CAPITOLO 3

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Quegli occhi così profondi

Quel giorno mi svegliai con un po più di voglia di vivere al contrario degli alti giorni in cui sembravo una morta vivente.

Dopo tutto il rito di pre scuola che corrispondeva a cambiarsi pettinarsi i capelli ecc. Uscii per andare a scuola. La giornata passo abbastanza in fretta e stranamente nessuno mi guardava con lo sguardo schifato e nessuno mi aveva insultata. All'uscita di scuola saluti la debby con un caloroso

" A DOMANI DEBBY "

anche lei oggi aveva notato che avevo più energia vitale e ne era sorpresa anche perché non succedeva dalla sua partenza.

Una volta arrivata a casa decisi mi mangiare un panino rubato dalla cucina quando mia madre aveva la testa indicata in frigo. A differenza degli altri giorni oggi mandai a quel paese lo studio e mi cambiai per andare a fare la mia solita corsa infilandomi i pantaloni di una tuta nera e una maglia anch'essa nera della Nike straneamente mi guardai allo specchio e per un a volta mi vidi quasi bella; presi telefono e cuffie ed uscii di casa naturalmente senza avvisare nessuno ormai ero abituata alle urla dei miei genitori. Decisi sempre di andare nel parco più lontano e appena arrivai iniziai subito la mia corretta che non durò a lungo visto che andai a sbattere contro il petto di qualcuno è finì con il culo per terra come mio solito; il telefono era caduto portando con sé anche le cuffie raccolsi tutto e mi alzai a fatica appena riuscii a reggermi in piedi notai che mi ero scontrata contro un ragazzo dai capelli castani e un accenno di barba il naso a patata e le labbra sottili piegate in un leggero sorriso che mi mise subito in imbarazzo e d'istinto chinai la testa in modo da coprire le mie guance leggermente arrossata e senza rivolgersi nemmeno un sorriso di scuse lo sorpassai stavo per ricominciare la mia corsa quando senti qualcuno prendermi per il polsi e farmi voltare nella sua direzione mi ritrovai difronte al ragazzo con cui mi ero scontrata con un sorriso sulle labbra mi disse " potresti almeno chiedere scusa invece di lasciarmi qui fermo e andartene" in quell'istante alzai lo sguardo per guardarlo negli occhi solo che i suoi erano di un profondo blu ma non un blu oceano un blu strano con tutte le sfumature verso l'azzurro se qualcuno li avesse visti di sfuggita avrebbe detto che erano azzurri ma solo osservando li attentamente si poteva dire che erano blu con sfumature tendenziali all'azzurro non so quanto tempo passai a fissare i suoi occhi ma solo quando lui si schiarì la voce mi risvegliai dal mio stato di trance e dissi " o scusa non volevo andati in contro è solo che non ti avevo visto scusa di nuovo " dopo aver detto quelle parole giri i tacchi e mi rimasi a correre ma dopo alcuni minuti sentii qualcuno vicino a me che correva alzai li sguardo e vidi che era il ragazzo di poco prima mi fre mai e gli chiesi " che cosa stai facendo "

lui con un sorriso sulla faccia rispose molto tranquillamente

" non si vede sto correndo " mi stavo iniziando ad innervosire

" ho visto che stai correndo ma perché lo stai facendo difianco a me se neanche ti conosco"

con sempre quel sorrisetto strafottente che tra in po glielo avrei cancellato a forza di schiaffi rispose

" piacere sono Louis Tomlinson e sto correndo con te perché bho non lo so sembri simpatica e io sono nuovo in città e vorrei fare amicizia"

Io lasciandolo li mi misi a correre verso casa , l'avevo lasciato li da solo senza una risposta e senza motivo ero scappata da una che voleva solo conoscermi ma io dopo quello che mi era successo non riuscivo più a fidarmi e soprattutto non mi riusciva facile fare amicizia con persone nuove.

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