Una leggera folata di vento smuove impercettibilmente i miei capelli raccolti in una coda disordinata, accompagnando i miei passi che, lenti e decisi, si dirigono verso il bagnasciuga. Con la coda dell'occhio osservo Alessandro e Camilla ridere insieme in un angolino piuttosto isolato del bar, così, assorta nei miei pensieri in quanto infastidita dai loro atteggiamenti intimi, proseguo la mia passeggiata sulla spiaggia ancora quasi deserta.
Nella mia vita ho sempre avuto tutto. Nessuno mi ha mai fatto mancare nulla purché io me lo fossi guadagnato con il mio sudore e con i miei sacrifici, affinché potessi comprenderne il valore e apprezzarli ancor di più. Con Alessandro, d'altro canto, non ho mai avuto bisogno di desiderare la sua presenza perché lui, forte dell'amicizia con mio fratello e della complicità delle nostre famiglie, ci é sempre stato, nella buona e nella cattiva sorte.
I miei pensieri vengono interrotti nel momento in cui raggiungo la riva e i miei piedi entrano a contatto con l'acqua fredda dell'oceano. Respiro a pieni polmoni l'odore terapeutico del mare e della salsedine e alzo il capo consentendo al sole di carezzare ogni centimetro di pelle. Afferro l'asciugamano dalla borsa e mi stendo sulla sabbia lasciando che l'acqua raggiunga le mie caviglie. La mia mente si spegne annullando il mondo che mi circonda fatta eccezione per il rumore delle onde che si infrangono sulla riva, i capelli liberi di ogni costrizione sono sparsi sulla sabbia e i miei occhi scuri, coperti da un paio di Rayban rosa, mettono a fuoco una realtà in cui non vi è margine di differenza tra terra e oceano, dove gli uomini sono in grado di attraversare ciò che la mente impone loro così come le correnti attraversano le acque blu del mare. Con le mani afferro dei granelli di sabbia lasciandoli ricadere subito dopo, e ripeto questa azione meccanicamente fin quando non sento le punte dei capelli tirare. Non presto molta attenzione all'artefice di questo gesto in quanto ho sempre amato i massaggi alla cute, ma nel momento in cui il piacere inizia a trasformarsi in dolore, di scatto alzo il capo mentre un piccolo puntino rosso cade a terra.
"ODDIO UN GRANCHIO!" Con uno scatto felino mi alzo da terra attirando l'attenzione di alcuni bagnanti arrivati da poco che mi rivolgono delle occhiate incuriosite e alquanto perplesse a causa del mio urlo. Non posso dire di poter contare sulla mia coordinazione, tanto che, nel momento in cui poggio i piedi a terra cercando di ristabilire il baricentro e quindi, di trovare l'equilibrio, inizia a girarmi la testa e i miei occhi non mettono più a fuoco ciò che ho davanti, limitando la mia vista a due profonde chiazze nere. E, dal momento che di figuracce non ne ho mai abbastanza..
"Giulia, ma che stai facendo?" Una voce fin troppo familiare accompagnata da una risata che, più che femminile definirei un grugnito, si palesano di fianco a me. Le mani di Alessandro mi afferrano per i fianchi e io, cercando di porre fine al lieve giramento di testa causato dalla mia goffaggine e dalla lentezza dei miei lineamenti, afferro le sue spalle avvertendo le mie dita scivolare sulla sua pelle bagnata.
Il sole illumina il suo petto e le sue spalle larghe accarezzate da piccole goccioline d'acqua che cadono dai capelli e l'azzurro scintillante dei suoi occhi è un mix di divertimento e preoccupazione. "Che ci fai qui?" D'altronde, non avrei voluto che lui capisse che, pur di non vederli, mi ero allontanata fin troppo dallo stabilimento. "Io? Tu vorrai dire. Mi stavo.. ecco, ci stavamo facendo il bagno fin quando non ti ho sentita gridare. Ovviamente, conoscendo la tua propensione a cacciarti nei guai sono corso subito qui, ma la prossima volta non farmi preoccupare così tanto per niente!"Ok. Non so se essere lusingata e emozionata per il fatto che lui si sia preoccupato per me, oppure arrabbiata perché ha palesemente ammesso di essere infastidito dalla mia interruzione.
"Guarda che non ti ho detto io di venire qui eh" - "Certo, così tuo fratello chi lo sentiva poi se ti avessi lasciata qui sulla sabbia e sotto al sole, sicuramente ti sarai presa una bella insolazione!" Aggiunge Alessandro riassumendo la sua solita aria spocchiosa.
"Arrogante"
"Acida"
"Dispotico"
"Lunatica"
"Ehm..ehm.." Una voce sconosciuta e, alquanto indiscreta, interrompe il nostro scambio di frecciatine. Un braccio abbronzato coperto da un tatuaggio a forma di corona avvolge il petto di Alessandro, le sue dita lunghe smaltate di nero afferrano i suoi bicipiti costringendolo a girarsi.
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Come il cielo in tempesta
RomanceGiulia, 20 anni, studentessa di medicina e una straordinaria capacità di finire in situazioni al dir poco imbarazzanti in un battito di ciglia. Con il sarcasmo a portata di mano e il miglior sorriso ad incorniciarle il viso, ha sempre la risposta pr...