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Non sono affatto abituata ai viaggi lunghi ed è per questo motivo che quando finalmente atterriamo in Bahrain, vorrei solo chiudere gli occhi e sprofondare nel letto della mia camera d'albergo.
Ma ciò non mi è possibile, almeno non prima di stasera.

Essendo giovedì infatti devo organizzare la conferenza stampa sia per Charles che per Carlos, ripetere insieme a loro ciò che possono o non possono rivelare e riportare tutto sui social.
Un gran bel da fare.

Quando entro nei box l'atmosfera è così tesa che per un attimo temo si possa strappare andando a creare qualcosa simile ad un portale per un universo parallelo.
Del resto è il primo weekend di gara dell'anno e ognuno di noi vuole che tutto sia svolto alla perfezione.

-Carlos la tua conferenza stampa è oggi alle 15, sarai insieme ad Ocon, Hamilton, Norris e Perez-
-Va bene- risponde pacato lo spagnolo.
-Dov'è Charles?- gli chiedo guardandomi intorno -dobbiamo "ripassare" per le interviste- aggiungo mimando con le virgolette la parola ripassare.
-Sta facendo il giro del circiuto in bici, credo finisca tra dieci minuti-
Alzo gli occhi al cielo, stanca del suo continuo fare tardi.

Alla fine Charles impiega più di dieci minuti per finire il giro e quando finalmente torna ai box, nota quasi subitola mia espressione contrariata.
Ma è quando mima un "che c'è?" con la bocca che mi ci vuole tutta la buona volontà del mondo per non tirargli niente addosso.
-Sei in ritardo- mi limito a dire -la tua conferenza stampa è alle 16, sarai insieme a Verstappen, Albon, Gasly e Schumacher-.
Lo vedo annuire.
-Adesso per cortesia andiamo di là a rivedere cosa vi è permesso dire-.
[...]

-Quindi vi è chiaro che su questo è meglio non sbilanciarsi?- chiedo ricevendo da parte di entrambi un cenno di approvazione.
È un'ora che siamo chiusi in questa stanza.
Un'ora in cui abbiamo ripetuto fino allo sfinimento quali sono le notizie che possiamo passare ai media e quali invece no.

Con un enorme sospiro riguardo per l'ultima volta l'articolo che posterò stasera sui canali ufficiali della ScuderiaFerrari, chiedendomi ancora se ciò che ho scritto possa andare bene.
In realtà ho scritto tutto sotto lo sguardo attento di Charles che una volta sedutosi al mio fianco, si è gentilmente offerto di farmi da assistente.
"Posso aiutarti con i particolari tecnici" mi ha detto, motivo per il quale ho accettato.

-Qui credo sia sbagliato- dice avvicinandosi di poco al mio viso, provocandomi migliaia di brividi su tutto il corpo.
-Dove?- chiedo senza girarmi per evitare di perdermi nei suoi occhi, dato la poca distanza che c'è tra noi.
-Qui- indica con il dito -non credi sia meglio restare neutri?- chiede.
-Credo di si, grazie- dico correggendo.
-Prego- dice tirando indietro la mano che accidentalmente mi sfiora il braccio, facendomi venire la pelle d'oca per la seconda volta in meno di un minuto.
-Hai freddo?- mi chiede poi.
-No, è l'aria condizionata- spero vivamente di non essere arrossita come un peperone.

La fine della giornata arriva prima di quanto credessi, quasi come una benedizione dal cielo.
Entrambi i piloti hanno fatto la loro conferenza stampa ed il mio articolo ha soddisfatto le richieste.

L'hotel dove alloggia il team Ferrari è a quindici minuti dal circiuto, motivo per cui decido di tornare a piedi.
L'aria della sera è fresca e tranquilla nonostante in lontananza si senta la musica proveniente dalle discoteche.
Ma quando sento qualcosa muoversi nei cespugli il mio corpo si paralizza.
-Chi c'è?- chiedo guardandomi attorno.
Spaventata inizio a camminare velocemente.
Per un attimo credo di essermelo immaginato, ma poi lo sento di nuovo.

