Avevo paura di incamminarmi con loro. Avevo visto come combattevano, o come Frank si trasformava...ma sembrava un panda paffuto. Hazel e Frank erano in testa mentre io ero dietro con Leo.
"Allora, raccontami un po' di te, visto che tu sai già tutto di me."
Colsi un po' di preoccupazione nei suoi occhi, ma decisi di rispondere.
"Ho cominciato ad avere le visioni quando avevo circa 5 o 6 anni. Mi possono venire in qualsiasi momento. In pratica gli occhi diventano completamente neri e inizio a sussurrare cose senza senso tremando. Faccio molta paura."
"Immagino." disse con una punta di sorriso. "E cosa...vedi?"
"Oh, dipende. A volte vedo i giganti, il Campo Giove e il Campo Mezzosangue, voi Sette e Nico, profezie...a volte é come se un professore di un università mi tatuasse le sue lezioni nel cervello. A volte vedo troppo, a volte so troppo"
Non mi sentivo di andare oltre, anche se stavo parlando con il mio preferito dei Sette.
Non ho mai avuto molto amore da mio padre. É sempre stato molto distaccato, un uomo d'affari. Poi perse il lavoro e divenne un fallito, ma iniziò a occuparsi di me. All'inizio non gli dicevo delle visioni, pensavo di essere pazza. Ma gli dissi dei sogni.
"Papà" dissi "Ho fatto un sogno strano. Quasi assurdo. C'erano gli dei dell'Olimpo. E il Campo Giove, e quello Mezzosangue."
Il suo sorriso si smorzò. Prese un grosso respiro e mi accarezzò la treccia nera che porto tutt'ora adesso. Avevo solo 6 anni.
"Temevo questo giorno...Lana, tutto si risolverà, vedrai. Credo che i sogni siano una cosa normale.."
"Papà..sto impazzendo?" chiesi con voce infantile ma preoccupata.
"No tesoro, sta tranquilla."
Dopo qualche mese decisi di parlargli delle visioni, ma mentre stavo per aprire bocca, bhé, arrivò la dimostrazione. Non posso controllarle. Mio padre andò di matto e urlò "Non così presto! É troppo piccola!" e continuò a dire questa frase anche quando vennero i servizi sociali per portare via lui e me. Questo succese qualche anno dopo. Lui lo portarono in un'ospedale psichiatrico, io in una famiglia affidataria. Ne ho cambiate tre. Volevo mio papà e mia mamma indietro.
Il tempo passò veloce, e senza nemmeno accorgecene eravamo nel Partenone, lo splendido Partenone. Leo trovò quasi subito l'entrata che portava ad una galleria.
"Io entro. Se fra 10 minuti non torno, entrate anche voi."
Per Hazel non era un problema orientarsi nelle gallerie, essendo figlia di Plutone. Io, Frank e Leo restammo su ad aspettare.
"Percy e gli altri sono sulla Argo II? " dissi.
"Conosci l'Argo II? Oh, ovvio, tu sai tutto..."
"É stata la prima cosa che ho sognato, a dire la verità. É un vero capolavoro, veramente. Ti ho visto mentre la costruivi"
"Grazie" Leo arrossì "Quindi sai anche come funziona il motore?"
"Scommetto che lo so meglio di te" lo sfidai, e al figlio di Efesto gli si illuminarono gli occhi e comparve il sorriso furbo da folletto che ero abituata a vedere nei sogni. Andammo avanti a parlare di ingegneria meccanica e sull' Argo II, e Frank si sentiva un po' isolato. Sapevo perché era arrabbiato con Leo, e sapevo che dovevano chiarire.
"Allora Frank...come va con Hazel?" chiesi, per attaccare conversazione.
"Emh...e tu come fai a...okay scherzavo"
"Oh, lascia perdere. Io vado a fare un giro" Lanciai un'occhiata a Leo molto significativa e gli lasciai parlare.
Ad essere sincera? Ero cotta di quel ragazzo.
STAI LEGGENDO
Eroi dell'Olimpo: I Sette più uno
FanfictionFan Fiction ispirata alla saga di Rick Riordan Eroi dell'Olimpo. Lana non sa di essere una semidea. Fa sogni strani su sette ragazzi e su su due campi "estivi", uno ispirato alla mitologia romana e uno a quella greca. Sogna gli dei e ha strane visio...