Capitolo 4

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Per tutto  il resto della settimana, Harry si comportò in modo normale. Indifferente, come d'abitudine. Niente lo emozionava. Continuò con le sue lezioni e le sue sessioni come se niente fosse. Non raccontava niente su Louis, Anne si incaricò di mettere al corrente Stella sulle recenti azioni di Harry. Nel frattempo lui passava i giorni aspettando impazientemente l'arrivo di quel sabato.

Alla fine arrivò. Ogni settimana gli sembrava un'eternità. Aveva qualcosa da aspettare ogni giorno. Sua madre andava sempre al centro commerciale di mattina, però quel sabato sua madre, la nonna di Harry, gli aveva chiesto come favore se potesse portarla dalla parrucchiera, grazie al quale dovettero posticipare lo shopping a dopo pranzo. Harry stette con un'espressione irritata per tutta la mattina e non parlò con nessuno. Anne si scusò con lui, anche se credette che fosse capriccioso e non solo un bambino conformista, era comunque una cosa buona ogni tanto. Una volta finito il pranzo, Anne lavò i piatti e si diresse verso il centro commerciale. Harry non sapeva nemmeno da quanto Louis lo stesse aspettando. Lo rendeva nervoso il fatto che lavorasse solo di mattina e quindi non avesse la possibilità di vederlo quel giorno. Per sua fortuna, al suo arrivo, Louis si trovava lì.

Entrò in quel negozio che cominciava a conoscere perfettamente. Ogni volta sempre meno nervoso per la gente attorno a lui, non poteva dire lo stesso con il ragazzo che lo serviva sempre. Lo vide avvicinarsi e afferrò un CD.

"Benvenuto a MusicWorld, Harry." disse sorridendo nel momento in cui si trovò sufficientemente vicino a lui. Ricordava il suo nome. Si sentì così speciale che non poteva esprimerlo a parole. "Che bello rivederti". La faccia di Harry sembrò non mutare al di fuori, però la sua mente stava gridando internamente. "Pensavo venissi sempre di mattina, a quanto pare mi sono sbagliato." rise un po' e fu musica per le sue orecchie. "Questo è un bene". Nel momento in cui Harry sentì questo, tutta la rabbia che aveva dipinta sul volto svanì, sparì in un secondo. "Forse possiamo continuare il discorso dell'altro giorno. Cioè, se non hai fretta". Harry scosse la testa più volte. "Perfetto! Suppongo tu abbia già mangiato". Lui annuì. "Ti piacerebbe restare con me mentre mangio qualcosa? Muoio di fame." Harry annuì. Era come se Louis non fingesse simpatia con lui solo perché era diventato un cliente abituale del luogo dove lavorava, era come se gli piacesse davvero.

Louis gli fece un segno perché lo accompagnasse ed entrarono nella porta al di là del bancone, dove incartava sempre gli acquisti della gente. Era un posto abbastanza ampio. Aveva un bagno per i dipendenti, una piccola cucina, un tavolo con qualche foglio in cima, tre sedie accanto ad essa, una lavagna attaccata alla parete sulla quale erano appesi dei post its di colori diversi.

"Prendi posto." gli disse con tenerezza mentre si diresse verso il piccolo frigo, prendendo un recipiente con dentro un sandwich. Harry si sedette su una sedia e Louis fece lo stesso. "Ne vuoi uno? Li ha fatti mia madre". Harry rifiutò con la testa. Gli sarebbe piaciuto prenderne uno, ma era pieno.

Guardò come Louis cominciò a divorare il suo panino. In realtà a quanto pare aveva fame. Si ritrovò imbambolato ad osservarlo. Dopo aver notato come Harry lo osservesse con concentrazione e dopo aver terminato il suo secondo sandwich, si girò verso di lui.

"Ti stai divertendo guardarmi mangiare?" chiese divertito e bevve un sorso dalla sua gassosa.

Harry rimase immobile. Non sapeva cosa rispondergli. Se avesse detto di si, sarebbe risultato come una specie di stalker. Se avesse detto di no, ci sarebbe stata la possibilità che Louis si offendesse. Louis notò il panico nei suoi occhi. "Hey, rilassati. Stavo scherzando. Faccio sempre questo tipo di commenti sarcastici e stupidi. Mi dispiace se sono sembrato maleducato". Harry negò con la testa facendogli intendere che non fosse colpa sua. "Sei molto timido, vero?" Harry lo guardò intensamente un po' impaurito, temeva che scoprisse il suo reale problema e smettesse di parlargli. "Cioè, ti ho sentito pronunciare solo due parole in quattro settimane. Mi sembra ingiusto. Hai una voce bellissima, è un peccato che non la utilizzi spesso". Il ragazzo non fece altro che guardarlo in modo sorpreso. "Ti propongo una cosa, tu vieni a trovarmi ogni sabato e io ti aiuto a superare il tuo problema di timidezza. A meno che io non sia l'unica persona con cui parli poco". Harry scosse la testa. "Bene, cosa ne pensi se iniziassi a smettere di annuire o scuotere la testa tutto il tempo? Non è che mi dia fastidio, sei tenero quando lo fai, però devi solo rispondere con un paio di parole di due lettere ciascuna. Non sembra così complicato. Che ne pensi?" Harry annuì con la testa e Louis si lasciò scappare una risata. "Ci vorrà un po'." disse grattandosi la testa. "Un'altra volta, sei disposto a farlo?"

El chico de los CDs [Larry Stylinson] [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora