Capitolo 3

27 0 0
                                    

Silvia, per una volta nella vita, ha mantenuto la promessa che aveva fatto a sè stessa. Ciò non vuol dire che è comunque stata un' impresa.
Era tornata a casa quella sera con il numero già in rubrica ma aveva deciso comunque di tenere quel petalo tra i ricordi vari che teneva nel primo cassetto del suo comodino. Poi, con il pigiama già indosso e pronta a spegnere la lucina, aveva guardato il contatto su whatsapp. Cosa doveva fare: scrivergli subito o aspettare? Lei quelle tecniche o regole o cos'altro non le aveva ancora capite e quindi agiva piuttosto a tentativi.
Era tardi però e così aveva deciso che sarebbe stato più comodo pensarci il giorno seguente.
Era passata anche la mattinata: continuava a proiettarsi in quel discorso ma non aveva il coraggio di buttarsi sul serio. Proprio come la protagonista di un libro che aveva letto tempo prima: ogni volta che qualcosa di positivo si presentava davanti a lei, trovava tutti i mezzi per schivarlo.
Erano le 11:30 e si era finalmente decisa: aveva preso il cellulare, aveva selezionato il suo contatto e... cosa gli scriveva? "Ciao sono Silvia"? Decisamente no. Chissenefrega. Avrebbe digitato tutta la frase talmente in fretta e senza rileggerla per non andare in crisi un'altra volta. "Ti ricordi di me?" era comparso sopra lo sfondo marino. Era contenta. Non suonava così male. Beh però l'immagine del profilo era pessima. Aveva ancora quella di qualche mese prima con i capelli rossi acconciati a mò di barboncino e con la lingua di fuori. Davvero poco carina. "Ovvio. Hai fatto bene: il castano ti dona molto di più." Era ancora online ma non scriveva. "Scusa ma stavo ancora guardando la tua foto: non sembri tu. Non ha niente a che vedere con quella intimidita di sabato scorso." Silvia è arrossita leggendolo. Che vergogna! "Mi dispiace, ho parlato troppo. Comunque avevo iniziato a pensare che non mi avresti più scritto." Eh no, Marc, questo mai. Magari sarebbero passate altre settimane, probabile, ma prima o poi...

Da quei disastrosi messaggi, per fortuna, ce ne sono stati altri, tanti da quasi dimenticarsene. Vocali con la sua vocina ridicola (ovviamente Silvia evitava di farne il più possibile), chat ogni volta che il lavoro lo rendeva possibile fino al loro secondo incontro. Era stato carinissimo quella volta. Inconsciamente gli aveva rivelato che di lì a poco ci sarebbe stato il suo compleanno e Marc le aveva proposto di raggiungerlo il fine settimana seguente in Austria dato che era già di passaggio a causa di un corso organizzato dalla sua ditta. Silvia lo aveva fatto: aveva deciso di regalarle l'ingresso per tutto il weekend di gara. Non solo. La prima sera disponibile l'aveva portata a mangiare fuori: niente di che, una semplice pizza ma un gesto che lei aveva molto apprezzato. Poi avevano fatto una lunga passeggiata per chiacchierare un po' e lì, al chiaro di luna, l'aveva baciata. Era stato favoloso, sì, ma Silvia sapeva di non doversi fare troppe illusioni. Sapeva chi era lui e ciò troncava subito i sogni. Sarebbe stata solo un numero. La storiellina di qualche mese, se era fortunata, e poi sarebbe tornato ad una del suo livello. Doveva essere così.

Il silenzio delle nostre anime Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora