d ora in poi non sarai più sola

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(T/n) s pove
Il pomeriggio del giorno dopo, i miei pensieri erano per Nathan. Ero di fronte al laghetto del mio giardino dove nuotavano molti pesci rossi, e mi pettinavo i capelli specchiandomi nell acqua cristallina. Ero abbastanza preoccupata del fatto che le badanti potessero scoprirci e quindi dovevo prendere precauzioni ! Andai nel piccolo orto dietro casa e presi della camomilla fresca e la mescolai con erbe soporifere. Ed ecco del sonnifero naturale ! Lo Infilai in un piccolo sacchettino di tela e lo attaccai al mio cinturino. Guardandomi attorno notai che erano maturati molti frutti tra i quali fragole, mele, arance, ciliegie e altri. Presi un cesto di vimini e raccolsi alcuni dei frutti più maturi. Poi mi venne in mente "Chissà se a Nathan piace la frutta ?", con il cesto sottobraccio, rientrai in casa e di nascosto, misi il sonnifero nel vasetto del te delle badanti. Uscii con calma come nulla fosse e mi diressi in camera mia, appena mi sedetti sul letto, diedi uno sguardo al mio armadio aperto e mi chiesi "Secondo Nathan come si dovrebbe vestire una ragazza carina ?". Per scacciare quel pensiero, iniziai a sfogliare un libro d avventura e mi sorse la domanda "Chissà se a Nathan piace leggere...". Per tutto il giorno, cercai di far trovare me e la mia camera in ordine perfetto. All ora di cena, fu tutto normale e quando servirono il te, sapevo che loro si sarebbero addormentate dopo essersi messe a dormire. Io non bevevo il loro stesso te, quindi incrociavo le dita perché andasse tutto come pianificato. Poco prima di mezzanotte, accesi la candela e andai a controllare dalle badanti. E come previsto dormivano. Andai in camera mia e attesi la mezzanotte, avevo messo il cesto di frutta vicino al davanzale di una delle mie finestre, sperando che l avrebbe gradita. Mi ero anche vestita in modo decente, non come la notte prima :

Con quell abitino, mi misi un fiocco nero ai capelli e le solite calze bianche

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Con quell abitino, mi misi un fiocco nero ai capelli e le solite calze bianche. Attesi per un Po finché non sentii picchiettare sul vetro, li vidi Nathan sul davanzale della finestra che mi faceva il gesto di aprirgli. Aprii la finestra e lo lasciai entrare.

Nathan s pove
Entrai nella stanza e mi guardai attorno sorpreso. La stanza era molto simile ad una casa vittoriana antica ! Ed era davvero grande ! Il cuore mi si strinse un pochino nel sapere che questa ragazza viveva da sola in quell immensa casa. "È davvero enorme la tua stanza." Le dissi senza togliere il panno grigio dalla mia faccia. Nemmeno la prima volta le avevo mostrato il mio viso, e magari gli lo avrei mostrato in futuro. "Hai fame..
? Ho colto un Po di frutta, serviti pulire se ti va..." Mi chiese lei con voce quasi senza emozioni indicandomi un cesto di frutta. Effettivamente avevo un Po di fame e i mio stomaco brontolava. Presi velocemente una mela e togliendomi leggermente il panno dalla bocca, gli diedi un morso. Lei sorrise un pochino vedendomi mangiare e anche io, con la bocca piena, ricambiai il sorriso. "Ma tu vivi qui da sola ?" Le chiesi mandando giù il boccone, lei si sedette sulla sedia in legno della sua scrivania e disse "In realtà ci sono... le 5 badanti che vivono qui è mio padre... non è mai quì". Capii dal suo sguardo che non aveva buoni rapporti con il padre, ma non volevo girare troppo il coltello nella ferita, quindi mi sedetti sul davanzale di pietra e le chiesi "E tua madre ?". Calò il silenzio, (T/n) si fece più cupa e disse "Lei... non vive più qui..."  " e dov è ora ?" Le chiesi ancora senza pensare. Lei non rispose, mi resi conto della vita orribile che aveva e per la prima volta, misi da parte i miei istinti omicidi. Il mio corpo si mosse da solo e la abbracciai. Lei era rigida come un tronco, ma poco dopo si addolcì e ricambio l abbraccio "(T/n)... d ora in poi non sarai più sola... verrò ogni notte a tenerti compagnia e ti porterò qualcosa ogni volta... capisco come ti senti... non voglio che tu soffra ancora...".

(T/n) s pove
Le parole di Nathan mi lasciarono spiazzata. Non sapevo cosa dire, ma strinsi la presa attorno a lui e il mio viso si inumidiva di lacrime. Era da molto che non piangevo e fu molto liberatorio. Piansi sulla spalla di Nathan e per la prima volta, non mi sentii sola. Avevo trovato un amico.

Quella notte parlammo molto e ci conoscemmo meglio

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Quella notte parlammo molto e ci conoscemmo meglio. E scoprimmo di avere entrambi un triste passato e molte cose in comune. Lui mi parlò anche del mondo esterno e la mia curiosità crebbe molto. "Prima o poi mi porterai a vedere il mondo esterno ?" Gli chiesi speranzosa, lui mi guardò e con un leggero sorriso mi disse "Certo. Prima o poi ti porterò fuori !". Niente mi rendeva più felice, lui riprese a guardarmi e disse "Finalmente i tuoi occhi brillano... ". Sorrisi di nuovo e appena vidi che erano le tre di notte disse "Devo andare adesso...", ero un Po dispiaciuta ma gli dissi "Domani ti lascerò qual cos altro da mangiare !", lui annui e rimettendosi il panno sulla faccia, apri la finestra e uscì salutandomi con la mano. Lo salutai finché la sua figura non fu lontana, poi mi misi il pigiama e tornai a dormire, per la prima volta dopo tanto, felice.

Occhi notturni - Nathan the Nobody x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora