Più Di Una Regina Cattiva

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Henry era finito in ospedale per colpa di Regina.
Aveva mangiato la torta di mele che Regina aveva avvelenato e preparato per Emma. Tutto questo perché non voleva che lei scoprisse la verità.
Una lacrima scese sul volto di Regina. Fin dal primo incontro con Emma, Regina aveva sentito qualcosa dentro di sé, voleva a tutti costi che andasse via da Storybrooke, tanto da volerla avvelenare. Ma perché? Questo si domandava e non riusciva a darsi una risposta. Voleva Henry tutto per sé è vero, infondo, era lei che lo aveva cresciuto.
Tutti possono sbagliare, pensò ma ci sono volte in cui non si può tornare indietro, alcune scelte sono irreversibili e questo Regina lo sapeva fin troppo bene.
“Volevo solo essere felice.” – Disse Regina tra sé mentre correva in cerca di suo figlio.
“Dov’è mio figlio?” – Chiese correndo nella stanza d’ospedale.
“E’ stata lei” – Sussurrò Emma fissando un punto davanti a lei, si voltò di scatto con gli occhi lucidi e senza pensarci due volte, raggiunse la donna. Afferrò il sindaco dalla giacca nera trascinandola in un ripostiglio dell’ospedale per poi scaraventarla su uno scaffale di metallo colmo di provette. Regina fu presa alla sprovvista. La porta si chiuse con un boato, restando sole nella stanza.
L’espressione di Regina era alquanto disperata, se avesse avuto la magia avrebbe potuto difendersi meglio di così.
“E’ stata lei” – Ripeté Emma, furiosa più che mai afferrando il Sindaco dalle braccia.
“Che cosa sta facendo?”  “Si fermi, mio figlio è…” – Regina non capiva il comportamento di Emma che la interruppe subito.
“Sta male a causa sua!” – Le urlò in faccia ancora una volta la donna. “Ha mangiato il dolce che mi ha dato”
“COSA?” Regina sgranò gli occhi pieni di lacrime. “Ma io l’avevo fatto per lei.”
“Allora è tutto vero?” Erano faccia a faccia ora.
“Di cosa sta parlando?” Regina non sapeva mentire.
“E’ tutto vero? Risponda!” – La intimò Emma senza staccarsi da lei, tenendo Regina contro la parete.
Regina rimase in silenzio a guardala, senza emettere parole.
“Risponda” – Ripeté Emma.
Dopo qualche secondo di silenzio, Regina portò la testa all’indietro come in segno di rassegnazione e con le lacrime agli occhi.
“Si”
“Ma io me ne stavo andando perché non lasciare tutto come stava?!”
“Perché fin quando lei sarà viva, Henry non sarà soltanto mio”
“Non sarà di nessuno se non lo salviamo e non lo svegli immediatamente” – Emma era più furiosa che mai.
“Non posso farlo” – Urlò Regina disperatamente.
“Lei dovrebbe avere la magia!”
Regina scosse la testa, guardandosi intorno rispose dispiaciuta. “Ho usato tuta quella che avevo” “Doveva servire a farla dormire per sempre!” Urlò Regina  arrabbiata,  staccandosi dalla presa dell’altra.
“La magia qui… è imprevedibile” – Spiegò ad Emma allontanandosi da lei e iniziando a camminare per la stanza.
“Allora…potrebbe anche…” – Emma era sconvolta.
“Si”
Il loro respiro era affannoso. Dovevano fare qualcosa per salvare Henry.
“Ci serve una mano e l’unica persona che sa della magia e che sa usarla è…”
“Il Signor Gold” – Rispose Emma.
“Il suo vero nome è... Tremotino.”

Le due donne uscirono dall’ospedale e si avviarono verso il negozio di Gold. Avrebbero fatto di tutto per salvare Henry, a qualsiasi prezzo.
“Il vero amore è la chiave per spezzare ogni sortilegio, è una piccola clausola che ho aggiunto io.” – Spiegò Tremotino ad Emma e Regina.
Le due donne si scambiarono un’occhiata e si precipitarono in ospedale. Emma sapeva cosa doveva fare.
“Perché non ci ho pensato prima” – Pensò Emma.
Arrivate in ospedale videro il Dottor Whale e la Fata Turchina uscire dalla stanza di Henry con un espressione sconvolta.
“Ho fatto il possibile…mi dispiace è troppo tardi” – Annunciò il Dottor Whale alle due donne.
Regina sgranò gli occhi, colmi di lacrime. Non poteva crederci, restando fuori dalla porta.
Emma entrò nella stanza, rimase a guardare suo figlio avvicinandosi al suo letto mentre l’infermiera le toglieva la mascherina.
“Henry avevi ragione, avevi ragione su tutto, Lei è la Regina Cattiva.”
“Sono più di questo” - Rispose la mora che è l frattempo era entrata nella stanza, singhiozzando tra le braccia del dottore.
Le due si fissarono per un po’.
“Te lo dico io cosa sei, un’assassina Regina e ora ne ho la certezza ma te la farò pagare!”
“Mi dispiace…” – Regina era davvero dispiaciuta ma ad Emma questo non importava.
“Henry avevi ragione su tutto, perdonami se non ti ho creduto” Emma si piegò e mentre singhiozzava, con gli occhi colmi di lacrime. “Ti voglio bene!” – Disse dandogli un bacio sulla fronte.
In quel preciso istante sentì qualcosa, non sapeva bene cosa fosse, maqualcosa era successo, c'era un fascio di luce si diffuse nell'ambiente. Tutti nella stanza si voltarono verso Emma.
Henry aprì finalmente gli occhi.
“Anch’io ti voglio bene, tu mi hai salvato” - Henry sorrise a sua madre.
“Ci è riuscita davvero!” La voce di Regina risuonò nella stanza ospedaliera, aveva un tono incredulo.
“Emma, hai spezzato il sortilegio!” Emma non aveva ma visto Henry così felice prima d’ora.
“E’ stato il bacio del vero amore, non c’è amore più grande di quello tra una madre e un figlio” – Spiegò la fata Turchina.
“Henry è mio figlio!” – Rispose Regina avvicinandosi al letto
“E’ anche mio figlio…” Rispose Emma più felice che mai mentre il sindaco abbracciava Henry.
“E quanto a lei signorina Swan” disse il sindaco passandosi una mano tra i capelli scuri.
“Si?”
Regina, che era dall’altro lato del letto, si inclinò verso la ragazza prendendole il viso tra le mani e la baciò, senza pensarci due volte, la odiava ma infondo aveva salvato suo figlio e voleva ripagarla in qualche modo. E se ci fosse stata la Salvatrice su quel letto? Pensava Regina. Chi l’avrebbe salvata? Pensava a questo mentre la baciava e a quanto fossero morbide le sue labbra. Emma si staccò da quel bacio che non sapeva ancora descrivere.
“Avete fatto pace allora” -  Disse Henry sorridendo alle sue mamme.
Emma guardò suo figlio e poi, lentamente, anche Regina. Non sapeva cosa dire e fece quello che le riusciva meglio ultimamente, si voltò e uscì dalla stanza, voleva restare sola e nel frattempo ripensò a quel bacio e a quello che aveva provato.
Emma trascorse tutto il pomeriggio nell’ ufficio della sceriffo ma non faceva altro che pensare al sortilegio, a quello che era successo quel giorno e alle labbra carnose di Regina sulle sue, al suo profumo, al suo portamento, al suo fascino, ai suoi sorrisi maliziosi. Si sentiva attratta da lei dal primo giorno in cui si erano incontrate ma lei non aveva fatto altro che odiarla e allontanarla da Storybrooke. Ma cosa era cambiato adesso? Perché mai l’ha baciata?
“Emma sono così felice che tu abbia spezzato il sortilegio, sono orgogliosa di te” Mary Margaret entrò nella stanza facendo sussultare Emma, immersa nei suoi pensieri. “Ma dove sei stata tutto il giorno?” – Chiese sua madre.
“Ehm, nulla sai ho salvato Henry dalla maledizione del sonno dopo che ha mangiato un dolce alle mele preparato da Regina che in realtà era destinato a me poi…ho attaccato Regina e ora tutti mi chiamano la Salvatrice, direi cose che capitano tutti i giorni no?”
“E chi l’avrebbe mai detto, i miei genitori sono Biancaneve e il principe azzurro!” - Esclamò Emma a braccia aperte andando incontro a sua madre.
“Emma, so che è difficile affrontare tutto questo, non immagino neanche quello che provi in questo momento ma di una cosa sono sicura, ora che si siamo ritrovate, non ci perderemo mai più, su vieni a casa con me.”
“Grazie ma…credo che prima farò un giro, sai per schiarirmi le idee, oggi è stata una giornata piuttosto stressante per me.”
“Va bene, mi trovi a casa se hai bisogno!” - Mary Margaret sorrise a sua figlia e andò via dall’ufficio dello sceriffo.
Emma la guardò andarsene “Ci vediamo più tardi” - Disse e aspettò qualche minuto prima di alzarsi di scatto dalla sedia, prese la sua giacca rossa di pelle e si diresse verso la porta, sapeva benissimo dove era diretta e all’idea il cuore iniziò a martellarle nel petto.
“Calma Swan, stai solo andando a fare una visita al sindaco, che sarà mai?” - Pensò tra sé sorridendo.
