Il momento tanto atteso è arrivato.
Sono seduta sul mio letto indecisa su cosa mettermi, da una parte voglio far vedere a Jacob cosa si è perso, ma dall'altra non voglio sembrare una a cui piace ricevere attenzioni.Il telefono comincia a suonare e si tratta di una chiamata da parte di Caroline.
"Dove sei?!" Quasi urla. In questi ultimi giorni mi ha chiamata duecento volte solo per assicurarsi che sarei venuta a questa stupida partita.
"Sto arrivando, dammi dieci minuti." E invece sono ancora a casa, ma questo lei non deve saperlo se no mi ucciderebbe all'istante.
"Ci vediamo dentro sbrigati." Chiude la telefonata e io sospiro. Mi metto dei pantaloncini a vita alta neri e sopra un top rosso, che lascia intravedere una piccola striscia di pancia. Guardo l'ora e impreco, l'autobus sarà già passato sicuramente e non so a che ora passerà il prossimo.
Scendo le scale e mi fiondo fuori di casa, per poi correre dalla fermata per la Pacific. La partita incomincerà tra un'ora e ho un'ansia tremenda nell'andare nella mia vecchia scuola.
Davanti a me vedo una macchina uscire dal parcheggio, con Noah al volante che mi fissa divertito.
"Cosa ci fai ancora lì?" Chiede. Indossa la divisa della St. John, rossa e nera.
"Sto aspettando l'autobus." Alzo gli occhi al cielo, doveva proprio abitare nella mia stessa via?
"Vieni che ti do un passaggio." Continua a ridere, io invece vorrei piangere. Non faccio storie e salgo nella sua macchina, se no arriverei tra almeno un'ora.
"Grazie." Sono agitata, mi conoscono tutti alla Pacific e un possibile affronto con Jacob potrebbe farmi ancora più male dell'altro giorno. Arriviamo dopo circa 20 minuti e quando vedo la mia vecchia scuola mi rendo conto del terribile sbaglio che sto facendo.
Noah parcheggia e poi scende dalla macchina, invece io resto ferma al mio posto.
"Hai intenzione di scendere?" Chiede scoraggiato, devo ammettere che con la divisa è proprio bello.
Smetti di fissarlo"Sto bene qui." Rido, no no io non ci entro. Lui sospira e poi fa il giro della macchina fino ad arrivare alla mia portiera, la apre e con le sue braccia muscolose mi prende in braccio e comincia a camminare verso l'entrata. Oh cazzo.
"Mettimi giù Walker come ti permetti questa è forzatura!" Urlo, tutte le persone nel giardino ci guardano abbastanza scioccate e con aria interrogativa.
"Lo sto facendo per te, ti conviene non fare resistenza." Risponde mentre entra dentro la scuola e visto che ormai mi hanno vista tutti non posso più tornare indietro. Mi posa e io gli tiro un pugno sullo stomaco, ma a lui non fa nessun effetto e continua a ridere.
"Victoria?" Mi giro e c'è Charlotte che mi sta guardando insieme a tipo tutta la squadra di basket della Pacific, merda avranno visto me in braccio a Noah e chissà cosa stanno pensando in questo momento. A Charlotte durante il primo anno piaceva da morire Noah, ma lui non l'ha mai considerata.
Non voglio parlare con lei e con nessun altro di quei bastardi, quindi comincio a camminare spedita verso la palestra ignorandoli e Noah mi segue."Non era la tua migliore amica? Vi vedevo sempre insieme." Domanda lui, non l'avrà riconosciuta lunedì al bar visto che era girata di schiena.
"Infatti lo era, quel coglione mi ha tradito con lei." Dico senza lasciar passare alcuna emozione, tanto prima o poi sarebbe girata la notizia anche a loro.
"Ah cazzo, scusa." Lo guardo e sembra davvero dispiaciuto, wow Noah Walker per la prima volta nella vita chiede scusa ad una persona.
Arriviamo in palestra e qualche ragazza della Pacific mi saluta un po' sorpresa mentre io cerco di individuare Caroline.
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Enemies
Teen FictionVictoria Cooper, una ragazza ferita dalle persone che amava di più, decide di cambiare scuola per voltare pagina. Conoscerà nuove persone, farà nuove amicizie e si formeranno nuove rivalità. Ma soprattutto non riuscirà a non pensare a quella person...