Il Primo Incontro

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Il Lovely Bar della Citta Z, ottimo per godersi una serata davanti ad un boccale di birra mentre si sghignazza con gli amici.
Ormai persino gli Eroi spendono il loro prezioso tempo lì.
Ma che avrà quel bar di così tanto speciale oltre alla birra buona?
Beh, ve lo dico subito. Vedete, l'unica cosa che può accompagnare un bicchiere di birra, oltre la buona musica, e la presenza di una graziosissima fanciulla dietro al bancone che aspetta impazientemente un cliente che le chieda di uscire.
Almeno così credono loro.
Fatevelo dire da chi ne sa più di tutti, non c'è cosa più noiosa e stressante di essere fissata da quei maniaci ubriachi che ogni sera hanno quello sguardo pervertito.
Il mio nome è t/n t/c.
Il responsabile del locale, nonché mio capo, cercava fanciulle avvenenti per rendere più "popolato" il suo bar.
Mi ero trasferita da poco ormai, e dopo aver perso la casa e il mio ragazzo a causa di un tragico attacco dei mostri, avevo il disperato bisogno di un lavoro.
Per fortuna il mio grazioso faccino aveva attirato subito l'attenzione del mio capo, che mi offrì un lavoro come cameriera.
Non potevo non accettare, avevo bisogno di soldi.
E adesso mi ritrovo ad essere molestata dagli sguardi di quei pervertiti.
«Tsk, se almeno mi pagassero come si deve»

~Capitolo 1: Il Primo Incontro~

Il lavoro al bar sembrava essere molto noioso, come tutti gli altri.
Ogni sera, una volta tutti usciti, toccava a me pulire.
Ma spesso c'erano alcune persone fastidiose, che arrivavano subito prima che il negozio chiudesse... quindi dovevo lavorare più a lungo, perchè pagano.
«E i soldi fanno bene al tuo datore di lavoro» Me l'hanno detto.
«È meglio non farlo arrabbiare» Hanno aggiunto.
Ma quel giorno sembrava essere una buona giornata, ebbi persino la possibilità di tornare a casa prima, quindi decisi di andare a mangiare in un ristorante, perché il mio frigorifero probabilmente era vuoto.
Il ristorante si trovava vicino al mio appartamento, se ero fortunata, anche Genos e Saitama sarebbero stati lì.
«Potrei condividere il mio cibo e risparmiare denaro!"
Per me, era molto importante salvare ogni moneta che guadagnavo, non volevo più avere un frigo vuoto.
Mi tolsi la divisa da cameriera e indossai una camicia e una gonna nera, per poi dirigermi verso il ristorante.
«Buona sera a voi due! Sapevo che vi avrei trovato qui» Mi diressi verso Saitama e Genos.
«Ahhh, t/n! È bello vederti qui!" disse Saitama guardandomi.
«Hai fame?» Aggiunse Genos
Tutti nel ristorante potevano sentire un forte ruggito provenire dalla mia pancia.
«Puoi avere il mio cibo, sono un Cyborg, non ho bisogno di saziarmi»
Genos indicò la sedia accanto a lui dandomi il permesso di sedermi.
«Grazie mille!»
Finita la cena, ci incamminammo tutti e tre verso casa.
«Il tuo lavoro sembra alquanto difficile, t/n, hai qualcuno che si prende cura di te a casa?» Saitama sembrava essere proccupato.
A quel punto mi ricordai del mio primo fidanzato, mi fermai in mezzo alla strada buia, mi apparve come un flashback davanti, ma Saitama lo interruppe.
«Genos, hai spento le luci quando siamo usciti?"
«Penso di sì, perchè?»
«Perchè è accesa, e la mia finestra è aperta»
Non me ne ero neanche accorta, che eravamo già nel nostro quartiere.
«Maestro, c'è qualcuno!» Genos fece un passo indietro.
All'improvviso apparve un'ombra, Genos si posizionò di fronte a me, in modo da coprirmi.
Saitama sembrava tranquillo, con la sua solita faccia spensierata. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ma ero felice, non capitavano mai cose così interessanti nella mia vita.
«Credevo che voi ragazzi steste nel vostro appartamento dormendo. Purtroppo, ho distrutto il vostro letto."
L'ombra si avvicinò a noi tre, gli occhi di Saitama cominciarono a brillare.
«Sonic... brutto idiota, non voglio combattere oggi, voglio solo andare a dormire presto, ma tu stronzo, spero per te che tu non abbia distrutto il mio frigo!»
Il ragazzo misterioso cominciò a ridere.
«Ma aspetta, chi è quella donna?» Il suo dito puntò me.
Subito dopo scomparve.
All'improvviso sentì qualcuno prendermi da dietro, avvenne tutto così velocemente.
«Hey ma che fai, lasciami andare stronzo!»
In un attimo, non sentì più il suolo.
Sentì l'aria accarezzarmi le gambe, e lì mi resi conto di qualcosa.
«Un attimo... IO INDOSSO UNA GONNA!»

~To be continued...~






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