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"Incontri fatali"

Quella sera i miei genitori tornarono a casa leggermente più tardi del solito e subito non capii come mai, ma sapevo che stessero tramando qualcosa. Scesi le scale e andai ad aprire loro la porta, mio padre aveva ancora gli abiti da lavoro come a sua volta mia madre, la quale indossava la sua solita divisa, ma entrambi possedevano un sorriso smagliante.

«Abbiamo una sorpresa per te!»
«In che senso?» non ero molto sicura che fosse una sorpresa in positivo, solitamente avevano la tendenza a lasciarmi senza fiato ogni volta, sia nel bene che nel male.

«Vieni, andiamo in cucina» esordirono. Percorremmo lo spazio dall'atrio alla cucina e notai che avevano una borsa nera con loro, cominciai a capire dove potesse essere la sorpresa, papà la appoggiò sul tavolo.

«L'altro giorno stavamo chiacchierando vicino alla tua camera e avevi lasciato uno dei tuoi lavori in sospeso, lo abbiamo visto e siamo rimasti sconcertati. Stai diventando sempre più brava e ci dispiaceva il fatto che tu non avessi abbastanza mezzi per poter sviluppare le tue capacità...»

Iniziai a sentirmi febbricitante, molte idee mi stavano scorrendo in testa come un flusso, ma nessuna di esse poteva essere vera.

Molto tempo fa, parlando con mio padre gli dissi che impiegavo il doppio del tempo per post produrre, visto che il computer in mio possesso era ormai lento e vecchio.

Ovviamente 7 anni per un portatile credo che siano abbastanza, almeno per me. Però non avrei mai immaginato di averli colpiti così tanto con i miei elaborati, forse si erano sentiti quasi in dovere nei miei confronti, essendo che mi sforzavo di non essere un peso per loro.

Anche se non fosse stato un regalo straordinario, ne sarei stata ugualmente felice, perché sapevo di esser sempre importante per loro. Mia madre mi guardò con un sorriso talmente tanto fiducioso da preoccuparmi.

«Siamo sicuri che ti piacerà, l'abbiamo visto in offerta e non siamo riusciti a dire di no» una volta pronunciate quelle parole, tirarono fuori dalla borsa nera un oggetto sottile, di un color grigio satinato con un logo assolutamente riconoscibile.

«Oddio, papà, mamma, grazie! Un Macbook air!» corsi subito ad abbracciarli. Sentivo il mio cuore pieno di gioia e non smettevo di dimenarmi dall'emozione di quel computer così sofisticato.

«Ricordati Joyce, noi ti vorremo sempre bene» mia madre mi diede un bacio e ne fui felice. Non avrei mai saputo ringraziarli abbastanza. Corsi subito in camera mia, chiusi il vecchio pc assicurandomi di aver salvato il file su cui stavo lavorando e iniziai a pensare ad installare tutti i programmi.

Avvertivo già in il sottofondo dei tutorial mentre impazzivo per cercare di capire come crackare determinati file. Mandai un messaggio a Coraline, per dirle la buona notizia. Era una delle mie amiche più fidate, con lei parlavo di qualsiasi cosa senza nessun problema.

"Mi hanno comprato il pc!"

Secondi più tardi rispose.

"Oddio Joyce finalmente, così la smetti di farmi vedere tutte quelle offerte e immagini"

"Hahah grazie per la tua immensa felicità" mandai una faccina sorridente.

Le raccontai di come i miei mentre fossero andati a fare compere, avessero deciso di comprarmi il portatile, continuammo a parlare per un po' ma alla fine dovetti scendere al piano di sotto per mangiare.

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Solitamente prima di andare a scuola facevo una tappa al "Puff", uno dei miei caffè preferiti in tutta Breton, la cittadina in cui vivevo. Composta da quasi più di 100 mila abitanti, non si poteva vantare di essere la più evoluta tra tutte, però bastava per esser definita movimentata.

𝐇𝐚𝐥𝐨 𝐨𝐟 𝐟𝐢𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora