Capitolo 6

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Due occhi grigio-azzurri lo fissavano, vuoti e spettrali. Un corpo, pieno di tagli e interamente coperto dal sangue, lo fece rabbrividire. Ciocche di capelli bionde erano sparse nella stanza in cui si trovava, evidentemente strappate a mani nude dalla testa del ragazzo a terra, che era coperta da croste e piaghe profonde. Dei conati premevano nella sua gola.

Harry si svegliò di soprassalto. Il sudore freddo gli bagnava la fronte, la paura che ancora covava nel suo cuore. "Era solo un sogno.."  si disse. "Ma sembrava così reale.."

Si alzò per guardare fuori dalla finestra. Una pioggerellina leggera picchiettava sui vetri. Visto che ormai era sveglio, decise di fare un giro, per evitare di pensare al sogno appena fatto. Dato che era ancora notte fonda, prese il suo mantello dell'invisibilità, e decise di prendere anche la mappa del malandrino, per controllare i movimenti di Gazza, il severo custode. Sgattaiolò fuori dalla sala comune dei Grifondoro, ed iniziò a scendere le scale, cercando di non fare rumore.

Senza un'apparente motivo, si diresse verso la sala grande. Si fermò un attimo per controllare che non ci fosse nessuno nei paraggi sulla mappa, quando notò una cosa strana. Un puntino si muoveva avanti e indietro nella sala comune dei Serpeverde, contrassegnato dal nome di Malfoy. Dopodiché, il puntino uscì dai sotterranei, e si diresse nei piani più alti. Harry decise di seguirlo. Aspettò che arrivasse nel punto dove si trovava lui, poi iniziò a seguirlo da debita distanza. Arrivarono al settimo piano, davanti la stanza delle necessità. Draco camminò davanti al muro che celava la porta della camera per tre volte. Dopodiché, la porta apparve letteralmente per magia.  Malfoy entrò, con Harry alle calcagna. Il pallore del ragazzo, che non sembrava essersi accorto della presenza del suo rivale, risaltava alla luce delle candele. Si guardò intorno. La stanza era piena di cianfrusaglie, di mobili di ogni tipo, di scartoffie sparse a terra. Doveva aver assunto la sua forma originale di sgabuzzino. Draco si diresse verso un grande oggetto coperto da un lungo telo bianco. Scostò il velo, e l'oggetto si rivelò un grande armadio di legno a due ante. Lo aprì, vi mise dentro una mela e lo richiuse. Sussurrò delle parole incomprensibili, e, quando lo riaprì, la mela era scomparsa. Richiuse le ante, ripeté la frase, e aprì nuovamente l'armadio. La mela era ricomparsa, anche se, stranamente, sembrava essere stata morsa.

Draco rimise il velo sull'armadio, e se ne andò. Harry rimase lì fino a quando non ebbe la certezza che il ragazzo fosse ritornato nella sala comune della sua casa.

Dopodiché, sempre cercando di non fare rumore, ritornò nella torre dei Grifondoro. Si accorse attraverso le finestre che il cielo era schiarito, e che i primi barlumi dell'alba cominciavano a farsi vedere. Decise di riposare un po' prima di fare colazione. Così, senza neanche coprirsi, si sdraiò sul letto, e subito si addormentò.

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