Mentre eravamo a bordo della sua macchina, con i finestrini abbassati e una leggera brezza che gli spettinava i capelli, la luce del debole sole primaverile che gli incorniciava il viso, lo rendeva quasi etereo. Prima che potessi accorgermene, Ty aveva già parcheggiato davanti a quella catapecchia che Jerry, il mio capo nonché proprietario, osava chiamare "il mio bar-ristorante".
Non appena Tyler spense il motore, feci per scendere dalla macchina e sentii qualcosa afferrarmi un braccio.
-Da quando sono diventato un Uber?- la voce profonda di Ty mi fece tornare alla realtà. -Non saluti nemmeno la persona più importante della tua vita?- aggiunse il ragazzo al mio fianco con una faccia che quasi mi fece sciogliere.
-Dillo che vuoi semplicemente fare una seconda colazione gratuitamente, stupido- ribattei baciandogli una guancia.
-Oh, la signorina Cooper mi conosce- disse ironico slacciandosi la cintura di sicurezza e uscendo dalla macchina dirigendosi immediatamente verso la mia portiera e offrendomi il suo braccio .
-Bisogno di aiuto, signorina?- mi guardò con quel suo sorriso perfetto stampato in faccia e, accettando l'offerta fattami, quasi ebbi un attacco di cuore. Era bellissimo.
-Milord, la ringrazio- scherzai recandomi con lui verso la porta d'entrata. Ridevamo.Stavamo ancora ridendo, tenendoci sotto braccio, quando facemmo tintinnare la campanella appesa sulla porta del locale; un ragazzo uscì da quella che credetti essere la porta della cucina con un grande sorriso in faccia e ci rivolse un altrettanto allegro "Buongiorno".
-Buongiorno anche a te, Brooklyn- sorrise Emma salutando il biondo dietro al bancone. -Così allegro di lunedì mattina?- rise avviandosi al fianco del ragazzo per posargli un bacio sulla guancia.
Guardai la scena da poco lontano, aspettando che Emma mi presentasse il suo collega.
Come a leggermi nel pensiero, sentii dopo poco la voce squillante della mia amica che mi fece distogliere lo sguardo dal ragazzo alla sua destra.
-Tybear, questo è Brooklyn. Brooklyn, questo è Tyler-.
Mi avvicinai al bancone e allungai la mano verso il biondo.
-Piacere, Brooklyn, ma puoi chiamarmi Brooke, come dovrebbe fare qualcun altro- sentii il contatto con la sua mano morbida e liscia, mentre stringeva la mia e lanciava un'occhiataccia ad Em.
-Caffè?- propose la ragazza rispondendo con una linguaccia a Brooke.
-Macchiato- dicemmo contemporaneamente io e il biondo, poco prima di rivolgerci uno sguardo stranito.
Emma ci guardò confusa e scosse la testa divertita recandosi in cucina a preparare i caffè.
Nella stanza calò un silenzio piuttosto imbarazzato. Come avrei potuto rompere il ghiaccio?
Prima che il mio cervello potesse elaborare una risposta a quella domanda, il debole trillo della campanella del locale segnalò l'arrivo di un nuovo cliente.
-Buongiorno- esclamò allegramente Brooklyn.
-A te, dolcezza- rispose una voce maschile alle mie spalle.
Quando mi girai, un ragazzo poco più alto di me si stava recando, a larghe falcate, verso Brooke e si sporse sul bancone per afferrare le sue labbra in un bacio.
In quell'istante Emma tornò dalla cucina con in mano i due macchiati.
-Ty, Michael, i vostri caffè- sorrise poggiandoli sul bancone. -Offre la casa- aggiunse.
-Grazie mille, tesoro- rispose il moro accanto a me riferendosi ad Em.
- Grazie principessa- mi allungai facendole schioccare un bacio sulla guancia -ora devo andare, altrimenti Harris mi uccide. Piacere di averti conosciuto, Brooke- sorrisi al biondo uscendo dal locale.Entrai in macchina quasi correndo e chiusi la portiera con un forte schianto; misi in moto la vettura e iniziai guidare verso scuola con solo una cosa in mente. "Fanculo Harris" pensai svoltando di colpo, tra i gesti poco gentili e gli strombazzi di clacson contrariati degli altri automobilisti, verso la strada che mi avrebbe riportato a casa mia. Cercai freneticamente le chiavi di casa nelle tasche e, una volta trovate, vi entrai e mi diressi subito verso camera mia e mi ributtai a letto. La vibrazione del telefono nella tasca destra dei miei pantaloni segnalò l'arrivo di un messaggio.
Joey: Harris sta rompendo il cazzo, dove sei?
Tyler: A casa, non sto bene. Digli che non rompa il cazzo, se vuole posso inviargli il compito via mail.
Joey: Hai tempo due ore, sbrigati o ti mette un'insufficienza.
Tyler: Hai impegni stasera?
Joey: Pizza e video-games?
Tyler: Sicuro come la morte.
Bloccai il telefono e accesi il computer, inviai il file ad Harris e, pur avendo messo uno dei miei film preferiti, crollai addormentato."Lo ammazzo". Provai a chiamare Ty per la quinta volta. Ancora nessuna risposta.
-Sicura di voler rifiutare il passaggio?- la voce gentile di Michael mi riscosse dai miei pensieri.
-Quasi quasi ne usufruirei, vista la situazione- l'ansia e l'agitazione si stavano ormai impossessando di me. -Potresti solo portarmi a casa di Tyler?-
-Certamente- rispose il ragazzo del mio collega. -Sali in macchina.-
Un quarto d'ora più tardi, scesi velocemente dalla vettura, ringraziai i due ragazzi e mi diressi a passo veloce verso la porta; avvicinandomici riconobbi uno dei compagni di scuola di Ty.
-Emma?- esordì il ragazzo.
-Joey, cosa ci fai qui?-
-Avrei dovuto passare la serata con Tyler, ma evidentemente se ne è dimenticato.-
Scossi la testa, basita. Aprii la porta con la chiave di scorta lasciatami dal mio migliore amico e feci cenno di seguirmi al ragazzo dietro di me.
-Tyler Shepherd!- urlai dirigendomi verso la stanza del ragazzo.
Aprii la porta e lo trovai profondamente addormentato sul suo letto, computer e telefono accanto a lui, sembrava un angelo. L'ansia e la rabbia presto diventarono tenerezza e apprensione verso quel ragazzo dagli occhi nocciola cha faceva parte della mia vita da dieci lunghi anni. La mia anima gemella. Mi sedetti sul letto accanto a lui e gli accarezzai i capelli.
-Vi lascio da soli- sorrise imbarazzato l'altro ragazzo nella stanza. -Digli che sarà per un'altra volta.-
Uscì dalla stanza e io gli rivolsi un saluto distratto. Tyler ancora non si svegliava. Mi chinai leggermente verso il suo volto e poggiai le mie labbra sulle sue. Erano calde e morbide. Iniziai a muoverle lentamente, e sentii una debole reazione da parte del ragazzo.
-Em?- disse con voce assonnata e roca.
Continuai a baciarlo dolcemente e, piano piano, mi sdraiai addosso a lui.
Lui passò lentamente la lingua sulle mie labbra, che si schiusero sotto quel contatto caldo e piacevole.
Feci scorrere le mie mani su quel corpo, che ormai conoscevo a memoria, e afferrai i lembi della sua maglietta e scoprii gradualmente la pelle calda e abbronzata di Tyler. I suoi muscoli sodi sotto le mie mani fredde e delicate mentre sollevavo la maglietta da sopra la sua testa. Le sue labbra scesero teneramente a baciare il mio collo mentre faceva scorrere le sue mani calde sui miei fianchi facendomi sospirare di piacere. Adagio, invertì le nostre posizioni e mi mise sotto di sé, mi levò delicatamente la maglia e iniziò a lasciare una scia di baci umidi dal mio collo fino ai miei seni. Sentivo la sua erezione crescere in mezzo alle mie gambe e afferrai i suoi glutei sodi tra le mani e gemetti mentre Tyler mi slacciava il reggiseno. Si staccò dal mio corpo e lo aiutai ad abbassarsi i pantaloni e i boxer; mentre lui si allungava per prendere un preservativo dal comodino finii di spogliarmi.
-Niente preliminari?- mi chiese con voce roca, ma gentile, poco prima di lasciarmi un dolce bacio sulle labbra.
-Non servono- gli sorrisi, ricambiando il bacio e tirando il suo corpo addosso al mio.
Infilatosi il preservativo, mi sollevò leggermente i fianchi e mi penetrò dolcemente, quasi come se fosse la prima volta. Mi aggrappai alle sue spalle muscolose mentre le sue spinte si facevano più veloci e i nostri gemiti più forti. Mi baciò il collo e poi risalì verso il mio orecchio.
-Sei bellissima, principessa- sussurrò gemendo. -Vuoi stare sopra tu?- continuò leccandomi il lobo.
Annuii in risposta e gli graffiai leggermente la schiena poco prima che cambiasse posizione.
Mi sistemai con le ginocchia accanto ai suoi fianchi e accolsi la sua lunghezza dentro di me e, subito lentamente, iniziai a muovermi sul suo sesso tenendo i palmi delle mani aperti sui suoi pettorali, mentre lui stimolava i miei capezzoli con le sue dita. Aumentai il ritmo dei miei movimenti e lui iniziò a muovere il bacino per venirmi incontro tenendo le sue mani salde sul mio bacino.
Piegò in avanti la parte superiore del corpo e unì le nostre labbra in un bacio appassionato e velocizzò i movimenti dei fianchi, facendomi gemere contro la sua bocca.
-Tyler- gemetti mordendogli piano il labbro inferiore.
-Dimmi, principessa- mormorò contro il mio collo mentre mi accarezzava i capelli.
Scossi la testa e non dissi nulla. Presi a baciargli il collo con passione continuando a muovermi su di lui. Mi sentivo amata, apprezzata, un per sempre non un a volte. Anche con il gesto più semplice, quel ragazzo riusciva a farmi sentire completa.
Con questi pensieri in testa, sentii un "Ci sono quasi" sussurrato dal ragazzo sdraiato sotto di me.
Aumentai i movimenti e gli morsi delicatamente la clavicola, sapendo che lo avrebbe fatto impazzire. Sentii un suo gemito più forte e prolungato degli altri, e anche lui velocizzò i movimenti del bacino finchè non raggiunsimo insieme l'orgasmo sussurrando l'uno il nome dell'altra.
Dopo essersi sfilato il preservativo, mi prese tra le sue braccia e mi lasciò un dolce bacio sulla fronte.
-Ti voglio bene, principessa- mi sussurrò sulla fronte per poi sorridere.
-Anchr io te ne voglio, Tybear- sussurrai poggiando la testa sul suo petto, lasciandomi cullare dal battito del suo cuore.
Ci addormentammo. Abbracciati. Nulla avrebbe potuto essere più perfetto.
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Take A Bow
Teen FictionEmma e Tyler sono legati da un rapporto di amicizia sin dalla loro prima infanzia. Un rapporto un po' troppo intimo in un momento di debolezza coinvolge i due amici di lunga data in quella che si può definire... amicizia speciale. Un bacio, pensieri...