Epilogo

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Guido si lasciò guidare dal suono inconfondibile dell'attrezzo, come se fosse una musica di sottofondo e non una qualsiasi, bensì proprio quella che gli faceva, ormai da anni, da colonna sonora della sua vita.

Cercò di essere più delicato e leggero del solito, non che solitamente non lo fosse, ma sperava con tutto il cuore di non provocare neanche il minimo dolore al suo prezioso "cliente".

Mattia, il "cliente" in questione, teneva gli occhi chiusi, un braccio dietro la testa e, dall'espressione serafica del viso, sembrava quasi che si fosse appisolato.

Daniele si era costituito ed era finito in prigione e lì ci sarebbe rimasto a lungo, per sempre fuori dalle vite dei due ragazzi.

Alla fine, Alessio era rimasto all'oscuro di tutto, neanche Carlo aveva trovato sufficiente coraggio per rivelargli che, uno dei suoi ex, aveva finito per rivelarsi, non solo un traditore doppio giochista e persino manipolatore, ma che aveva addirittura cercato di uccidere un innocente solo per assecondare la follia dei suoi pensieri e dei suoi pseudo-sentimenti romantici.

L'appartamento che Guido aveva preso in affitto si trovava nei pressi della pizzeria di cui Carlo era il proprietario: era piccolo, un paio di stanze con servizi, ampie finestre, un balconcino nel soggiorno, luminoso ed accogliente, sito all'interno di uno stabile di pochi piani con vicini non proprio "amiconi", ma tranquilli e, come se non bastasse, non era poi neanche molto distante dallo studio del tatuatore.

Anche se Guido, in un primo momento, aveva persino pensato di vendere lo studio ed aprirne un altro da qualche altra parte.

Mattia gli aveva fatto cambiare idea ed, appena la ferita aveva incominciato a cicatrizzare, era tornato nello studio del suo compagno e l'aveva spinto a fare l'amore con lui nel suo ufficio, cancellando ogni brutto ricordo in quel posto con l'amore.

Ed, alla fine, era persino giunto quel momento e Guido aveva deciso di esaudire il desiderio del suo compagno marchiando la sua pelle con un tatuaggio che sugellasse a tutti gli effetti l'inizio della loro relazione.

Allontanò l'ago dalla pelle di Mattia e vi passò il tavogliolo ripulendo il tatuaggio dai residui d'inchiostro.
Sorrise ed alzò gli occhi sul viso del ragazzo.

L'altro era ancora tranquillo, i lineamenti del viso distesi, quelle labbra meravigliose appena dischiuse e che sembravano implorare di essere riempite di baci.

Guido tornò a concentrarsi con fatica sul suo lavoro: pulì per bene la zona, la osservò con attenzione ammirandone le linee ben definite e prese a passarvi una pomata lenitiva.

Si pulì le mani con un panno e si alzò dalla sedia per andare a baciare le labbra del suo compagno.

Mattia aprì gli occhi fissandolo incerto ed aggrottò la fronte:
-Hai già finito?- gli domandò incredulo e Guido si limitò ad annuire.

Il ragazzo scese dal lettino e si avvicinò allo specchio appeso contro la parete.

Al posto dell'orribile cicatrice che gli aveva lasciato Daniele, adesso, sul suo fianco, risaltavano delle linee delicate, a formare una frase che si attorcigliava su se stessa dando vita ad un simbolo dell'infinito fatto di parole:

"Sei l'Amore della mia vita".

Mattia sentì l'emozione stringergli un nodo in gola: abbassò gli occhi sul tatuaggio cercando di capire se ciò che aveva visto riflesso nello specchio, fosse in realtà, anche ciò che stava inciso per sempre sulla sua pelle.

Guido assistette alla scena con un sorrisino un po' teso ad incurvargli le labbra, mentre i suoi occhi si riempivano di tenerezza nel seguire l'incredulità dell'altro che sembrava piegargli i lineamenti del viso in espressioni sempre più buffe.

Gli si fece di colpo vicino e gli strinse i polsi allontandoli dalla presa sulla sua t-shirt e premette la fronte contro quella dell'altro.

Mattia chiuse la bocca con gli occhi ancora un po' sgranati e Guido rise:
-Ma... davvero?- balbettò il ragazzo ed il tatuatore annuì più volte sempre continuando a sorridere: -Anche se sono così?- continuò a chiedergli e Guido scosse appena la testa catturandogli le labbra in un bacio.

Gli morse piano un labbro come per avvicinarsi alla bocca dell'altro, premette con fare deciso sulle sue labbra, le accarezzò sensualmente prima di approfondire il loro bacio iniziando ad accarezzargli la lingua con la propria.

Mattia prese a ricambiare subito il bacio dell'altro, forzando la presa di Guido intorno ai suoi polsi, costringendolo ad abbassare le braccia di modo da potergli stringere i fianchi con le mani permettendo, alla parte inferiore del suo corpo, di aderire perfettamente a quella dell'altro.

Guido sorrise contro le sue labbra ed il loro bacio si fece sempre più intenso e travolgente, i loro respiri sembrarono fondersi così come i loro sapori, e più stavano lì ad esplorare la bocca dell'altro, più sembrava che si stessero fondendo l'uno con l'altro, l'uno dentro l'altro a partire dalle loro labbra.

La pelle si fece sempre più calda, le loro carezze sempre più desiderose di scoprire ed appropriarsi dell'altro.

I polmoni iniziarono a bruciare ed a implorare disperatamente aria.
Ma i due sembravano non volersi staccare l'uno dall'altro, sembravano tra di loro ancorati come naufraghi aggrappati ad una zattera di fortuna, disperati ma pieni di speranza, consapevoli di essere aggrappati alla loro unica ancora di salvezza.

Ma, alla fine, dovettero cedere al proprio corpo, e si staccarono titubanti con i respiri corti ed i petti che si sollevavano e si abbassano freneticamente, nel disperato tentativo di tornare a far circolare aria nei polmoni.

Tornarono fronte contro fronte guardandosi negli occhi e perdendosi... consapevolmente... l'uno dentro gli occhi dell'altro.

-Così perfetto per me?- gli domandò Guido con ancora un po' di fiatone, neanche se avesse corso per chilometri.
Mattia sorrise ed annuì.

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