Prologo

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P.o.v. Cecilia

Oramai era tutto pronto.

Le valigie erano state fatte, la borsa delle scorte era piena e lo zaino con i libri pure. L'unica cosa che non era pronta ero io.

Oggi era il grande giorno.

Saremmo andati in Australia con il corso di geografia.

Essendo noi, in America, abbastanza lontano dall'Australia, avremmo dovuto prendere l'aereo; non essendoci mai andata avevo moltissima paura.

Cominciai a pensare al peggio mentre ero in macchina con i miei genitori verso l'aereoporto.

-Stai calma piccola, vedrai che il volo non sarà poi così male- tentò di rassicurarmi mia madre.

-Guarda che le possibilità che il tuo aereo precipiti sono 1 su un milione- ribattè mio padre.

-Grazie, ora si che mi sento molto meglio!- esclamai io, ironica.

Apprezzavo il fatto che volessero aiutarmi, ma al momento non c'era niente che potesse calmarmi. Desideravo solo arrivare là, dai miei amici.

Con quei pensieri in testa mi misi le cuffiette e cominciai  ad ascoltare la musica, guardando qualcosa di indefinito al di là del finestrino della macchina.

P.o.v. James

Appena arrivai all'aeroporto vidi in lontananza i ragazzi.

Erano già tutti lì ad aspettare me.

Saremmo andati in Australia e non vedevo l'ora di arrivare e iniziare la nostra gita.

Erano tutti eccitati tranne Cecilia, che tremava dalla paura.

Poverina mi fa quasi tenerezza

-Eccoti finalmente!- esclamò Connor, venendomi incontro.

-Scusatemi tanto. Caleb dov'è?- dissi, non vedendolo da nessuna parte.

-Ha rinunciato all'ultimo momento- disse dispiaciuto Connor. 

Caleb era l'anima di tutte le feste, insieme a Braley. Non sarebbe stato lo stesso senza di lui.

-Peccato- dissi io, visibilmente dispiaciuto.

-Non ci pensare dai. Vieni, andiamo dagli altri, o faremo tardi-.

Raggiungemmo gli altri e , tutti insieme, facemmo tutti i controlli e, dopo un'ora circa, sentimmo la voce metallizzata dell'altoparlante che annunciava il nostro volo.

***

Ci stavamo dirigendo verso il nostro aereo; ne avevamo preso uno privato.

È costato un casino e ci sono voluti mesi per raccogliere tutta la cifra che ci serviva ma alla fine ce l'abbiamo fatta.

Non ci piaceva l'idea di viaggiare con altre persone; preferivamo uno spazio tutto nostro per poter fare i cretini e parlare in libertà senza nessuna hostes che ci venisse a rompere di fare silenzio e stare calmi perchè stavamo disturbando le altre persone.

Anche perchè Cecilia avrebbe sicuramente urlato e fatto scenate di terrore.

P.o.v. Connor

Eravamo partiti da più o meno un quarto d'ora e Cecilia non ha ancora smesso di fare la terrorizzata.

Io, Bead, James e Tris ci stavamo facendo delle risate atomiche per le reazioni che la nostra amica stava avendo.

-E se l'aereo precipitasse?- disse visibilmente terrorizzata

A quell'affermazione mi misi a ridere ancora più forte.

-Dai, non ti devi preoccupare. Vedrai che andrà tutto bene- cercai di digli io, tra una risata e l'altra.

-Che amici simpatici che ho! Al posto di consolarmi e dirmi che andrà tutto bene ridete. Davvero grazie!- e si girò dall'altra parte, a braccia conserte, guardando oltre il finestrino.

-Stai avendo delle reazioni esagerate! L'aereo non precipiterà, non ci accadrà niente di quello che dici tu! Arriveremo in Australia e ci godremo la nostra settimana. Sì positiva per una volta cazzo!- esclamò, visibilmente arrabbiato, Bradley. Quei due non si sopportano, ogni occasione è buona per litigare e non capiamo da dove possa essere nato questo conflitto tra i due. 

-Senti, questa è la prima volta che volo! Fatti i cazzi tuoi- gli urlò lei, alzandosi e guardandolo in faccia.

Iniziò una lunghissima discussione su chi dei due avesse ragione. Io, James e Tris ci lanciammo uno sguardo disperato. Quei due sono senza speranza, ormai avevamo pure rinunciato a cercare di dividerli quando iniziavano a discutere. Così ci mettemmo ai nostri posti e, cullati dalla musica degli auricolari, ci addormentammo. 

***

Venni svegliato da un rumore molto forte che sorpassò la musica che stavo ascoltando. Guardai gli altri e notai che anche loro si erano svegliati; l'unica a dormire ancora era Cecilia.

Bradley, che era seduto vicino a lei, tentò invano di svegliarla.

Guardai dal finestrino e vidi una scena che avrei preferito non vedere.

Stavamo precipitando

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