Capitolo 2

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L'ora di chiusura era finalmente giunta.

Dopo aver chiuso a chiave l'ingresso del negozio, Sybil guardò soddisfatta la lista degli ordini: tutto finito, perfettamente in tempo... sembrava quasi un miracolo!

Era parecchio tempo che non riusciva ad avere una serata libera e in condizioni normali si sarebbe concessa un po' di divertimento. Un'uscita con qualche amico al mercato serale, magari avrebbe anche comprato qualcosa alla bancarella dei cibi esotici e sarebbe andata a cenare in riva al mare... Da quando Asra si era dileguato aveva lavorato così tanto che un poco di relax non le avrebbe sicuramente fatto male!

Ma dovette presto ricacciare tutti quei piacevoli pensieri perchè ora aveva un'altra faccenda di cui occuparsi... Faccenda che se ne stava ancora profondamente addormentata nel suo letto al piano di sopra dalla sera precedente.

Sistemò le ultime cose sul bancone e prima di salire fece un salto in cucina a riempire una tazza con la zuppa che aveva messo a cuocere poco prima.

Entrò nella stanza da letto scostando lievemente le tende ed andò a sedersi sulla sedia accanto al giaciglio, la calda tazza di zuppa sulle ginocchia.

Con un movimento dell'indice, accese la candela che stava sul comodino e rischiarò l'ambiente.

Lo sconosciuto era ancora nel mondo dei sogni, proprio come Sybil si aspettava: l'incantesimo di sonno che gli aveva lanciato era piuttosto potente, dopotutto.

Ma ora era arrivato il momento di interromperlo.

Con naturalezza, la ragazza richiamò il controincantesimo nella mano sinistra e, proprio come aveva fatto la sera prima, la posò sulla fronte dell'uomo...

- Buongiorno! - sorrise Sybil – O forse dovrei dire buonanotte, è già sera ormai... -

Lo sconosciuto aprì gli occhi di colpo, per poi richiuderli immediatamente, feriti dalla luce improvvisa. Con un gemito sommesso, si portò entrambe le mani al volto.

- Perdonami... Non avrei voluto svegliarti così bruscamente... -

Lui parve non sentirla nemmeno – Sono morto...? - biascicò, senza scoprirsi il viso.

La ragazza alzò un sopracciglio – Oh... temo che ti sia tornata la febbre... -

L'uomo sbirciò tra le dita e sussultò lievemente quando Sybil gli posò sulla fronte una pezza fresca bagnata.

- Ecco, questo dovrebbe aiutarti a smetterla di delirare – replicò lei sarcastica.

- Aspetta... Se non sono morto allora... dove mi trovo? - domandò, vagamente confuso.

- Hai perso la memoria? Sarà colpa dell'emorragia o dell'alcool? - fece Sybil tagliente, mettendosi una mano sul fianco.

- Aah... Io... - farfugliò lo sconosciuto, con lo sguardo costernato di chi si sente colto nel fatto – Un momento, come hai detto? - si riscosse poco dopo – Emorragia? - nel dire quelle parole, provò ad alzarsi a sedere.

Meno di un secondo più tardi piombò di nuovo tra i cuscini, i denti stretti per il dolore ed entrambe le braccia strette in vita.

- Non fare movimenti bruschi! - lo redarguì Sybil, posando la ciotola di zuppa sul comodino per andare a sedersi direttamente sul letto – Accidenti... lasciami controllare la ferita, non vorrei che ricominciasse a sanguinare... -

La smorfia che l'uomo aveva in volto si tramutò in un'espressione alquanto incuriosita,mentre osservava le sottili mani di Sybil disfare il bendaggio che aveva intorno ai fianchi. Non disse nulla finchè la ferita non fu completamente scoperta. A quel punto fece segno alla ragazza di fermarsi – Posso? - domandò, alzandosi nuovamente a sedere, questa volta con molta più delicatezza.

Prima della tempestaWhere stories live. Discover now