La sessione di orientamento

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Una nuvola di tante piccole goccioline si alzò verso il cielo, come a sostituire le prime stelle che stavano spuntando nella penombra. Questo è ciò che si presentò davanti agli occhi di Elenie poco prima di seguire il fratello in quella pazzia. In un batter d'occhio entrambi gli elfi si trovarono immersi in quel meraviglioso brodo rosso che pian piano diventava sempre più scuro.
- Sarà anche una follia, ma ci voleva proprio. Abbiamo tutta la notte per esplorare la foresta, oramai abbiamo pure capito dove siamo. sospirò l'elfo contemplando il cambiare di colore della volta celeste.
- Per questa volta ti do ragione, ma non abbiamo ancora trovato un punto preciso sulla mappa, non me ne hai dato il tempo. E se ci fossero mille laghi? continuò lei preoccupata.
- Non credo, non se ne vedono molti in giro. Pensa a goderti il momento! La tranquillizzò Akran accarezzandole i capelli. Le voleva bene, anche se non era realmente sua sorella. A dire il vero non sapeva molto di lei, anche perchè quando si è piccoli i ricordi tendono ad essere avvolti da un velo di mistero, diventando sempre più sfocati e profondi man mano che si guarda indietro. La prima cosa che ricordava di lei era la sua voce, che navigava libera nella sua mente componendo la frase "Akran, vuoi essere il mio fratellone?"
Erano davvero molto piccoli e per questo motivo non era facile rendere il quadro più nitido di come lo rammentava. Ciò di cui era certo è che qualcuno doveva averla abbandonata a Frondantica, ed era felice di avere occupato quel posto che per lei era così importante.
Che dire di lui invece? Sua madre non l'aveva mai conosciuta mentre con suo padre aveva trascorso pochi anni della sua vita, prima di essere portato al circolo druidico nel quale aveva vissuto il resto dei suoi giorni.
Oltre al suo nome, Elenor, lo ricordava appartenere ad un altro circolo druidico legato spiritualmente a quello di Frondantica. Per questo motivo aveva deciso di portare il piccolo Akran lì, perchè lo considerava un luogo sicuro e libero da tante minacce che ogni giorno scuotevano altre zone del mondo.
Ma perchè abbandonarlo così? Per il giovane elfo dai capelli bianchi rimaneva tuttora un arcano irrisolto, chissà se un giorno i loro destini si sarebbero incrociati nuovamente.

Il vortice di pensieri del ragazzo venne interrotto da una presa improvvisa sulla sua caviglia. Ancora prima di realizzare quanto stava accadendo si ritrovò sott'acqua, e ghermito dalla paura con uno scatto si guardò intorno. Ciò che sembrava averlo terrorizzato non era altro che Elenie, mannaggia a lei e ai suoi scherzi di cattivo gusto. Sulla sua faccia era stampata una smorfia beffarda e soddisfatta, era riuscita nel suo intento.
Una volta risaliti in superficie la ragazza esclamò ridendo:
- Ti sei spaventato! Ci sono riuscita.
- Io? Ma che cosa dici, ci vuole ben altro per spaventare il grande Akran, figlio di Elenor!
A quel punto il sorriso di Elenie si trasformò in una sonora risata che ruppe quell'assordante silenzio che regnava in quella zona.
La luce era quasi svanita, tutto il tono rosso di pochi istanti prima si era tramutato in blu scuro liberando nel cielo una moltitudine di stelle.
La poca illuminazione presente veniva catturata dai fitti alberi della foresta, che ora appariva quasi tetra e terrificante.
- Vieni sorellina, usciamo dall'acqua che qui comincia a farsi buio. Non so quanto convenga proseguire la missione in queste condizioni. Riprenderei domani mattina.
Con uno sguardo i due capirono subito di trovarsi d'accordo, era il momento di trovare un rifugio per trascorrere la notte. Giunti sulla sponda del lago cominciarono a guardarsi intorno in cerca di qualcosa che potesse fare al caso loro, finché non notarono uno strano albero in lontananza. Chiaramente non poteva essere un albero ordinario, perché di quelli ce n'erano a bizzeffe, ma allora cosa aveva destato l'attenzione dei due elfi? Prima di tutto l'enorme dimensione che lo caratterizzava, dalla cima probabilmente sarebbe stato possibile godere di un'ampia visione della foresta. Il dettaglio che più li convinse a dirigersi in quella direzione furono quelle enormi crepe incastrate tra le venature del legno, che con un po' di fortuna avrebbero fornito loro un riparo.

Senza indugiare si fecero strada tra gli arbusti sulla riva del lago verso il grande albero, anche se i passi si stavano facendo sempre più pesanti e quasi strascicati. La stanchezza aveva preso ogni centimetro dei loro corpi e camminare peggiorava irrimediabilmente la situazione. 
- Ancora qualche passo e giuro che mi addormento a terra. Biascicò il povero Akran esausto
- Dai su, oramai siamo praticamente arrivati, voglio vedere questo benedetto albero! Se siamo fortunati potremo usarlo come rifugio anche in altre occasioni. Elenie appariva stanca ma nonostante questo l'entusiasmo della scoperta non le era svanito.
Finalmente il piccolo piede di Elenie poggiò su una delle grosse radici che serpeggiavano intorno a quell'enorme pianta. Con un balzo si aggrappò ad un ramo sovrastante e grazie ad un gesto atletico degno di uno scimpanzè si ritrovò in piedi su di esso. 
- Forza fratellone vieni qui anche tu!
Il giovane quasi strisciando si avvicinò al ramo e dopo qualche salto andato a vuoto riuscì ad afferrare la mano della sorella e farsi tirare su.
- Scusa le mie gambe sono a pezzi, in una situazione normale sarei saltato anche in cima all'albero. Disse l'elfo dai capelli bianchi mostrando evidenti segni di debolezza.
- Ahahah ma non farmi ridere. La foresta sentì l'ennesima sonora risata partire dalla ragazza.
Ora che si trovavano entrambi sollevati da terra ebbero modo di notare quell'enorme rientranza poco sopra di loro. Qualcosa doveva avere consumato il legno creando una sorta di grosso anfratto che li avrebbe anche potuti riparare da un'ipotetica pioggia. Tuttavia cielo non sembrava minaccioso anzi, appariva piuttosto terso.
Il fascino della volta celeste li convinse a rimanere all'aperto, non c'era nulla da temere a quell'altezza. Il buio della notte li avrebbe nascosti anche da eventuali viandanti che transitavano vicinanze, quindi si trovavano nella condizione perfetta per riposare senza fastidi.
Cullati dal silenzio del momento e trascinati dalla stanchezza, sprofondarono in un celestiale sonno che li avrebbe portati alla mattina successiva con il pieno delle forze.

