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A quelle parole, la situazione era degenerata velocemente e subito i tre avevano incominciato ad inveire l'uno contro l'altro dandosi addosso con parole mirate a ferire senza esclusione di colpi:

-È questo che intendevo prima, dannazione!- tuonò Guido: -Stiamo qui ad aggrapparci a delle piccolezze mentre ci sono ostacoli enormi a dividerci!-
-E quali sarebbero questi ostacoli, eh? Perché, ciò che fa incazzare me, è vedere voi presi così tanto a sminuire quello che siamo proprio come se non ve ne importasse niente!- esclamò Daniele.

-Sei ingiusto!- ribatté Alessio: -Anch'io soffro di tutta questa situazione e per questo motivo vorrei che ce la lasciassimo alle spalle e tornassimo ad essere quello che eravamo-
-Voi due non capite! Non è possibile tutto ciò, Ale, se non risolviamo questa situazione!- urlò Guido:
-Benissimo, allora...- incominciò col dire Daniele, ma Guido comprese immediatamente le intenzioni dell'altro e lo precedette interrompendolo:

-Invece di continuare a sbraitare cose senza senso, sputa il rospo, Dani!- Daniele gli rivolse un'occhiataccia avvicinandosi a lui, ad un palmo dal suo viso, sollevò gli occhi fissandoli in quelli dell'altro:

-Potremmo cominciare dal tuo tradimento- Guido sgranò gli occhi:
-Il mio... cosa?- sussurrò e rivolse la sua attenzione su Alessio che ricambiò il suo sguardo incerto e terrorizzato:

-Ho letto un messaggio, sul tuo telefono...- Alessio si alzò dal letto correndo verso Guido ed iniziò a prenderlo a pugni sul petto mentre le lacrime gli correvano sul viso. Guido afferrò i polsi del minore dei suoi compagni e lo strattonò nel tentativo di farlo smettere di picchiarlo:

-Non è vero!- disse:
-Come fai a negarlo?!- ribatté Daniele: -Io ho letto quel messaggio!-
-Ma di che diavolo stai parlando?!- urlò Guido spingendo Alessio lontano da sé, il ragazzo inciampò nei suoi stessi piedi e finì per cadere sul pavimento.

Si zittirono di colpo nel vedere Alessio portarsi una mano alla testa: si toccò la nuca e poi riportò la mano davanti al suo viso.

Il cuore di Guido perse un battito quando si accorse che questa era macchiata di una sostanza vischiosa e rossa. Daniele si precipitò verso di lui e si rese conto che il ragazzo aveva sbattuto contro lo spigolo di legno del letto:

-Oh mio Dio! Amore mio...- mormorò ed Alessio incominciò a tremare. Guido chiamò subito un'ambulanza e fu un'impresa ardua destreggiarsi tra la preoccupazione che gli faceva tremare le mani, scivolare il cellulare, cliccare icone senza senso nel tentativo di aprire quelle giuste e l'esigenza di fare tutto in fretta.

Vide il volto di Alessio diventare pallido ed i suoi meravigliosi occhi azzurri incupirsi ed un nodo gli strinse la gola.

Daniele si tolse la maglia del pigiama tra le lacrime e cercò di tamponare la ferita del ragazzo nel tentativo di arrestare la perdita di sangue. Le palpebre di Alessio iniziarono a tremare e Daniele prese a schiaffeggiato nel tentativo di non farlo svenire.

Gli operatori del centralino dell'ospedale risposero al primo squillo e Guido spiegò loro velocemente ciò che era accaduto.

Fu questione di pochi minuti e si ritrovarono nella loro camera da letto in compagnia dei due operatori dell'autoambulanza: prestarono ad Alessio le prime cure e poi lo portarono con sé. Daniele li seguì, mentre Guido rimase indietro inchiodato con lo sguardo nel punto preciso in cui si era accumulato sul pavimento il sangue del suo compagno.

Era stato lui a spingerlo...

Si strinse la testa tra le mani maledicendosi per tutta quella situazione, non riusciva a credere che, per via della sua ostinazione, era arrivato persino a fare del male ad uno dei suoi compagni.

Uscì di casa come una furia, indossò il casco e salì in sella alla sua moto: fece rombare il motore e partì sgommando dirigendosi in quello stesso luogo in cui era stato meno di un paio di ore prima.

Quando giunse sulla spiaggia, il petto gli bruciava, sembrava che il cuore volesse scoppiargli, era preoccupato, angosciato ma, per la prima volta in vita sua, voleva solo scappare il più lontano possibile da lì e non perché avesse paura, ma perché il senso di colpa lo avrebbe tormentato senza dargli possibilità di risolvere quella situazione.

Si conosceva bene: se sino a quel momento aveva cercato di salvare la loro relazione perché li amava e voleva stare con loro, se quell'amore si fosse esaurito dopo quello che era accaduto, lui non avrebbe avuto la forza di andarsene ed avrebbe finito par incastrarsi ed incastrare i suoi compagni in una situazione assurdamente folle solo a causa del suo senso di colpa.

Si accese una sigaretta, si sedette nello stesso punto in cui aveva trovato Alessio poche ore prima, rivolse lo sguardo verso l'orizzonte ed il nero quasi assoluto di cielo e mare, e stette lì ad osservare la piccola luce rossa della sigaretta che bruciava lasciandosi incantare e distrarre da una cosa tanto piccola.

Dopo un tempo che gli sembrò infinito, sentì il suo cellulare squillare e rispose immediatamente non appena sullo schermo comparve il nome di Daniele:

-Come sta?- domandò sentendo un nodo soffocargli il respiro in gola:
-Bene... più o meno- rispose l'altro: -Ha preso una brutta botta alla testa, lo tengono in osservazione per questa notte, o per meglio dire, questa mattina visto che sono già le cinque. Comunque, se non dovessero esserci complicazioni, lo dimetteranno nel giro di qualche giorno.- Guido accolse la notizia con un sospiro di sollievo: -Mi dispiace...- aggiunse subito dopo Daniele e l'uomo captò immediatamente il cambiamento che avvenne nella sua voce e quel singhiozzo che aveva tentato di confondersi tra le sue parole.

-È stata colpa mia, amore mio... sono stato io a spingerlo- mormorò Guido:
-Oddio, Guido, cosa ho fatto?- disse Daniele e l'altro comprese che aveva incominciato a piangere.

-È stata colpa mia, Dani, te l'ho già detto, tu non c'entri niente...-
-No!- urlò il suo compagno interrompendolo: -È stata colpa mia, se non avessi tirato fuori quel discorso sul tradimento...-
-Non fa niente, avremo modo di chiarirci e vi dimostrerò che vi amo e che non vi ho mai traditi-
-Lo so...- mormorò Daniele e Guido sentì la tensione irrigidirgli i muscoli del viso:

-Che messaggio avevi letto?- gli domandò con voce tagliente:
-Nessuno...- rispose Daniele in un sussurro e Guido sentì la rabbia incendiargli il sangue nelle vene:
-Stia dicendo che te lo sei inventato?- i singhiozzi di Daniele, a quella domanda, si fecero più insistenti: -Perché l'hai fatto?- gli domandò:

-Volevo... oddio, Guido, volevo che la smettesse di essere entrambi contro di me, volevo che la smettesse di accusare me di tutta quella situazione...-
-Non era un attacco mirato a te, stavamo cercando di chiarire le nostre divergenze-
-Ed eravate entrambi contro di me!- tuonò il giovane cercando di difendersi:
-Questo lo hai pensato tu, dannazione! E, probabilmente, perché ti senti così! In colpa! Ma né io né Alessio ci siamo mai coalizzati contro di te od, abbiamo mai pensato che la colpa di tutto ciò che ci stava accadendo fosse solo tua!-
-Invece, io mi sono sentito proprio così!-
-Ed era per questo che volevo che ci chiarissimo, che buttassimo fuori tutto quello che avevamo dentro per risolvere questa situazione, ma tu hai avuto la geniale idea di buttare ancora altra benzina sul fuoco, come se non avessi alcuna intenzione di risolvere la nostra situazione!-
-Perché voi due vi siete sempre amati più l'un l'altro di quanto abbiate mai amato me!-
-Tutto questo è assurdo, Daniele! Ci siamo sempre amati tutti e tre, Cristo!, adesso, dopo tre anni, mi vieni a far capire che i nostri problemi con te, sono tutti causa diretta della tua gelosia? Perché hai iniziato questa relazione con noi, se poi sei geloso di entrambi?!-
-Non lo so...- ammise Daniele:

-Sei tu che hai cercato di sfasciare tutto ed era per questo che rifuggivi ogni tentativo di un confronto, era per questo che litigavi sempre con Alessio perché sapevi che lui non si sarebbe accorto, a differenza di me, del tuo marcio, avrebbe continuato ad amarti e tormentarsi per i continui casini che gli avresti fatto credere di causarti, invece, stavi soltanto cercando di dividerci... mi fai schifo!-

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