-Boooo- Charles esce da un cespuglio mentre io urlo a pieni polmoni.
Il signorino qui davanti non fa altro che ridere mentre io incrocio le braccia al petto.
-Hai finito?- chiedo sarcastica mentre lui cerca di farsi serio.
-Scusa non ho resistito- dice assumendo un'espressione colpevole sul volto.
-Tranquillo- alla fine sorrido anche io -cosa ci fai qui? Mi stavi seguendo?- dico poi.

-In realtà si- dice alzando le spalle -ti ho vista lasciare il box da sola e non volevo che ti perdessi- continua a spiegare.
-So perfettamente dov'è l'albergo- dico mettendo le braccia al petto.
-Posso accompagnarti lo stesso?- mi chiede gentilmente.
-Si va bene- sorrido mentre entrambi ci incamminiamo verso l'hotel.

-Penso di non avertelo mai detto ma il tuo italiano è veramente...ottimo- dico piano, rompendo il silenzio venutosi a creare.
-beh..grazie- dice tranquillo - ma sai essere in team Ferrari da tanto tempo e lavorare praticamente con solo persone italiane aiuta-
-Stai facendo comunque un buon lavoro, non è da tutti imparare così in fretta-.
-Si ma essere monegasco ti agevola il lavoro, lì tanta gente parla italiano ed io diciamo che mi sono fatto un po' da autodidatta-
-Beh complimenti- dico a voce bassa mentre Charles mi sorride.

-Siamo arrivati- annuncia poi, distogliendo lo sguardo.
I miei occhi invece restano sulla sua figura, ed io mi rendo conto di quanto effettivamente sia un bel ragazzo.
Barbetta curata, mascella pronunciata, i capelli corvini un po' alla rinfusa e il naso leggermente all'insù; i suoi occhi che sembrano contenere il mare si girano verso di me, scrutandomi attentamente mentre io mi rendo conto di averlo fissato per forse troppo tempo.
Così abbasso subito lo sguardo, sicuramente rossa per l'imbarazzo.

Insieme ed in silenzio ci dirigiamo verso l'ascensore e una volta dentro, Charles mi chiede a che piano sia la mia camera.
-Ultimo piano- annuncio.
-Oh, come me allora- sorride.
E come se non bastasse, le nostre camere sono anche una di fronte all'altra.
Mi prendete in giro?

-Come ti senti per domani?- decido di chiedere prima di andare a letto.
-Beh sono un po' agitato ma sono solo le prove libere, avrò tempo di agitarmi durante le qualifiche di sabato- sorride.
Sul suo viso noto delle occhiaie, a prova del fatto che anche lui sia stanco dopo il lungo viaggio affrontato tra ieri notte e stamattina.
-Sono sicura che farai tutto benissimo- dico sicura di me.
L'ho visto durante i test prestagionali e credo che Charles sia uno dei talenti migliori in pista.
-Grazie- sorride.

Sto per entrare in camera quando sento qualcosa afferrarmi il polso.
-Helèna..?-
-Si?- la sua mano è ancora salda sulla mia pelle.
-No, non importa, buonanotte- dice lasciando la presa.
Lo fa con un gesto morbido, quasi come fosse una carezza.
-Buonanotte Leclerc-
-Sai che non mi piace se mi chiami col cognome-
-Si, lo so- sorrido sfacciata, entrando una volta per tutte all'interno della mia stanza.

Salve a tutti!!!
Ecco a voi il secondo capitolo della storia.
Volevo sapere se vi sta piacendo, se secondo voi ci sono cose da aggiungere o da correggere.
Se avete suggerimenti non esitate a scrivermi.
A presto con un nuovo capitolo!

Besitos ♥︎

My Dependence Is You || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora