Anneliese crebbe in un ambiente cattolico, la cui serenità fu profondamente turbata dal parto di una figlia illegittima da parte della madre. È probabile che Anneliese si sentisse in dovere di espiare colpe non sue. Tutta la sua giovinezza fu segnata da questo avvenimento, al quale si unì la morte della sorellastra quando questa aveva soltanto otto anni. In seguito all'aggravarsi delle convulsioni, le fu diagnosticata una rara forma di epilessia che, secondo i medici, era collegata alle frequenti visioni.
Senza dubbio le allucinazioni cui era soggetta la ragazza erano amplificate dall'uso smodato di farmaci antiepilettici. Il padre e la madre, preoccupati per i continui peggioramenti della figlia, decisero di rivolgersi alla Chiesa, convinti che la ragazza fosse posseduta. Inizialmente, la giovane fu invitata a frequentare di più la chiesa, ma ben presto, la convinzione che la sua malattia dipendesse dai peccati che aveva commesso, indusse Anneliese a praticare penitenze sempre più dolorose.