Capitolo sei- Cannibalismo

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P.o.v. Cecilia

Eravamo nella merda più assoluta. Non avevamo niente da mangiare e in più l'isola sembrava vuota.

Stavo pensando ad una soluzione seduta nella spiaggia quando notai la figura di Brad sedersi vicino a me.

Bradley: So che con questa storia dei viveri molto probabilmente moriremo ma ci sarebbe una cosa che vorrei dirti prima di morire

Io: Che cosa Brad?

Avevo una strana sensazione e sentivo lo stomaco in subbuglio per la troppa avvicinanza con lui

Bradley: Ci tenevo a fare pace con te. Dopo tutto questo tempo passato ad odiarci non mi piaceva l'idea di morire ancora in guerra con te.

Io: Per me è lo stesso.

Brad: Quindi...amici?

Io: Amici.

Ci abbracciammo. Chi avrebbe mai detto che sarei diventata amica di Bradley Simpson, l'uomo più antipatico del mondo? Di certo non io.

Ci staccammo dall'abbraccio, le nostre faccie erano a pochi centimetri di distanza e qualcosa mi diceva di baciarlo.

Volevo baciarlo.

Ma che dico?  Io voglio mangiarlo.

Aspetta, cosa?

Dei pensieri cannibalisti si fecero largo nella mia mente e quando le nostre bocche furono a pochi millimetri di distanza tirai fuori dei denti aguzzi e gli diedi un morso in faccia che lo fece urlare dal dolore. L'urlo catturò l'attenzione dei ragazzi che corsero in soccorso di Brad e mi guardarono confusi.

Non capivo perché. Perché avevo agito in quel modo?

Dalla vergogna scappai correndo nel bosco.

Dopo un po' che correvo caddi in dirupo e poi il buio.

P.o.v. Bradley

Le nostre bocche stavano per baciarsi ma lei mi precedette tirando fuori una fila di denti aguzzi e mi morse in faccia.

Urlai dal dolore catturando l'attenzione dei ragazzi che corsero in mio soccorso.

Ma che gli era preso a Cecilia? La guardammo per cercare risposta ma lei in lacrime scappo nel bosco.

Tentammo di seguirla ma era troppo veloce e la perdemmo.

***

I ragazzi mi stavano medicando la ferita con le poche cose che erano rimaste quando ci si parò davanti un uomo che pareva ai miei occhi un indigeno.

Aveva lunghi capelli ricci e gli occhi verdi.

Lo guardammo spaventati.

Io: Ma chi sei?

Ind: Sono Harry, il capo della tribù di quest'isola.

Io e i ragazzi ci guardammo. Avremmo provato a fidarci di lui, anche perché senza niente da mettere sotto i denti non eravamo in posizione di fare nient'altro.

James: Io sono James e loro sono Bradley, Tristan e Connor.

Lui fece un cenno col capo per farci capire che aveva capito e continuò il suo discorso

Harry: Sono a conoscenza della vostra situazione e sono qui per aiutarvi. Venite con me e troverete un riparo, cibo, acqua e medicine.

Ci brillarono gli occhi. Un offerta davvero allettante ma oltre al fatto di Cecilia era comunque un uomo del bosco e bisognava stare in guardia. Tuttavia, presi dalla disperazione per quella situazione nella quale eravamo stati catapultati, decidemmo di andare con lui, consci die rischi che stavamo correndo. Non pensavamo ci fosse altra scelta se non quella. 

Camminammo per diversi minuti all'interno del bosco, e dopo un po' ci portò in un posto che non mi sarei mai aspettato che esistesse: una vera città in un isola sperduta nel nulla.

Harry: Vi piace?

Io: Il posto è molto bello ma...

Non potei finire la frase che un ragazzo alto circa un metro e settanta, castano con gli occhi azzurro-verdi mi interruppe. Lo riconobbi subito, era senza dubbio l'uomo che mi aveva colpito la caviglia con la freccia.

X: Signore i Berta hanno preso un altro ostaggio.

Harry: Louis accompagnaci subito alla grotta.

Lui face un cenno col capo e ci condusse verso la cosiddetta grotta. Per arrivarci dovemmo passare per mezzo villaggio, per poi scendere sotto un enorme edificio situato proprio nel centro dello stesso. 

Io: Scusa Harry, ma chi sono i Berta?

Harry: Sono una banda di indigeni sempre in guerra con tutti.

Entrammo nella caverna e davanti a noi si presentò un enorme schermo con delle immagini. 

C'erano degli indigeni e...CECILIA!

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