Un bagliore di luce penetrò attraverso le palpebre semiaperte di Akran, il sole era già alto nel cielo.
- Ora si che mi sento quello di prima! Sveglia dormigliona che qui abbiamo un bel lavoro da fare!
Dopo tutto questo urlare Elenie non poté fare a meno di aprire gli occhi facendo un grosso sbadiglio.
- Esistono modi più dolci per svegliare una fanciulla, lo sai vero?
- Il nemico non sarà clemente quando ti coglierà di sorpresa nella notte! Ribatté lui rivolgendole quello sguardo di sfida che avrebbe innervosito perfino la più calma delle creature.
- Come non detto. Disse lei sviando il discorso e saltando giù dall'albero.
Un secondo tonfo accompagno l'arrivo dell'elfo su una grossa radice dietro di lei. Era ora di incamminarsi verso la meta. Ma quale meta?
- Sorellina, forse conviene capire dove dobbiamo andare, hai tu la mappa del maestro?
- Giusto! Adesso la guardiamo così forse ci capiamo qualcosa. La ragazza tirò fuori dalla sua tracolla l'enorme pergamena e la distese sul terreno in modo che entrambi potessero vederla.
- Allora qui ci sono due laghi, dovremmo essere in uno di questi. Ma quale? Si interrogò Elenie ad alta voce.
Fu allora che Akran notò una piccola dicitura accanto ad uno dei due specchi d'acqua. "Sacra quercia centenaria". A quel punto non vi era alcun dubbio. Quello era l'albero su cui avevano dormito e senza saperlo avevano osato disturbare gli spiriti della natura che lo abitavano.
Mostrata l'intuizione alla sorella cominciarono a pensare in quale luogo dovessero andare, che per loro rimaneva una questione insoluta. Per fortuna il maestro Dharu aveva segnato sulla mappa dei punti chiave a sud-est del villaggio, che semplificò di molto il lavoro rendendo nitido l'obiettivo. 
- E sud sia! Il ragazzo si alzò , raccolse la mappa e la legò sulla sua piccola tracolla usurata che teneva sul fianco. Non rimaneva molto tempo per completare la missione, nel pomeriggio avrebbero dovuto prendere parte al consueto addestramento del maestro insieme agli altri aspiranti druidi. Non era stata una buona idea perdersi nella foresta e trascorrere la notte fuori, ma con la giusta determinazione era ancora possibile portare a termine l'incarico senza danni o punizioni.
I due camminarono nella selva per diverse ore, nella speranza di adocchiare qualcosa che potesse essere degno della loro attenzione. Oltre ai soliti elementi caratteristici di Frondantica non avevano notato gran che, ad eccezione di una costruzione probabilmente dimenticata da decenni. L'abbondante presenza di rampicanti sulle pareti ne confermava lo stato di abbandono. Più volte avevano sentito parlare di antiche popolazioni umane che abitavano la foresta, anche se non avevano mai avuto occasione di approfondire. 
- Qua sembra tutto normale fratellone, che facciamo torniamo indietro? Abbiamo perlustrato tutte le zone che il maestro ci ha indicato. Disse Elenie sedendosi di scatto a gambe incrociate. La noia stava cominciando a dare i suoi primi segnali, ma come biasimarli, nelle ultime ore non avevano visto altro che piante, ruscelli e rocce. Le famose tracce orchesche segnate sulla pergamena rimanevano ancora nell'immaginazione di Dharu, che fossero state inventate?
- Abbiamo ancora un po' di tempo prima dell'addestramento, possiamo rilassarci un po' cercando un posto tranquillo non troppo lontano dal villaggio. Propose Akran per spezzare il silenzio e ravvivare un po' la situazione.
- Questa è un'ottima idea! Allora ti seguo. Rispose entusiasta l'elfa con un sorriso stampato sulla faccia.
Data una rapida occhiata alla mappa, il ragazzo si mise a correre verso nord con un'incredibile agilità, come se tutti gli ostacoli del percorso fossero diventati incorporei. 
- Aspettami! Urlò lei cercando di stargli dietro un balzo dopo l'altro. 
Questa scena non durò molto poichè l'elfo ad un certo punto si arrestò di scatto, come se avesse incontrato una parete invisibile. Per poco Elenie non lo fece cadere finendoci addosso, ma riuscì a poggiare tatticamente un piede per evitare di piombare a terra.
- Perchè diavolo ti sei ferm... Gli occhi della ragazza si spalancarono e rimasero immobili, come incollati a qualcosa di impossibile da spostare. A pochi metri da loro avevano visto qualcosa che non si aspettavano, almeno non li, così vicino al villaggio.
- Dobbiamo dirlo a Dharu. Mormorò l'elfo sottovoce.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 03, 2019 ⏰

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Akran Snow: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora