famiglia

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Era tardo pomeriggio e verso le tre, Levi cercò Hanji nella sua stanza. 

Aveva ragione, Hanji era lì, seduta davanti al suo tavolo con gli occhiali a leggere un libro.

"Oi Quattrocchi" disse catturando l'attenzione di Hanji. Si voltò a guardarlo, aveva la faccia scomposta dalla confusione.

"Oh, Levi, cosa ti porta qui?" chiese lei.

"Sembri molto impegnata, eh?" disse Levi con la stessa espressione di sempre.

"Nah, sto solo leggendo un libro, c'è qualche problema?" chiese lei ancora una volta.

"Vieni con me," disse il corvino, con voce piatta ma con un'autorevolezza che spinse Hanji a seguirlo senza dire nulla.

Hanji lo seguì e quello la condusse nella sua stanza. Lo fissò per un momento, finchè non prese due scope e si mise il solito fazzoletto bianco in testa. Le porse una scopa e lei allungò la mano per accettare l'invito a pulire la stanza.

"C-cosa intendi con questo?" Chiese, confusa e incazzata allo stesso tempo.

"Non vedi? E' una scopa, ora puliamo.", disse.

"La mia stanza è piuttosto disordinata e ho bisogno che tu mi aiuti." continuò poi.

"Dici sul serio?!" urlò Hanji con un pizzico di sarcasmo, per poi sospirare e dire "Credo di non avere scelta. Okay, facciamolo!" Gli diede un pugno sul palmo sinistro con la mano sinistra, un gesto per dire  di prepararsi. Lui la guardò e sorrise. "Diamine Levi, perché ti piace tanto la pulizia?" Chiese, senza nemmeno preoccuparsi di guardarlo mentre chiedeva.

"Non c'è un motivo", rispose lui.

La sua espressione non cambiò nemmeno, aveva gli occhi fissi sull'angolo che stava pulendo. Il silenzio dominava l'intera stanza e l'imbarazzo li divorava. Non era mai stato così quando erano insieme, solitamente. Ma in quel momento, era la prima volta che si sentivano in quel modo, qualcosa non andava.

"Levi, sembro una moglie?"

"Niente affatto", disse, aspettando una reazione.

Era delusa ma non lo mostrò e mise il broncio sulle labbra.

"Sto scherzando" Levi ritirò ciò che aveva appena detto e sorrise.

Poteva leggere la mente di Hanji anche se nascondeva ciò che sentiva.

Dopodichè, Hanji riprese a pulire, per poi fermarsi nuovamente.

"Hey, ti sei mai chiesto come sarebbe la tua vita se non ti fossi unito al corpo di ricerca? Avresti una famiglia? Una moglie?" Chiese lei,  e questo fece sì che gli occhi di Levi si spalancassero. Fu sorpreso da ciò che gli chiese e ciò lo fece tacere per un minuto.

"Chissà" rispose, alzando lo sguardo, sembrava aspettare una risposta dall'alto.

"Che mi dici di te? Vuoi avere una famiglia?"  chiese poi il corvino.

"La verità è che..", rispose lei senza esitazione. "Volevo avere un marito, un figlio, una famiglia, a volte penso a come sarebbe sposarti, ahah!"

"Non sarebbe una cattiva idea" disse improvvisamente Levi mentre parlava.

La faccia di Hanji divenne rossa, così distolse lo sguardo. Ma era inutile, da quando Levi l'aveva conosciuta, non c'era modo che  potesse nascondergli qualcosa.

"V-veramente..?" disse lei con una voce molto piccola, dando la schiena a Levi.

Quando si voltò a guardarlo, non si accorse che si era avvicinato a lei.

Lui la guardò, fissandola intensamente, studiando i suoi lineamenti.  Era senza parole per quanto fossero vicini i loro volti, forse a causa di tutte quelle volte in cui erano stati insieme, ma non erano mai stati così vicini come in questo momento, e per la prima volta, erano con gli occhi fissi l'un l'altro che cercavano di sciogliersi. Levi fece la sua mossa senza esitazione. La sua mano destra si spostò per raggiungere la guancia di Hanji e tracciò il bordo della sua mascella, mentre l'altra si spostò sulla schiena della donna. Lei si irrigidì, non sapeva cosa fare.

"Siediti" sussurrò con una voce morbida e ariosa alle sue orecchie, la quale  le fece indebolire le ginocchia lasciandosi cadere sul pavimento. Si sedette anche lui davanti a lei. Le toccò delicatamente la guancia sinistra e la mora sentì la propria pelle bruciare al solo tocco. Lasciò che l'uomo facesse quello che voleva fare. All'improvviso, una carne calda e morbida le premette sulle labbra, sentì una scintilla improvvisa nascere tra loro. Lui la baciò. Era solo un bacio, ma un bacio lento e molto intimo, che la stava facendo sciogliere. La fissò per un po' dopo quel bacio, chiedendo il permesso, senza parole, se poteva baciarla ancora una volta. Solo guardandola, capì la risposta. La baciò di nuovo, ma questa volta, più profondamente e in modo audace. Aprì la bocca cercando di divorare le sue labbra. La mora non gli permise di essere l'unico a fare la propria mossa, così Hanji si morse il labbro inferiore e iniziò a far scivolare la lingua. Levi accettò il suo invito e lasciò che la sua lingua facesse lo stesso. Erano entrambi nuovi in quel campo, ma sembrava fossero già esperti nel farlo. Levi colse l'attimo e fece scivolare una mano fino alla vita della donna, mentre l'altra rimase sulle sue guance, invece le mani di Hanji accarezzavano dolcemente i suoi capelli. Si baciarono per tutto il tempo, sperimentando come funzionavano le loro labbra, mentre erano entrambi sconosciuti al piacere che provavano e all'eccitazione di entrambi i desideri.

𝐋𝐄𝐕𝐈𝐇𝐀𝐍 𝐎𝐍𝐄-𝐒𝐇𝐎𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora