Cominciamo dall'inizio, mi chiamo Penny ed ho 15 anni,ho i capelli neri e gli occhi castani e la mia altezza rientra nella media, vivo in una piccola cittadina in America, con mia mamma Amanda, mio padre Jason e la mia sorellina Molly (non saprei cos'altro dire).
Frequento le superiori, sono sempre stata tranquilla, non ho mai avuto grandi problemi a relazionarmi (almeno prima delle medie non ne avevo).
Fin da piccola ero una bambina con molta fantasia, mi divertivo a disegnare la foresta che separava casa mia dall'ospedale e lo "strano essere" che ci viveva, a dir la verità quell'omino che disegnavo era molto confondibile con gli alberi, ora mi diverto a scrivere e disegnare piccole scenette horror e un po splatter.
Questa mattina dato che non c'era scuola, decisi di passare un po di tempo con la mia famiglia, ho aiutato mio padre a dipingere la staccionata di casa, poi io e Molly abbiamo aiutato la mamma con il pranzo.
Dopo aver mangiato, decisi di andare a trovare la mia amica Elen in ospedale, le è stato diagnosticato davvero troppo tardi un cancro ai polmoni, non si sa se riuscirà a sopravvivere, allora io per farle un po di compagnia la vado a trovare tutti i giorni negli orari di visita, parliamo un po di tutto, i nostri vecchi amici non vanno mai a trovarla.
Per arrivare all'ospedale passo sempre per il bosco, non è così spaventoso anzi, è un posto molto pacifico, non succede mai nulla.
Così con lo zaino in spalla e il mio cappello-paraorecchie seguii la stradina che portava fuori dal bosco, ormai la conoscevo a memoria, la luce filtrava tra gli alberi che ormai stavano diventando di varie sfumature gialle e rossastre, la luce creava giochi d'ombra sui loro tronchi grigi, ormai si stava avvicinando l'autunno e faceva un po freschino, camminai per un lungo tratto, c'eravamo solo io e la foresta, senti un rumore dietro di me, per quel che ne sapevo poteva essere una lepre o uno scoiattolo.
Uscita dal bosco, camminai l'ungo la strada grigia che portava all'ospedale, oggi era particolarmente deserta.
Arrivata in ospedale andai subito da Elen, era nel suo lettino, bianca come il latte e debole, attaccata ad un respiratore.
Presi coraggio ed entrai, lei cercò di sedersi, lentamente e affaticata.
<< Gli altri non sono venuti? >> io feci no con la testa.
<< vi sentite ancora? >> dopo che Elen fu ricoverata, gli altri hanno incominciato ad ignorarmi, se poi se lo stessero facendo a vicenda non lo so, non volevo mentirle
<< no...siamo molto impegnati>> lei mi guardò, gli occhi azzurri come l'acqua mi mettevano in soggezione.
<< non abbandonatevi per colpa mia...vi voglio uniti come sempre >> non so se in quel momento stesse per piangere, ma comunque non pianse.
<< sai io ho sempre creduto che alla fine fossi tu quella davvero speciale del gruppo >> dissi io sovrappensiero.
<< senza di te il gruppo non c'era >> lei non rispose.
<< ed ora hai paura che gli altri non vogliano tornare come prima, perché io non ci sarò più? Penny, tu saresti comunque meglio di me, poi con quello che hai non saresti tu quella speciale, chi ci ha condotti nel bosco rassicurandoci, chi ha suonato il campanello ad halloween del signor Davis? Tu Penny anche se spesso te ne stavi in disparte eri capace di tenerci davvero uniti, che gruppo è un gruppo che non ha la propria tipa un po strana con i super poteri, che indossa il cappello con il para orecchie? >> ero convinta che mentisse, è sempre stata lei a guidarci, dove Elen andava andavano tutti, lei ci univa, ci dava consigli potevamo confidarci con lei e poi era lei quella che interessava tutti, con le sue doti.
<< cosa dici? >> dissi io abbozzando un sorriso.
<< la verità Penny >>
L'orario di visita finì, mentre camminavo lungo la strada cominciò a piovere cominciai a correre verso la stradina nella foresta, quando una jeep si fermò accanto a me era il signor Jhonson un amico di papà che veniva spesso a trovarci, aveva i capelli grigi e il viso squadrato, gli occhietti piccoli, di fisico non era messo così male per la sua età era più tosto in forma, i offrì un passaggio ed io accettai.
Continuò per la strada grigia e monotona finché invece di girare dove avrebbe dovuto girò nel bosco.
Sigke: hey hey sono tornata cosa ne pensate?( lo so è corta ma va bene così)
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Creepywoods
Horrorin una cittadina normale, vicino ad un bosco pieno di storie e cose nascoste, cose che nemmeno l'occhio umano può scovare.