Ameresti un disastro?

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AMERESTI UN DISASTRO?

Crowley non aveva mai amato. Era stato ammirato e desiderato, e qualche volta aveva ceduto alla voluttà umana.

Relazionandosi agli umani, Crowley aveva compreso quanto effimero potesse essere il loro affetto, che esiste un giorno e quello dopo no. Gli esseri umani cercavano nell'amore un mezzo per diventare completi, non si accorgevano di esserlo già, e che l'amore si aggiungeva a quello che già erano.

Eppure, che di amori duraturi ve ne fossero era impossibile negarlo.

Seduto su una panchina del S. James park, Crowley ebbe una rivelazione: invidiava gli esseri umani.

Ebbene sì, il demone Crowley provava invidia per gli esseri umani, perché lui, che viveva da seimila anni, non era mai stato amato.

"È chi amerebbe un demone?", c'era da chiedersi.

"Buon giorno a te, mio caro", esclamò Azraphel, apparso all'improvviso.

"Azraphel, ciao. Che fai qui?", domandò il demone, sorpreso.

"Facevo una passeggiata", rispose l'angelo, sedendo al suo fianco. "Splendida giornata per un miracolo, non trovi?"

Crowley curvò le labbra con cinismo. "Cos'ha in mente?", chiese.

"Questo", squittì l'angelo. Schioccò le dita e un arcobaleno apparve nel cielo.

"Oh, questo è un ottimo esempio di talento sprecato", affermò il demone.

Azraphel s'imbronciò. "Tu sapresti fare di meglio?", lo sfidò.

Crowley annuì e schioccò le dita. Le nuvole si addensarono diventando grigie e gonfie, un forte temporale sorprese le persone nel parco. La pioggia bagnò anche il cappotto preferito dell'angelo.

"Oh, andiamo, Crowley! Dovevi proprio?"

"Colpa tua", si difese il demone.

Furono costretti a trovare un riparo dalla tempesta perché fermarla adesso avrebbe dato troppo nell'occhio, e nessuno dei due voleva richiamare l'attenzione della propria fazione.

Un chiosco nel cuore del parco parve essere il posto migliore. Nel raggiungerlo, incrociarono due innamorati che, incuranti della pioggia, si stavano baciando.

Crowley fece una smorfia di disappunto.

"Che c'è, mio caro? Non ti sentirai in imbarazzo, sarebbe il colmo per qualcuno come te!", sorrise Azraphel.

"Non credi che sia una grande fregatura? L'amore, intendo."

"No, non lo credo affatto. Perché dovrebbe esserlo?"

"Sai come sono gli esseri umani, prima si giurano amore eterno e poi si lasciano."

Azraphel rise. "La pioggia ti ha reso sentimentale, Crowley."

"Non è la pioggia. Tu sei un angelo, non puoi capire. Tutti ti amano. Io sono un demone, è diverso per me."

"Oh, questo non è vero! Io...io ti voglio bene, conterà qualcosa, no?"

Crowley abbozzò un sorriso.

"Io sono insopportabile, sono un disastro. Sono talmente difficile da non capirmi, talmente forte che nemmeno io saprei come distruggermi. Credi che sia facile entrare nel mio cuore? Le distruzioni sono state il mio rinnalzamento. Mi distruggo e mi rialzo. Ameresti un disastro?" *

Azraphel allungò una mano per prendere quella dell'altro.

"Lo farei con tutto il cuore, mio caro. Con tutto il cuore", giurò.

Nota:

Salve, salvino, mio caro vicino! Questa è la mia seconda fanfiction su Good Omens, ormai ci sto prendendo gusto! L'idea mi è venuta dopo aver letto l'ultima frese di Crowley, *una citazione tratta dall'Odissea di Omero. Ho pensato: "questo è molto da Crowley", e ho voluto scrivere una breve storiella al riguardo. Spero vi sia piaciuta! A presto!

-L'imbrattacarte.  

Ameresti un disastro? [Good Omens]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora