Capitolo 1 - Parte 3

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 Catturare pokémon non è impresa facile. Non certo, partendo da New York. Sono, infatti, pochi i mostriciattoli che se ne vanno a zonzo per la metropoli. A Peter toccava prendere un percorso, chiamato il sentiero degli allenatori. Una sorta di superstrada, che percorreva tutto il paese e non era attraversata da automobili, ma solo da coloro che dovevano raggiungere le palestre e conquistare le medaglie. Ai bordi di questa strada c'erano dei piccoli boschetti. Più ci si allontanava dalle città, più era frequente che dal sentiero si potesse accedere a parchi naturali, foreste o campagne, dove la presenza dei pokémon era certamente più numerosa.

Joltik zampettava accanto a lui. Non lo aveva rinchiuso nella sfera, dal momento che si sentiva solo e avere la compagnia di quella creaturina era già un passo avanti. Era un peccato essere partito così tardi. Nessun suo coetaneo era rimasto nei paraggi e, dunque, Peter non aveva con chi condividere il cammino. O, almeno così lui credeva.

«Ned, che ci fai qui?»

Era il suo compagno di banco. Anche lui doveva partire quella mattina.

«Peter, ce ne hai messo di tempo!»

«Eh, lo so... Mi son svegliato tardi. Ma come mai tu sei ancora all'inizio del percorso?»

Ned sospirò. «Mi ero già stancato a raggiungere il sentiero degli allenatori e ho pensato di fare una pausa. Speravo che tu arrivassi. In fondo, sei l'unico con cui volevo condividere quest'avventura.»

Peter abbracciò l'amico, entusiasta.

«Dimmi, quale pokémon ti è stato affidato?»

Ned sorrise e poi fece uscire dalla sfera un magnifico esemplare di Mudkip.

«Ma è bellissimo», disse Peter, chinandosi per accarezzare il Mudkip di Ned.

«Che cos'è quello?» chiese, invece, Ned, notando Joltik.

«È il mio Joltik. Lo so, non è il tipico pokémon per principianti, ma Fury ha voluto che iniziassi con lui.»

Ned annuì. Sapeva che la volontà di Fury era sempre incontestabile. I due amici, quindi, non indugiarono oltre e iniziarono il loro percorso.

A ora di pranzo si fermarono in una piccola area di sosta, predisposta appositamente per gli allenatori che si erano appena allontanati da New York. I tavolini della piazzola erano quasi tutti liberi. Solo un individuo, infatti, stazionava da quelle parti. Era un tizio stranissimo: aveva persino un braccio fatto di metallo o qualcosa di simile.

Peter e Ned si sedettero a un tavolo libero, non perdendo di vista lo straniero.

«Zia May ha fatto dei panini per questo primo giorno.»

«Ottimo! Io, invece, ho portato solo questo...» Ned tirò fuori dalla sacca una sfilza di contenitori, stracolmi di leccornie. La madre dell'amico era, infatti, una cuoca più abile di May.

«Facciamo così, disse Peter. I panini li mangio stasera e adesso ti aiuto a finire questo ben di Dio.»

Ned accettò volentieri di dividere il pasto con Peter. In quel momento, però, a loro si avvicinò lo straniero. I due quasi trasalirono a ritrovarselo accanto.

«Ragazzi, conoscete per caso il dottor Nick Fury?» L'uomo aveva i capelli neri, discretamente lunghi, e indossava una sorta di divisa militare, che lasciava però scoperte le braccia.

«Certo, siamo partiti da New York e Fury è il responsabile del centro pokèmon della città.»

«Bene, allora sono vicino. Devo assolutamente andare a parlare con lui.»

«Perché?» chiese ingenuamente Peter, osservando il misterioso interlocutore.

«Oh, niente, niente...» L'individuo fece per allontanarsi, salvo poi voltarsi e rivolgere un ultimo saluto ai due. «Io, comunque, sono Bucky. Piacere di avervi conosciuto!»


TO BE CONTINUED...

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