Eravamo rimasti alle doti canore e incantatrici di Aziraphale.Gli angeli cantano, è nel loro DNA cantare, come è nel DNA dei demoni ballare e prodigarsi nei peccati più estrosi e variopinti.
Il demone Crowley, durante i seimila anni che era stato sulla Terra, non era certo stato da meno. Aveva avuto modo di scoprire e sperimentare ogni perversa abitudine umana, sia veniale che mortale. E d'altronde, come poteva tentare il prossimo, se non aveva provato lui stesso il brivido delle tentazioni? Gli umani lo avrebbero ritenuto poco credibile.
Crowley pertanto aveva rubato, oziato, invidiato, litigato, speculato e fatto sesso, giusto per darvi un'idea.
Aziraphale, al contrario, non aveva mai praticato niente del genere -eccetto per l'ozio, adorava dormire!- e aveva cercato di mantenere nei secoli una condotta inappuntabile, un po' per obbedienza ai supremi dettami e un po' perché era, di fatto, un bacchettone.
Ma se c'era una cosa a cui non poteva resistere, quella era il cibo. E anche fare i grattini a Crowley quando si presentava da lui sotto forma di serpente, ma questo non c'entra.
Ciò che c'entra, è la tranquilla e innocente cenetta al Ritz che i due avevano organizzato per celebrare (ancora una volta) il salvataggio della Terra.
Dovete sapere che il Ritz è un ristorante di classe, con un'ottima cantina e del buon pesce. Questo lo rende molto adatto alle coppiette e fa fare bella figura ai primi appuntamenti, peccato solo che Crowley e Aziraphale non ne fossero del tutto consapevoli. Giusto una volta il maitre aveva chiesto a Crowley se il tavolo in fondo a sinistra potesse garbare anche al suo (ineffabile) marito, al che il demone si era indignato e aveva risposto un equivoco "Lui è il mio angelo, non mio marito!", andando solo a peggiorare la situazione.
"Oh, lei è proprio un gentiluomo, signor Crowley!"
Aziraphale però prendeva raramente il pesce, gli veniva un groppo al cuore ogni volta che vedeva quelle povere bestiole immolate così brutalmente sull'altare dell'appetito. Ovvio, con la dovuta eccezione del sushi e del salmone al finocchietto, che erano squisiti.
Lui era più un tipo da primi piatti e da dolci, tanti dolci, troppi dolci. Il suo giro vita rotondetto evidenziava in modo inclemente questa sua peccaminosa abitudine.
Ovviamente era sempre Crowley che lo spronava a fare il bis. Lo tentava con maestria eccelsa, come solo un demone del suo lignaggio saprebbe fare. E d'altronde il demone serpentesco adorava vedere il suo impeccabile angelo in preda dell'estasi del palato, adorava vederlo assaporare e chiudere gli occhi, deliziato.
-Che ghiottoneria! Se fossi un umano, dopo un piatto del genere andrei di corsa a confessarmi!- aveva scherzato, pulendosi la bocca col tovagliolo -Ma che bontà! Figliolo?- chiamò il cameriere, che lo raggiunse, perplesso -Porgi le mie più sentite congratulazioni allo chef per questo piatto davvero... Davvero angelico!-
-Ehm, grazie mille, signore-
-Prego- gli fece l'occhiolino.
-Prendine un'altra porzione, se ti piace tanto- lo istigò il demone, in vena di tentazioni.
-No, altrimenti le ali non mi reggono più!- scherzò Aziraphale, facendolo sorridere.
Crowley sospirò, adorava il suo angelo dalle guance rosee e paffute.
-Angelo?-
-Dimmi, caro-
-Hai mai pensato che noi ci comportiamo proprio come se fossimo due umani?-
Aziraphale lo guardò, perplesso -Beh, lo facciamo per mimetizzarci. Non possiamo certo spiegare le ali e volare al supermercato-
-Lo so, ma pensaci. Mangiamo, beviamo, dormiamo e andiamo perfino al parco. Facciamo esattamente quello che fanno loro, eccetto che per una cosa-

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L'Effetto Freddie
FanfictionConclusa l'apocalisse nel migliore dei modi, Crowley e Aziraphale devono fronteggiare un altro, immenso problema: Dio, che è Onnisciente e che dopo seimila anni inizia a essere stufo dei loro vispi sotterfugi. Riusciranno i nostri ineffabili mariti...