1 anno prima

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Giada mi ucciderà, pensai.

Si, come sempre ero in ritardo, ma questa volta avevo esagerato. Scesi le scale di casa mia di corsa, uscì di casa, presi la bici e come un razzo iniziai a dirigermi verso casa sua. La strada sembrava non finire più. Dopo 15 interminabili minuti di fatica, finalmente suonai il campanello. Giada si precipitò fuori e mi abbraccio fortissimo, inizio a dirmi che le ero mancata e si in effetti era mancata molto anche a me.

Appoggiai la bici e salimmo in casa sua, nella sua grande, enorme casa. Mi piaceva un sacco andare da lei, ci si diverte un sacco e i suoi sono simpaticissimi! Così decidemmo di fumarci una sigaretta in balcone prima che suo padre arrivasse e come mio solito, mi persi nei pensieri incantata in un punto fisso davanti a me. Pensavo che mancava un mese all inizio della scuola e che avevo una paura fottuta di andare alle superiori, gente nuova, scuola nuova, materie nuove e professori nuovi, che casino. Gaia mi 'risvegliò' dicendomi:

<perché guardi la casa dei fratelli Russo?>

<io? Io non guardo proprio niente, ero incantata>

In effetti mica brutto posto dove guardare, erano conosciuti per essere uno più bello dell altro, il più piccolo Dario e il più grande Luca. Ho sempre sentito parlare di loro ma come ben sapevo, già riuscire a immaginarmi uno di loro era un bel traguardo per una come me.

Finita la sigaretta rientrammo dentro e vidi gaia messaggiare con uno, così, incuriosita, gli chiesi chi fosse e lei con aria vanitosa disse:

<È Dario Russo, carissima!>

<Cazzo dici, ci parli?>

<Sai, essendo vicini di casa.. E indovina un po? Ci ha appena chiesto di fare un salto giù che mi vuole salutare!!!>

Non ci potevo credere, avrei visto a meno di 3 metri di distanza russo, giuro il cuore stava uscendo dal mio corpo. Non ci misi molto ad andare in bagno, farmi un po di piastra, truccarmi almeno un po e scendere di sotto ma a quanto pare avevo trovato qualcuno ancora più ritardatario di me perché si fece vivo solo dopo ben 20 minuti.

"Oddio com è bello" pensai. "Ma aspetta, ha portato un suo amico! Mica male!"

Stavo per svenire sicuramente, era a due metri da me e più si avvicinava è più era bello, stavo già facendo mille viaggi su me e lui come una bambina piccola ma venni interrotta da una voce che disse 'piacere dario'

Parla con me? Pensai? In effetti mi stava porgendo la mano, ma ero troppo gasata in quel momento e non capivo un cazzo così mi limitai a rispondere 'ehi'.

Gli stavo chiaramente fissando le labbra, ma in poco tempo si furono ritrovate attaccate alla mia guancia.

"Ommioddio, non me la laverò più" lo pensavo davvero.

Il suo amico, un bel tipozzo, si chiamava Leonardo, devo dire che è simpaticissimo.

Decidemmo di prendere un gelato e durante il cammino mi chiese di dov ero, perché non mi aveva mai vista in giro; mi chiese quanti anni avevo; l'età e insomma un sacco di altre cose.

Diciamo che di taglia di reggiseno non sono messa per niente male e quel giorno avevo una cannottiera e lui si divertiva a lanciarmi degli smarties nella scollatura, io 'cercavo' di incazzarmi per andare lì e dargli un mini pugno giusto per toccarlo più volte possibile ahaha. Tra una chiacchiera e l'altra si fecero le 7 ed era ora di rientrare così ci salutammo.

Avevo il telefono scarichissimo e appena lo attaccai mi arrivo una notifica di facebook, dove c'era una notifica, un messaggio e una richiesta di amicizia.

Okey, mi aveva chiesto l amicizia e già stavo morendo per quello ma il mi piace alla foto profilo era troppo, avrei rischiato di morire. Ma troppo tardi perché apri i messaggi ed era proprio lui. Lui! Lui che scrive a me? Non ci credevo. Mi chiese il numero e iniziammo a parlare su whatsapp, di certo era un bel ragazzo non si può negare e aveva un carattere che faceva sognare e per quello mi venne una cottarella estiva per lui, ma nessuno un giorno si fece più vivo e lo dimenticai.

Quel giorno la prima cosa che volevo era rivederlo un altra volta, ora è l ultima cosa che vorrei. Forse.

Un piccolo per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora