un tuffo nel passato.

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sembrava che tutto stesse andando male.

sembrava.

ora lei è felice, insieme al suo amato.

ma prima non lo era, non lo era per niente.

meglio partire da dove tutto è iniziato.

dal lontano agosto del 2017.

13 agosto 2017.
la piccola sophie stava viaggiando sull'ennesimo treno. per avere 13 anni, aveva già una vita da 18enne; prendeva treni da sola, non aveva problemi a camminare sola la notte e soprattutto aveva una mentalità molto aperta.

le ruote del treno facevano un gran trambusto, che echeggiava forte nei diversi vagoni del treno. Da quando aveva ricevuto la conferma delle registrazioni di bohemian rhapsody come comparsa non aspettava altro che quel giorno, che non tardò ad arrivare.

tutto ciò che voleva la piccola era assistere alle registrazioni di uno dei film che stava aspettando di più in assoluto, della comparsa onestamente non le importava molto.

a dir la cruda verità, non le importava quasi di niente. si sentiva sbagliata, tremendamente sbagliata. Non riusciva a sfogarsi con nessuno, nemmeno con la sua migliore amica arianna.
ormai si sentiva vuota, non sapeva nemmeno il perché.

il treno si fermò 1 ora dopo la partenza.
Sophie era stremata, aveva speso quasi 24 ore a viaggiare. Alla stazione ovviamente non l'aspettava nessuno, era sola durante il viaggio.

Si ricordò di dover chiamare sua madre per avvisarla, così mentre aspettava il taxi chiamò la povera donna che sicuramente era in ansia.

il taxi la portò davanti un b&b vicino il falso palco del live aid, dove il giorno seguente sarebbe dovuta andare.

...

"mi dispiace, non possiamo farla entrare."
disse la signora di mezza età.
"andiamo signora! Domani mattina ho le registrazioni di un film, devo dormire!"
rispose la bimba.
"cara vorrei farti entrare, ma per ragioni di sicurezza non possiamo. Non sappiamo cosa potrebbe succederti, non vogliamo passare un brutto quarto d'ora."
contrabattè la donna.

"signora la lasci a me." Disse una voce dietro di lei.
"scusa, tu saresti?" chiese sophie.
"oh, scusa. Io sono Joe." Disse.
"avevi detto di lasciarmi a me, come posso avere la certezza che tu non mi uccida?" rispose.
"astuta la bimba. Beh, ho sentito tutta la conversazione, visto che anche io devo registrare il film, potresti stare da me stanotte e poi domani andare a registrare."
disse sicuro.
"mh. Vediamo i documenti." si aggiunse alla conversazione la donna, che sembrava più sua madre da come si comportava.
Joe mostrò i documenti e il pass delle registrazioni, così la bambina venne affidata al ragazzo.

...

"purtroppo la stanza che ho prenotato ha solo un letto grande, quindi piccola dormiremo insieme." Disse Joe.
la bimba non era molto entusiasta di ciò, ma comunque si doveva accontentare,
"ok." Disse.
"perfetto allora. vai a metterti il pigiama e andiamo a dormire, domani sarà una giornata lunga." Disse Joe.

la bimba si stava togliendo la maglietta, ma notando lo sguardo del ragazzo disse:
"puoi gentilmente non guardare qui per un secondo?"
"oh si, perdonami." Disse il ragazzo tappandosi gli occhi.
sophie tolse la maglietta e poi il piccolo reggiseno, lasciando scoperti i suoi piccoli seni. Dopo tolse i pantaloni strappati, lasciando scoperte le sue curve.
Joe non riuscì a non guardare, perciò appena la bimba si tolse la maglietta lui guardava dalla piccola fessura delle sue dita. Era impossibile, a detta del ragazzo, che una bambina come sophie fosse così ben formata. Era estasiato. Il paradiso però durò poco, infatti la bimba si vestì molto velocemente, coprendo il suo corpo poco prima nudo.

entrambi si misero a letto, stanchi.
"mi sento un pedofilo." Disse il ragazzo.
"ahah, perché?" domandò la ragazza.
"perché sei così piccola, mentre io sono così grande."Disse.
"Beh hai ragione." Disse ridendo la bimba.
"beh però devo dire che sei carina, per la tua età." Disse amichevole il ragazzo.
"anche tu lo sei hah" rispose la bimba.
"dai ora dormiamo, domani ci aspetta una lunga giornata." rispose il ragazzo, scoprendosi un po' dalle lenzuola che sembravano lava.

la bimba si svegliò di soprassalto, ansimante.
ennesimo incubo.
cominciò a piangere, in preda alla paura.
Joe se ne accorse e si svegliò.
"piccola, che succede?" chiese.
"ho fatto un incubo, c-come sempre." rispose la piccola.
istintivamente Joe la abbracciò, un po' come un padre fa con la propria figlia.
sophie si fece trasportare dalle braccia possenti dell'uomo, liberandosi in un pianto liberatorio.
Tutto ciò che volevo in quel momento era stare con lui, che le dava sicurezza e benessere.

"piccola, vuoi raccontarmi?" Chiese.
"preferirei di no Joe, sono ancora scombussolata."
"ok non preoccuparti, quando vuoi puoi dirmi tutto."
detto ciò il grande prese il comando della situazione e fece sdraiare la piccola sul rispettivo cuscino, avvolgendo la piccola con le sue braccia. Era estate, ma in quel momento Sophie si sentiva bene sentendo il caldo di quell' abbraccio, nonostante l'altra persona fosse uno sconosciuto.

si sentiva bene, si sentiva felice dopo tanto.

era lui a renderla felice.

save me.•joe m.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora