capitolo 2

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Ritorno a scuola

Per mia sfortuna l'estate è volata e era arrivato l'ora di ritornare a scuola in parte ho sempre odiato andare a scuola come ogni adolescente ma a volte era come un paradiso perché potevo rifugiarmi dall'ira direi genitori. Era una ragazza che andava abbastanza bene a scuola non mi consideravo in genio. Mi svegliai alle 6:30 era dura svegliarsi presto ma non mi lamentavo, dopo una bella doccia rilassante mi sono vestita con il mio outfit che era composto da jens neri e una maglia nera a maniche corte abbastanza lunga e larga in modo da coprire i miei rotoli  e un paio di vans nere. Legai i miei capelli in una cipolla  come facevo ormai da anni. Dopo essermi guardata di sfuggita allo specchio assicurandomi che la mia ciccia era ben coperta uscii  di casa con lo zaino sulle spalle. Oggi non mi andava di andare a scuola con l'autobus così ho deciso di farmi una bella passeggiata. Dopo 30 minuti buoni arrivai a scuola, erano le 8:00 subito la mia migliore amica venne ad  abbracciarmi io ricambia l'abbraccio, durante i nostri saluti suonò la campanella e siamo state costrette ad entrare in classe. Fortunatamente la mia migliore amica era in classe con me così abbiamo continuato a parlare fino all'arrivo del nostro professore di matematica una materia che io amavo a differenza di molti adolescenti. Le ore passarono molto lentamente io ho chiacchierato come sempre con la mia migliore amica ma il vuoto che sento dentro di me è sempre lì a ricordarmi che io sono sola qualsiasi cosa faccia; con questa consapevolezza esco da scuola dopo il suono della campanella che annunciava la fine della giornata. Una volta arrivata a casa andai subito in camera non avevo fame per me mangiare non era molto importante,  le persone mangiano per stare bene mentre io mangiavo solo se ero sul punto di svenire o quando avevo la mia famiglia che mi obbligava. Dopo aver passato un intero pomeriggio a studiare, mi sono vestita per andare a fare una corsa al parco, dovevo sempre dimagrire e a ricordarmi che ero obesa era proprio lo specchio un oggetto che le ragazze usano per vedere la loro bellezza ma che a me serviva solo per vedere quanto ero brutta quel giorno. Con quel pensiero fisso in testa mi cambiai, presi il mio telefono le cuffie e scesi le scale in tutta fretta in modo da non attirare l'attenzione dei miei genitori che erano seduti in salotto abbracciati a guardare uno stupido film d'amore tutte cose che a me facevano venire il voltastomaco erano cose troppo solvente per i miei gusti a volte mi giudicato un maschiaccio e ne ero felice. Appena varata la porta di casa mi incamminai a passo svelto verso il parco più lontano da casa mia. Dopo una buona mezz'oretta arrivai e mio si a correre, correvo soprattutto per sfogarmi e dimenticare tutto quello che succedeva intorno i miei genitori, il vuoto che sentivo dentro, la solitudine, gli insulti dei ragazzi per il mio corpo, e soprattutto l'odio che provavo per me stessa. Dopo una buona ora di corsa era ora di ritornare a casa dove mi avrebbero accolto i miei genitori ad urlare perché ero uscita senza il loro permesso e dopo una bella predica avrebbero iniziato a lodare mio fratello mia sorella dicendo che loro erano perfetti e che io ero solo un brutto errore. Appena varchi la soglio di casa successe proprio quello che avevo immaginato, lasciando i miei genitori li ad urlarmi quanto fossi un errore saliti in camera mia e dopo una nella doccia era ora di andare a letto; appena appoggiai la testa sul cuscino mi addormenta subito ma prima pensai un po a cosa sarebbe successo domani forse niente forse qualcosa che mi avrebbe cambiata per sempre.

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