Capitolo 2

57 13 1
                                    

Le ore passano lentamente, molto lentamente.

Durante la ricreazione Harry si era alzato e subito tutte le ragazze di sono 'avventate' su di lui. Hanno iniziato a riavviarsi i capelli, sbattere le ciglia e tirasi su le gonne in modo da lasciar scoperto più parte del corpo.

L'avevo capito dai suoi occhi, da come mi guardava Harry. Mentre le ragazze gli sussurravano qualcosa si era girato verso di me e mi aveva guardato in un modo diverso, fanno tutti così. Tutti. Dopo anche solo una piccola rivelazione il loro sguardo cambia completamente.

La campanella suonò ed io mi affrettai ad uscire dalla scuola, oggi mio fratello non stava bene ed é rimasto a casa. Prima torno meglio é. Imboccai il lungo viale per arrivare a casa, camminavo velocemente, dovevo arrivare in fretta.

"Non mi importa." Disse una voce dietro di me spavantandomi.

"Oh cielo, sei tu Harry." Sospirai fermandomi.

"Mi dispiace di averti spaventato." Dice infilando le mani in tasca.

"Va bhe, non ti preoccupare." Rispondo dondolandomi sul posto.

"Non mi importa, veramente." Ripete.

"Cosa?".chiedo.

"Della foto, di come ti considera la gente, non mi importa, a me stai simpatica." Dice Harry sorridendo leggermente.

"Ti importa, infondo, infondo ti importa. Vuoi sapere il perché, ti sembra che io sono quella che si fa foto del genere e che va in giro conciata in quel modo? No, appunto." Chiarisco.

"Voglio scoprire quella vera te, il vero motiv..."

"Penelope!" Sentii urlare.

Mi voltai e vidi mia madre sulla soglia di casa, con dietro mio fratello che piangeva. No, no, no. Non ancora, ti prego.

"Harry, vattene." Dico di fretta.

"Ma dev..." inizia ma lo interrompo mettendo una mia mano sul suo petto.

"Ti prego, vattene." Lo imploro finché non cede.

"Okay." Dice mentre si gira per prendere la sua strada.

Appena svolta il viale corro verso la porta di casa e inizio ad urlare contro mia madre.

"Cosa gli hai fatto ancora? Giuro che ti ammazzo." Dico puntando un dito sul suo petto.

"Niente, lo giuro."

Mi giro verso mio fratello, con gli occhi ancora lucidi.

"Cosa ti ha fatto?" Chiedo.

Si gira tremante e vedo cosa gli ha fatto quella drogata. Ha un lungo taglio intorno all'occhio che si prolunga sino all'orecchio.

"Santo Dio." Dico coprendo con una mano la bocca.

Mi giro verso quell'essere spregevole che mi ritrovo in casa, o meglio chiamata 'madre'.

"Se lo tocchi ancora, me ne vado, e porto lui con me. Che sia chiaro, non toccarlo anche solo una volta, non provare a nasconderlo, se no ce ne andiamo. Per sempre. Come ha fatto papà." Dico piena di rabbia.

Mi giro e prendo il mio fratellino per mano e inizio a salire le scale.

"É colpa tua! É solo colpa tua! Sei una cretina che pensa solo a se stessa! É coloa tua!" Urla mia 'madre'.

So che sarebbe scattato. Daniel.

"Non é stata colpa sua mamma! Non é colpa sua! É successo punto e basta! Non devi dare la colpa a tua figlia!" Urla il mio fratellino minore.

"Si invece! É colpa sua! Solo colpa sua!" Urla la donna.

"Ce ne andiamo." Dico furiosa. Salgo le scale lasciando mio fratello sbigottito.

Picture.[h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora