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Crowley aveva passato l'intera sua esistenza a cercare di fare ricordare al suo unico amore qualcosa del loro passato vissuto un tempo in paradiso, prima ch'egli divenesse demone.

Si ricordava ancora quel momento. 

Erano sulla terra, gli angeli stavano lavorando alla costruzione del giardino dell'Eden, un progetto a cui l'Altissimo sembrava particolarmente assorto. Aziraphel e Crowley si erano presi un attimo di pausa, il sole sfavillava nel mezzodì della volta celeste, e i suoi raggi fiammeggiavano sul terreno secco e parevano strinare persino le pelli intoccabili degli angeli. I due si sedettero sul terriccio lontani dai lavori, ammirandoli a distanza. Si scambiavano tenere parole d'amore e spesso baci, entrambi avrebbero passato persino un tempo più lungo dell'eternità insieme. 
«Devo andare mio angelo, vado a vedere come procedono le cose» sussurrò il rosso a fior di labbra del biondo, che riposò un altro bacio su quella sua amata bocca e lo lasciò andare. Aziraphel lo ammirò mentre si alzava, e lo venerò come fosse la prima o l'ultima volta. Si estasiò di quella veste bianca, di quelle ali bianche, di quei rossi e lunghi capelli a cadergli sulle spalle e creare un contrasto con la sua tinta unita bianca, e poi quei celestiali occhi bianchi. A Crowley i suoi occhi non erano mai piaciuti, Dio glieli aveva dati perché egli avrebbe avuto un amore innato verso l'universo e le stelle, così prese la luce di esse da appena giovani e la mise in quelle iridi bianche. 
«Ti amo, non dimenticarlo» quasi bibsbigliò il rosso, abbandonando lì seduto il suo amato, che rispose «Ti amo!» poco dopo. Una volta giunto agli interni delle mura in mattoni del giardino, si avvicinò alla pura luce del creatore, scorgendolo in creazione di una figura maschile e una femminile. Subito cominciò a chiedere, e chiedere, curioso di sapere, e lì l'ira ingiusta del Padre si scatenò.
«Dubiti? Dubiti del mio piano, angelo?». Il nominato si ritrasse di qualche passo, e allora sentì un'emozione mai avvertita prima d'ora, e che quasi portò a lui la voglia di non essere mai andato lì; era la paura. Dio allora lo privò dei suoi occhi, e lo bandì dal paradiso, cacciandolo negli inferi. Immediatamente delle mani lo portarono a sprofondare sotto la terra, portandolo tra quelli che, oramai, sarebbero divenuti suoi fratelli. Le sue vesti gli vennero private, e lo vestirono in nero. I suoi occhi celestiali venero sostituiti da quelli di una malvagia serpe, e il Padre Nero gli diede la possibilità di assumere le sembianze d'un serpente.
«Ora va', e combina un guaio» ordinò serio il suo nuovo padre, tornando alla creazione dei suoi gironi infernali. Crowley strisciò fuori dalla terra, il caldo sole a battergli sulle squame nere e rosse. Avvistò la donna e l'uomo vagare per il grande giardino, e dopo aver scoperto il melo proibito, s'avvicino a lei tentandola al peccato. Ella accettò, e con sé trascinò il suo compagno, convinto dall'amore e l'inganno. Ambedue vennero cacciati dall'Eden e abbandonati alle avversità del mondo esterno, mentre il demone strusciava sopra le mura, affiancando l'angelo c'ancora lui amava.
«Beh, è stato un buco nell'acqua» borbottò, quindi attirando l'attenzione della creatura divina, concentrata a controllare la coppia vagare per i meandri del mondo ancor deserto. 
«Si uhm... Scusa cosa hai detto?» chiese teneramente, incerto su quel che udì. I due cominciarono a conversare, ma quello più alto avvertiva uno strano distacco nelle loro parole, come se qualcosa fosse cambiato. E quando l'angelo Aziraphel chiese il nome del demone, egli si sentì morire dentro, perché aveva capito che il Creatore davvero lo fece, davvero lo cancellò dai suoi ricordi. Ed era la cosa che lo aveva ferito di più, perché poteva sopportare di vagare nel dolore eterno, poteva sopportare di vivere nell'oscurità più assoluta, ma non poteva proseguire la sua esistenza sapendo che colui che amava non si ricordava più di lui, del loro amore. Ma si fece forza, e in modo discreto rispose solo «Crowley.»

-Spazio A
Ciaooo
Ecco la mia prima one-shot. A dire il vero avrei voluto fare una storia vera e propria, ma pensandoci bene sarebbe stata più carina una One-shots.
Questa era più un'introduzione, volevo presentare l'inizio di questi sei mila anni, di fatti il capitolo è breve, ma in genere si aggireranno sulle 2000 parole, questo è di circa 600.
In caso di domande o richieste potete scrivermi in chat o commentare e sarò lieta di rispondere, spero di essere più chiara il possibile nella scrittura. Se vi saranno degli errori di battitura mi scuso per la mia disattenzione, anche se solitamente revisiono sempre prima di pubblicare.
Ora la smetto di rompere e vi lascio alla lettura, spero gradiate questa storia.

6'000 years, one-shot || Ineffable HusbandsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora