Capitolo 6

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"Me l'aspettavo" ammetto mentre l'ombra di un sorriso nasce sul mio volto.
Non risponde e quindi decido di cambiare argomento, tanto per intavolare una discussione, questo ragazzo mi incuriosisce e vorrei sapere di più sul suo conto, "Allora... Che fai nel tempo libero?", lui mi guarda affittando le scorpacciglia "Non ti piacerebbe saperlo veramente." risponde soltanto, troncando qui la discussione.

Chiudo l'armedietto assonnata, ieri dopo essere stata sul tetto con Sean, sono andata a casa, mia madre fortunatamente non si è fatta vedere, non ho idea di dove sia finita, né tanto meno ho voglia di scoprirlo.
Oggi Sean probabilemente non è venuto a scuola, non l'ho visto in giro con la solita sigaretta in mano, non ho neanche sentito il suo sguardo posarsi su di me.
"Jane, cos'hai oggi? Ti vedo con la testa tra le nuvole." Kate mi guarda preoccupata.
Abbiamo appena finito di mangiare ed entrambe stiamo posando i nostri libri nell'armadio, poiché nessuno delle due oggi ha lezione pomeridiane, oggi è l'ultimo giorno giorno di scuola, finalmente domani è domenica e starò a casa.
"Jane?" Mi risveglio dai miei pensieri, "Si scusami... ti va di uscire questo pomeriggio?" Cambio discorso e sembra abboccare.
"Certo, ti passo a prendere io" dice mostrandomi il mazzo di chiavi.
"Va bene per le 19.00?" Chiedo sorridendo "Certo a proposito, vestiti bene ti porto a bere qualcosa. Devi cominciare ad ambietarti, da quanto ho capito non hai esplorato molto bene."
Annuisco ancora, "Allora ci vediamo sta sera, ti mando per massaggio il mio indirizzo di casa".
Ci salutiamo ed entrambe ci dirigiamo ognuno verso la propria strada. Passo il pomeriggio ad ascoltare musica, mentre i miei pensieri si aggrovigliano nella mente.
Cosa voleva dire Sean con Non ti piacerebbe saperlo veramente ? Che tipo di persona è veramente? Che nasconda qualcosa? E se si, che cosa? La curiosità monta ma rimango con l'amaro in bocca, non posso ancora soddisfare nessuna delle mia curiosità.
Che tipo strano che è, lo incontro un po' ovunque e i suoi occhi non fanno che farmi affogare nella loro oscurità. Hanno qualcosa di familiare, che già conosco, ma non so che cosa. È come se come me, non ha avuto un passato rosa e fiori. Già, il mio passato. Passato continua a tormentarmi.
Forse se mia mamma non mi avesse mai dato la colpa a quest'ora non mi tormenterebbe tanto. Forse se mia mamma fosse stata più comprensiva ed amorevole avrei potuto considerarlo un semplice e tragico incidente.
Ma ero piccola, condiziobabile ed impressionabile e mia mamma mi ha inculcato quest'idea, sbagliata o meno.
Vorrei essere spensierata e sorridente come lo è Kate. È per quanto credo che tra noi in questi pochissimi giorni sia nata una profonda amicizia, come mai prima mi era successo, non credo potrà mai capirmi veramente
I miei pensieri corrono irrimediabilmente a lui, ai suoi occhi. Ho come la sensazione che lui possa capirmi.
Mi alzo dal letto, quando un improvvisa voglia di adrenalina mi assale. Scendo da casa, comincio a camminare verso un parchetto che ho visto nei giorni passati nel tragitto casa-scuola.
Entro nel parchetto, sedendomi in una panchina che da su un laghetto, circoscritto da alcuni alberi.
Oltre al desiderio di avere avuto un passato di migliore, il mio altro desiderio è quello di interrompere la ciclicità, la routine della vita.
La monotonia schiavizza gli umani, e ripensando alla ripetitività che popolano le giornate della maggior parte della gente... mi sembra di impazzire, l'unica parola che mi viene in mente per spezzare questa ripetitività, a mio parere, è l'adrenalina.
Quell'adrenalina che tanto amo, che ti dà la carica. Il vero problema è come? Come avere l'adrenalina?
L'ultima volta che l'ho sentita scorrermi nelle vene è stata quando Jessica mi ha fatto così arrabbiare da volerle dare un pugno in faccia. Non posso andare in giro a picchiare la gente, senza un buon motivo per giunta.
Guardo l'orario sgranando gli occhi, merda tra mezz'ora passa Kate a prendermi. Le invio il nome della via in cui abito, affrettandomi a tornare a casa che raggiungo in poco tempo.
Dopo aver lavata anche i capelli, indosso una maglietta a tre quarti azzurra, abbastanza lunga da coprire i lividi sulle braccia e un jeans grigio scuro.
Il telefono squilla segnalando una notifica di Kate nella quale mi dice di scendere.
Scendo le scale, incontrando mia madre che sta salendo "Stai uscendo?" Mi chiede disinteressata.
"Si" dico semplicemente, ed entrambe non aggiungiamo nulla. Non avendo più un qualsiasi tipo di legame con lei, non mi ho mai avuto un coprifuoco. Non le interessa quando esco, dove o con chi vado. Meglio per me in questo. Raggiungo Kate nella sua auto, anche lei non è vestita in modo sfarzoso, ma a differenza mia ha messo un po' di mascara e lucidalabra.
"Buonasera Williams." mi dedica un sorriso.
"A lei, Johnson." ricambio il saluto.
"Nel posto in cui stiamo per andare, chiudono più di un occhio sull'età quindi possiamo bere quanto vogliamo." mi fa l'occhiolino ed io sistemo la tracolla che ho portato e allaccio la cintura, mentre lei mette in moto e parte.
Ci impieghiamo circa una quindicina di minuti per arrivare ad un bar, in una zona un po' isolata, con la scritta a led viola Tropical.
Entrati nel locale dalle pareti sporche verde pistacchio, vedo tavolini neri con sedie del medesimo colore e, oltre ai sgaballi al balcone, c'è puzza di aria viziata, sudore ed alcool. Il locale è molto affolatto e la musica è ad alto volume. Kate mi afferra per mano, per evitare di perdermi nella mischia, e mi trascina al bancone ordinando quelli che suppongo essere due cocktail dal colore marroncino tendente all' arancione, con del ghiaccio e limone e infine una cannuccia nera.
Ci sediamo su due sgabelli ed urlo a Kate per sovrastare la musica, "Che cocktail è?"
Lei sorride, con una punta di malvagità, "Long Island, fidati ti piacerà."
E così è stato, il Long Island è molto buono, così buono che abbiamo persino fatto il secondo giro. solo dopo mi ha informato di tutti i diversi tipi di alcool che formavano l'intruglio e che cominciano a rendere la testa leggera. Sta decisamente facendo effetto.
"Allora Jane, ti stai divertendo?" Chiede una Kate molto euforica, sorrido annuendo entusiasta.
"Allora, l'altro giorno ho saputo che hai dato del filo da torcere a Jessica e a Megan.", annuisco ricordando l'accaduto, " Quando è tornata a casa non ha fatto altro che urlare che la mia amica animelesca voleva aggredirla." mi informa lasciandomi perplessa ma ridacchio comunque annuendo.
"Aspetta... quando è arrivata a casa?" Domando urlando, Kate comincia a ridere "Certo Jane, lei è mia sorella."

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