Non c’era nessuno per strada, a quell’ora dovevano essere tutti a festeggiare il fatto di essersi ritrovati. Passò da Granny e notò che era affollato ma non era diretta lì quella volta. Dopo qualche minuto arrivò a destinazione. Suonò il campanello e in attesa di una risposta, si voltò dando le spalle alla porta.
“Non so nemmeno perché sono venuta qui” - Pensò. Ma in quel preciso istante sentì la porta aprirsi e si voltò di scatto.
“Emma?” Sei tu?”
Si voltò. “Regina io, volevo solo dirt…” “Entra Swan, ti offro da bere.”
Emma si sentì più tranquilla, era quello che ci voleva.
Un attimo dopo Emma era seduta in salotto con un bicchiere di vetro in mano. Regina invece era rimasta in piedi. Indossava un vestito diverso da quello che aveva quella mattina ma sempre nero. Emma iniziò  a sentire caldo, così si tolse la giacca di pelle.
“Emma, non sono arrabbiata con te per il tuo comportamento di oggi, me lo sono meritata infondo…”
“A proposito di oggi, Regina ho pensato molto a quello che è successo” – Emma arrossì in volto e Regina lo notò.
“A quello che è successo?”
“Si come descriveresti il fatto che mi hai baciata?”
“Si sbaglia Signorina Swan, io non ho fatto nulla, è lei che si è avvicinata, è partito da lei!” – Regina bevve un sorso dal suo bicchiere.
Non sapeva per niente mentire.
Emma era esterrefatta, Regina sembrava essere tornata la donna  fredda di sempre.
La bionda bevve un sorso dal suo bicchiere, aveva bisogno di qualcosa di più forte in quel momento
“Va bene, è così che gioca con i sentimenti delle persone? Le bacia, le fa quello sguardo sexy e poi rinnega tutto? Ma che persona è lei?” – Emma si alzò di scatto, arrabbiata. “Me ne vado e non la disturberò più, buona serata!” Le parole le uscirono senza pensarci, deglutì, aveva la bocca secca, si sentiva in imbarazzo. Aveva creduto che Regina fosse…diversa, addirittura cambiata. Si voltò e si diresse verso la porta che era rimasta chiusa mentre Regina, che era rimasta accanto al divanetto, si voltò finalmente verso di lei
“Ma dove crede di andare così? – Chiese poggiando il bicchiere sul tavolino di vetro.
“Così come?” Ora erano una di fronte all’altra, vicine, troppo vicine per toccarsi.
Emma deglutì, di nuovo. Ora più arrossita di prima. Non facevano altro che fissarsi.
“Intendo, senza la sua giacca. La stava dimenticando!” La mora le tese la giacca rossa che Emma aveva lasciato sulla poltrona.
Emma guardò Regina e allungò il braccio per prendere la giacca quando Regina si allontanò per un attimo, andando a chiudere la porta a chiave “Cosa stai facendo? Vuoi farmi fuori Regina? Non ho paura di te, lo sai.”
“Lo sai che si dà del Lei ad un’autorità vero?  “Non voglio ucciderti Swan…ma da stasera sarai mia, è quello che vuoi presumo.” "È arrivato il momento di far pace non credi anche tu? "
Regina si avvicinò lentamente ad Emma, rimasta immobile al centro del salotto. Senza parole. Non credeva a quello che aveva appena sentito.
Le mani di Regina cominciarono ad esplorare il corpo dell’altra, il suo corpo aderiva a quello della ragazza e la baciò sul collo.
“Facciamo pace allora! ” - Rispose Emma sorridendo.
“Ci può giurare,Sceriffo." Regina fece il suo sorriso malizioso che tanto piaceva ad Emma." "Ma ora, tocca a me esplorarti, dopotutto, sono io la regina, ricorda?”
Regina prese la mano Emma che la seguì sul divano.  In poco tempo si ritrovarono senza vestiti pronte a darsi piacere senza pensare a nient’altro, solo a godersi il momento. La testa di Regina tra le gambe di Emma, chissà da chi aveva imparato a muoversi in quel modo pensò Emma.
“Swan, ti ho voluta fin dal tuo primo arrivo qui” – Disse dopo averla baciata ovunque.
“Bel modo di farmelo capire Regina.”
“Regina, quello che ho detto oggi…non lo pensavo veramente” Aggiunse Emma.
Regina la guardò negli occhi. “Cosa?”
“Per me, sei più di una regina cattiva, tutti possiamo sbagliare nella vita e io…credo davvero in te” – Emma era sincera.
“Anche se ho provato ad avvelenarti e allontanarti in tutti i modi?”
“Sì”
Regina non rispose ma le regalò un intenso e indimenticabile orgasmo, forse il primo di una lunga serie.

“Anche se ho provato ad avvelenarti e allontanarti in tutti i modi?”“Sì”Regina non rispose ma le regalò un intenso e indimenticabile orgasmo, forse il primo di una lunga serie

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