"Meg,ho un lavoro per te."
Jack -il mio capo- si avvicinó alla scrivania, scortando con sé un ragazzo.
"Si, mi dica"
Alzai la testa dal computer e attesi una sua risposta fissando il tizio sulla quarantina davanti a me."Devi tenere sotto custodia questo ragazzo".
Le parole uscivano titubanti dalla sua bocca. Neanche io mi sarei fidata di me stessa, capivo il motivo della sua preoccupazione.L'uomo era appoggiato con una mano alla mia scrivania di legno e con l'altra si grattava la parte inferiore della testa mentre fissava i miei occhi in cerca di una possibile risposta.
"I-io?"
"Si, lo so che sei qua per altre ragioni ma questa era una delle due scelte: o lo lasciavamo marcire in carcere o qualcuno lo poteva tenere sotto custodia. Complimenti, hai vinto tu!"
Disse puntandomi il dito contro e alzando le braccia in aria.Certe volte il suo comportamente mi stupiva, era molto esigente e preciso ma in alcuni momenti il suo lato 'eccentrico' prendeva il sopravvento su di lui. Forse utilizzava questo tipo di atteggiamento per sdrammatizzare certi tipi di situazioni, tuttavia non era molto efficace.
Il ragazzo accanto a lui era biondo, molto alto in confronto a me e teneva la testa bassa.
Jack mi diedi una veloce occhiata un'ultima volta ed uscì, accompagnato da uno spiffero di aria fredda. Con un gesto deciso spostò la sedia all'indietro e si sedette appoggiando gli avambracci sulla scrivania."Come ti chiami?"
Domandai digitando la tastiera nera del mio laptop.
"Niall, piccola."
Mi fece l'occhiolino e sorrise. Sbuffai per il suo alquanto 'squallido' gesto. Era solamente uno dei tanti che si erano seduti su quella sedia, che si erano appoggiati in quello stesso punto.
Non attacca con me, Bad Boy.
Tuttavia continuai a riempire gli spazi incompleti sul suo curriculum."Quanti hanni hai?"
"Venti."
Affermò sicuro spostandosi il ciuffo biondo di lato.
"Bene, dove sei nato?"
"California."
Riempì altri spazi vuoti grazie alle informazioni scritte nella cartellina gialla che mi fu data dal mio capo, successivamente feci scivolare la sedia da sotto di me e mi alzai."Dove andiamo,pic-"
Lo fermai prima che potesse ripetere l'ultima parola e continuai a camminare. Appoggiai il blocco di fogli sul banco da lavoro di Jack e feci sedere Niall davanti a lui.
"Grazie Megan""Di niente, si figuri."
Guardai fuori dalla finestra e notai che il sole si erà già nascosto dietro ai numerosi palazzi, così presi la mia borsa e mi incamminai sulle trafficate strade della California, lasciando il biondo nelle mani dell'uomo calvo.NIALL POV'S
Rimasi lì seduto per un buon quarto d'ora, dopodiché il signore panciuto mi prese per il braccio destro e mi spinse fuori dalla porta di vetro.
"Tu!"Indicò un uomo sulla cinquantina vestito di nero e gli fece segno di avvicinarsi a noi.
Mi fece girare di spalle e mi ammanettò. La sua forte presa lasció dei segni rossi sulla mia pelle tatuata provocandomi un leggero dolore.
L'uomo calvo mi spinse attraverso una porta pesante la quale conduceva alle celle.
"Tu ora stai qua. Verremo domani, forse."
Un ghigno divertito di formò sulle labbra dell'uomo che si allontanò fischiettando divertito.
Entrai nell'ennesima stanza fredda e vuota e mi sedetti sul duro materasso. La testa girava e il freddo della stanza non aiutava l'emicrania ad andarsene.
Riflettei sui miei ultimi anni di vita -infondo non erano stati i migliori-. Avevo avuto periodi migliori, senza tutte queste merde di infrazioni e leggi senza senso che mi portavano in un unica direzione: il carcere.Questa volta era fortuna.
"Solo fortuna."
Dissi ad alta voce.
Si, è stata una fortuna questa dell'essere affidato a qualcuno. Penso che ne abbiano provate di tutti i tipi con me.
Almeno avrei sentito la mancanza di questo schifo di posto per un po'.---
Mi svegliai di malavoglia nella cella della sera precedente. Le urla assordanti mi fecero istintivamente mettere le mani sulle orecchie e sbuffare leggermente.
Tutto questo non era confortante, no, per niente.
"Sveglia!"Aprii l'occhio sinistro ed una faccia arrabbiata fece capolino nella finestrella della porta di metallo.
Mi fissò per un tempo indeterminato e dopo due scatti veloci di chiavi aprì la porta di ferro e si avvicinò al materasso.Lentamente portai il peso del mio corpo sui gomiti e mi stiracchiai le gambe mentre lui sbatté ancora una volta il bastone sulle sbarre.
"Si, cazzo ho capito."
Mi lamentai nuovamente per il modo rude che utilizzò per farmi alzare dal materasso malconcio.
Mi trinse il braccio e mi ritrovai a fissarlo negli occhi."Non parlarmi così."
Disse duramente.
Inarcai un sopracciglio e sorrisi; se pensava di mettermi paura aveva sbagliato persona. Un lieve sbuffo uscii dalle mie labbra inarcate in un sorriso.
Percorremmo un lungo corridoio scuro prima di arrivare agli uffici, dove la temperatura si fece più mite.La persona alta accanto a me aprì la porta dell'uffico di Megan e mi fece entrare prima di lui, tenendomi ancora le mani dietro la schiena.
"Grazie Bob."
Megan si alzò dalla sedia e sistemò alcuni fogli su di una mensola di uno scaffale. Il suo sedere era stretto in dei meravigliosi jeans neri e le sue curve erano messe in risalto dalla t-shirt che indossava.
Dopo un lieve cenno di capo da parte dell'uomo vestito in nero, esso si avvicinò a me.
"Sta attento a lei. Chiaro?!"
Gli sorrisi e annui.MEGAN POV'S
La presenza di Niall in questa stanza mi rendeva fragile, mi metteva in soggezione con un solo sguardo. Aveva un aspetto da 'cattivo' e quei tatuaggi sulle braccia non aiutavano -di certo- ad almeno 'cambiare' le impressioni su di lui. La faccia da bravo ragazzo era passabile,ma tutto il resto non mi convinceva.
Non mi era mai piaciuto avere a che fare con gente di questo stampo.Mi avvicinai a lui e dopo aver preso la chiave dalla tasca posteriore dei jeans, lo smanettai.
Le mie gambe calciavano i sassolini neri sull'asfalto mentre riflettevo sui vari impegni che avrei avuto nel pomeriggio.
L'aria era calda ed il sole minacciava di farmi chiudere gli occhi ogni volta che finiva l'ombra rassicurante di un palazzo.
Non amavo il caldo, avevo sempre preferito il clima freddo, o per lo meno fresco.
Tuttavia questo era il tipico clima Californiano -non avrei potuto aspettarmi altro-.
Mi girai velocemente per assicurarmi che Niall fosse ancora dietro di me.
Lo trovai impegnato a fissare gli alti palazzi accanto alla strada.
"Perchè mi guardi?"Girò la testa e sorrise.
Prontamente mi girai e un lieve sbuffo uscì dalla mia bocca.
Le guance mi andarono a fuoco e tutto quel calore mi fece sventolare leggermente la mano davanti al viso, per creare una corrente d'aria più fresca.
Camminammo fino al penultimo incrocio di quella strada e una volta arrivati davanti al palazzo in cui abitavo, aprii il cancelletto di ferro.
Il piccolo atrio era sulle tonalità del rosa antico e era contornato da bordi e decorazioni d'oro.
Le finestre erano presenti solo su due pareti dell'atrio e illuminavano interamente la stanza.
Ci spostammo nel piccolo ascensore, Niall si posizionò al centro e fissò le porte impaziente.
"Qualcosa non va?"Mormorai. Stavo dietro di lui e nonostante la piccola distanza riuscivo a sentire il suo respiro pesante.
"No."Era seccato,be dalla sua risposta capii che, evidentemente, non amava gli ascensori.
Salimmo fino al quarto piano e arrivati davanti alla sottile porta di legno cercai la chiave tra le altre.
Una volta aperta feci passare prima Niall, giusto per vedere la sua prima impressione.
Avevo portato molte persone a casa come amici e parenti e tutti mi dissero che se anche era piccolo,risultava piuttosto 'carino'.
Da lui mi sarei aspettata il peggio commento di sempre.
"Un appartamentino..."
Affermò guardandosi intorno."Sei abituato a grandi case? Insomma pensavo fossi abituato e piccoli loculi chiamati 'celle di isolamento'"
Scherzai appoggiandomi contro il muro.
In risposta ricevetti solamente una scrollata di spalle da parte sua.
"Non mi dispiace sai? Insomma, ti posso tenere sott'occhio con un appartamento così piccolo, Non credi?"
Ammiccò sicuro. Si avvicinò furtivamente a me, mettendomi in guardia e facendomi staccare dal muro.
Strinsi gli occhi e scossi la testa.
Mi scappò una piccola risata. Questo lo credevo impossibile, almeno per quel momento.
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Take Me Home. ↠||n.h.
Fanfiction"Forse non è come sembra,okay? Forse è meglio. Forse è meglio di tutta questa merda che ultimamente mi sta capitando." Riportai i miei occhi chiari sui suoi. "Forse doveva andare così." Continuó lui afferrando la mia piccola e gelida mano. Lo fissai...