Parte 1

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Se c'è una cosa che gli umani non sanno, quella è che i demoni hanno sempre avuto un debole per gli angeli. Gli angeli (con le dovute eccezioni) sono creature semplicemente meravigliose, nobili, profumate ed etere... Bellissime sia nell'aspetto che nello spirito. La loro grazia e il loro aspetto talvolta efebico, talvolta erculeo, sono concepiti infatti per incarnare il perfetto ideale di virtù, che deve ispirare gli uomini durante la loro peccaminosa vita terrena.

I demoni invece sono creature orrende. Hanno un aspetto mostruoso (anche qui, con le dovute eccezioni), emanano cattivi odori, sono rozzi e volgari, in altre parole esecrabili. E ovviamente gli angeli li hanno sempre guardati dall'alto con sdegno e disprezzo, facendoli sentire ancor più immondi e deplorevoli di quello che probabilmente erano realmente.

C'era però un angelo che si comportava in modo molto diverso dai suoi spocchiosi colleghi. Quest'angelo non era né erculeo né efebico, e nemmeno particolarmente dedito alla preghiera e alla contemplazione.

Diciamo pure che era poco ortodosso... Per nulla ortodosso.

Eppure, malgrado queste sue angeliche pecche, risultava comunque più amabile e buono dei suoi simili.

L'angelo Aziraphale non aveva mai guardato il demone Crowley con sufficienza, né gli aveva mai fatto pesare la sua natura maledetta. Anzi, fin dall'inizio si era dimostrato gentile, gli aveva sorriso, lo aveva toccato e recentemente aveva perfino usato il suo spazzolino da denti.

Però, per comprendere (e ridimensionare) la virtù di Aziraphale occorre aprire una breve parentesi anche sul demone Crowley. Vi ricordate quando ho detto che i demoni erano tutti brutti, fetidi e volgari? Ebbene, scordatelo. Crowley era un fascinoso e sofisticato demone tentatore, non maleodorante e dotato di una folta chioma di capelli vermigli, che amava acconciare secondo le mode terrestri del momento.

E calcolate che i demoni non avevano neanche i capelli, al limite possedevano un iguana semi stecchito sopra la testa, una bavosa e colante lumaca intorno alla fronte, certo non dei capelli morbidi e fiammanti.

Da ciò risulta chiaro quanto anche il demone Crowley fosse poco iconografico e niente affatto rispettoso dei canoni demoniaci. Era sì un malandrino diabolico, ma non era spietato e crudele come i suoi simili, come Aziraphale non era così retto e ineccepibile come gli altri angeli.

Forse era per questo che i due si erano trovati e andavano così d'accordo. A tal punto d'accordo che la mera collaborazione si era trasformata un sentimento vero e proprio.

E dopo i fatti della mancata apocalisse, quando i due si erano sentiti maggiormente liberi di esprimersi e sganciati dal giogo delle loro opposte fazioni, questo sentimento era venuto prepotentemente a galla.

Solo che, naturalmente, accadde qualcosa di inaspettato, qualcosa che i due furbetti non avevano previsto.

E, d'altronde, un conto è ingannare Gabriel e Belzebù, un altro è ingannare Chi non può essere ingannato per definizione...

"...Ooh, you make me live!

Whatever this world can give to me,

It's you you're all I see.

Ooh, you make me live now, honey!

Ooh, you make me live

Oh, you're the best friend that I ever had

I've been with you such a long time..."

-STAI ZITTO!- sbraitò Crowley contro il suo stereo che, spaventato, interruppe subito la famosa "You're My Best Friend" dei Queen.

L'Effetto FreddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora