Capitolo 3

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«Hai sentito bene, non aver paura. Tu stai con me, perché se non lo fai, potrei usare questi segreti contro di te.» si avvicina pericolosamente a me, iniziando a tracciare linee sulle mie guance col naso.

«Non sono un gioco -Mi allontano, ma lui mi tiene saldamente- lasciami stare!» inizio a gridare, a gridare più che posso.

Il palmo della sua mano finisce davanti alle mie labbra, tenendomi la bocca serrata, «Ti ho detto di non aver paura di me. Finché stai con me puoi stare tranquilla.».

Toglie la mano, iniziando a tracciare cerchi immaginari sulla mia pelle, «Sei molto bella quando sei incazzata e allo stesso tempo impaurita. Questa volta gli altri perderanno.-sussurra-».

Non chiedo cosa intendesse per quella frase, altrimenti sarebbe potuto scoppiare un casino, mi limito a fare un piccolo sorriso. Facendo finta di niente.

«Luke, cosa vuoi fare. Ho freddo.» mi strofino le mani sulle braccia, per riscaldarle un pochino. «Ci penso io.» mi poggia sul suo petto e mi carezza la schiena, la mia mente inizia a vagare per posti sconosciuti. Socchiudo le palpebre per bearmi della situazione, ma poi mi risveglio.

«Hai un buon profumo -mi bacia all'incavo del collo- vorrei poterti assaporare.». Dei brividi percorrono la mia schiena, il ciuffo biondo mi solletica il mento ed io serro i pugni.

«Perché non parli? -continua con la sua bellissima tortura- Non ti ho ancora sciupato la lingua.» ghigna.

«Io sono.. Sono solo infreddolita, penso sia meglio che vada a casa. Ciao Luke.» mi tolgo dalla sua presa e mi guardo il braccio, ha un segno violaceo a causa della sua forte stretta, lascio un sospiro.

«Aspetta. Dammi il tuo numero, voglio sentirti.» prende il suo cellulare dalla tasca.

«Non penso sia una buona idea.» alzo le spalle.

«Dammi il tuo numero -mi riprende il braccio- per favore.».

«Prima lasciami, -lui allenta la presa- chiama questo numero, -mostro lo schermo- così salvo te.» inizia a digitare sulla tastiera.

Il telefono squilla e butto giù la chiamata «Perfetto ora ce lo hai. Ci sentiamo.. Ciao.» faccio un cenno con la testa e mi incammino verso l'uscita.

Mi sento estremamente scombussolata.

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«Mamma, stasera non ho fame -mi alzo dal tavolo- davvero scusa, sono stanca.».

«Sei sicura di stare bene? -chiede accigliata- sei pallida e strana.».

«Certo che sì. Vado in camera.» lascio un bacio sulla guancia a mia mamma e salgo le scale.

Mi stendo sul letto e mi metto il cuscino in faccia, sono confusa, basita e arrabbiata. Oggi è stata una giornata insolita, stancante.

Chiudi gli occhi, e mi addormento profondamente.

Bzzz. Bzzz. Bzzz.

Il cellulare inizia a vibrare, e mezza addormentata sblocco lo schermo.

Da Luke:

Ciao Audrey :) Sto per arrivare sotto casa tua, aspettami. Non vedo l'ora di rivederti. xx

Da quando sa anche dove abito? Ah già, sa praticamente tutto su di me.

A Luke:

Non ci pensare minimamente. Resta dove sei :)

Da Luke:

Sono sotto la finestra di camera tua, aprimi! xx

Mi affaccio alla finestra, e vedo Luke guardare in alto. Penso se aprirgli o meno, ma alla fine gliela do vinta.

«Se fortunato che ho il balcone basso. Sali.» mi guardo intorno sperando che nessuna possa vederci.

«Perfetto. -Entra in camera mia- Mi sei mancata.» si lecca il labbro inferiore, poggiandosi sullo stipite della porta.

«Non essere ingenuo, saranno passate 4 ore. Comunque, che vuoi?» chiedo con aria scontrosa, quando sto con lui si accende sempre questo lato oscuro di me.

«Voglio te, -mi trascina vicino a lui- e sono sicura che anche tu mi vuoi.» sussurra.

Mi lascio ipnotizzare per qualche istante, ogni volta che sussurra con la sua voce roca, mi si alza la temperatura.

«Sei ridicolo. -esco dal mio stato di trance- dai, di cos'hai bisogno?».

«Avvicinati solo un'altro po'. -La sua mano fredda viene a contatto con la mia pelle calda- ora fai silenzio.».

Le sue labbra si poggiano sul mio collo, iniziano a succhiare lentamente.

«Che stai facendo.. -gemo per disapprovazione- Luke.». Continua a succhiare finché non si tira via con un sorriso stampato in faccia.

«Ecco, ora hai il mio marchio -passa l'indice sopra il punto dolorante-. Ora sono più tranquillo -mi lascia un bacio sull'angolo della bocca, infine salta giù dal balcone-, a domani Audrey.».

Sono più intontita di prima, corro allo specchio e mi guardo.

Un succhiotto, fantastico. Il colore è più violaceo di quanto pensassi, mi tocco ma fa ancora male, cazzo.

Ho paura di essere appena finita in qualcosa di cui non ne sono a conoscenza.

Toxic |Luke Hemmings|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora