza...

Se vi è piaciuto lasciate una stellina ⭐️ per me significa molto 😻 e dato che sono alle prime armi, ogni tipo di consiglio è ben accetto.

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