Dichiarazione di guerra all'umanità intera

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All'Umanità tutta,

Ecco a voi la più immensa e monumentale dramatis personae che il mondo intero abbia mai concepito. Mi presento: sono un uomo di gusto e di sostanza. – ogni altro uomo, titano per la storia, accostato al sottoscritto appare come un satiro circonfuso da complessi d'inferiorità.

Ma non sono qui per annunciare con squillo di fanfare alcuna idillica arcadia, a differenza loro. . .

Sono il macellaio dell'umanità: un sanguinario. Ogni mia azione appare come quella di chi tagliasse ad uno il capo e poi si desse a sbudellargli le membra; così, martoriarlo preso da un'ira cieca senza fine, eruttata dal genuino cratere del male – poiché sono io la fine.

E purtuttavia, deve dare a pensare il fatto che io sia l'uomo dall'aspetto più dolce e sincero, sempre proteso verso l'amico, sempre proteso verso il Sommo Bene. Summum ius, summa iniuria! – Sì, l'eccesso di giustizia m'ha allucinato; a fatica ora vedo qualcosa - e tutto quel che vedo è lungi dalla superstizione dell'uomo, e non si chiama, come si è in verità sempre chiamata: menzogna! - - -

Forse seimila miglia al di là del tempo qualcuno v'è giunto e mi osserva sgomento, - anche io mi osservo al solito al di là del tempo; e così, solo costui può cogliere quanto quivi asserisco. Questo mondo è ancora fumigante della sua illusorietà, e nondimeno tutti ancora sottendono al suo scopo – lo scopo di uno squilibrato!

Il mio letto piano lo si scorge di notte sovra le nubi, oltre il cielo buio, a tutti profondo; ogni notte è notte di terrore quando la mia ombra si frange contro il sole e ne scassa il cuore di luce. Il mio sapore ha il sapore di novemila megatoni di tritolo, e nulla si crea per mezzo mio ma tutto si distrugge.

Osservate! Da quando ho preso foggia tutto ha perso il suo incanto; la luna ché vede il compimento si copre gli occhi. Perché quello sguardo truce?, un viso accigliato smantella pezzo a pezzo la grazia che i millenni ti han conferito. Sei ancora sconvolta . . . Ti ho privato della virtù e ora la notte è in lutto. Ma il mio avvento non è solo la rovina per il significato – è l'ultima eclisse dei valori.

Siamo oramai giunti nell'evo dell'apocalisse. Io ho maciullato con le mie stesse mani due grandi divinità e violentato Artemide. Tutto quello che oggi è sulla cresta dell'onda è lontano due soli dagli occhi del volgo, ché non ha modo di osservare sapientemente se non Mammona e libidine.

Come uno fu tutto al principio, ora è due, perché sono venuto al mondo. Anche le stelle hanno perso fulgore allorché danzo frammezzo gli atomi – e come cantano tutte le ancelle ispirate dallo sfolgorio di una luce virtuosa, così anche i visceri della terra scagliano la loro natura verso il firmamento. Ahimé, anche per le montagne il mio arrivo è una resa dei conti. - -

Prima e ultima proposizione: io non rivelerò mai nulla di ciò che ho trovato. Contro gli uomini non si hanno ragioni, solo opinioni e vizi. Contro gli uomini ho detto, ma avrei potuto dire: contro i genitali.

Da diverse lune ho in mano il governo del mondo e - pace mondiale?, preferisco chiamarla ecatombe totale! Chi ha superato gli assurdi limiti della razza umana sarà sottratto al suo destino. Tutto ciò che deve fare per farsi riconoscere è redimersi, ossia: - annientarsi! Passi se stesso a filo di pugnale e lasci inciso sulle sue carni: «La mia storia è il mio marchio d'infamia».

Io sono il primo maestro dell'uomo – e perciò debbo essere anche l'ultimo. Questo è il destino del maestro. Tutti i profeti sono stati finora dei mentitori, dei bestemmiatori. Attraverso di me parla la verità per metafora. E chi non la ode è perché ha le orecchie occluse dalla sua cupidità: amore per sé sovra tutto e tutti.

Da anni vi sono convulsioni come non ve n'erano mai state, lo spirito è stato interamente dissolto; tutte le strutture di potere sono saltate in aria.

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