IV

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Si squadrò lentamente, da capo a piedi. Per la buona riuscita del suo piano aveva deciso di indossare un paio di shorts di jeans bianchi e un top di pizzo nero, che metteva a nudo la schiena.
Aveva scelto di lasciare liberi e lisci i capelli: non le sarebbero servite a niente acconciature complicate.
Infilò un paio di comode Fila e uscì dall'appartamento.
Si diresse verso la sala principale, dove trascorse un'ora circa. Guardò il grande orologio che dominava la vista sulla sala: 9.35
S

i alzò da tavola, per la buona riuscita del suo piano si sarebbe dovuta trovare tra 20 minuti al magazzino principale.
Raggiunse l'edificio con calma, a quell'ora in giro per l'hotel non c'era quasi nessuno: tutti i villeggianti si trovavano o in stanza o nell'anfiteatro ad assistere allo spettacolo settimanale.
Si trovò davanti al magazzino, un grande edifico in legno con un paio di finestre ai lati, il tutto sormontato da un tetto in paglia.
Deborah socchiuse con cautela la porta principale, per poi infiltrarsi dentro e ripararsi dietro una pila di casse. Se tutto andava secondo i piani della ragazza, fra un paio di minuti da quella porta sarebbe dovuto entrare Miguel. La parte più complessa del suo piano si era già svolta senza intoppi, ora si trattava di svolgere la parte più divertente per la ragazza, la seduzione...si stava sistemando il top quando sentì la porta socchiudersi. Sporgendosi leggermente da dietro il io nascondiglio vide Miguel entrare nel magazzino spingendo davanti a sé un carrello contenente biancheria e lenzuola. La ragazza attese che lui passasse più avanti: era una strana sensazione poter spiare qualcuno da così vicino senza essere vista. Dopo qualche secondo si defilò da dietro le casse, uscendo allo scoperto. Per attirare l'attenzione del ragazzo fece cadere uno dei rastrelli appesi alla parete, provocando un rumore metallico che si spanse per tutta la stanza. Il maldiviano si girò di colpo, proprio mentre Deborah si chinava in maniera sensuale per raccogliere l'attrezzo. Lo appoggiò alla parete, per poi voltarsi ed esclamare con un sorriso:
"Ops!"
Si incamminò verso Miguel, lentamente, gustandosi quei pochi metri che la separavano da lui.
Lo raggiunse, spingendolo gentilmente verso la parete. Sollevò la maglietta del ragazzo con due dita, successivamente infilò tutta la mano per farla saettare lungo il busto del ragazzo. Percepiva i lineamenti affilati e duri dei muscoli, la pelle lievemente sudata. Il respiro di Miguel si stava appesantendo, rallentando di secondo in secondo.
"Ecco, ci siamo" pensava Deborah. Questione di istanti e le loro labbra si sarebbero toccate.
"No.."
Alla ragazza era parso, per un momento, che il maldiviano avesse sussurrato qualcosa.
Lasciò perdere, oramai lo spazio fra le punte dei loro nasi si misurava con un un'unghia...
"No, Deborah"
Ora ne era sicura.
"Hai detto qualcosa?" gli chiese.
"Non è giusto, mi conosci da 2 giorni, non è giusto.."
"Miguel non è difficile. Ho scoperto, casualmente, meno di 48 ore fa che mio marito mi tradisce da chissà quanto tempo. Te sei la mia vendetta. Io voglio te."
"Ti capisco..."
Gli occhi del ragazzo si assottigliarono, lei capì che stava pensando. Nella testa di lui si profilò un piano.
"Domani sera mi hanno assegnato la pulizia delle camere nella tua zona, ho circa 2 ore per occuparmi di tutti gli edifici."
"Okay..." Deborah iniziava a capire dove Miguel andava a parare.
Il piano era relativamente facile. Miguel avrebbe fatto il giro delle stanze fino a quella della ragazza. A quel punto avrebbe finto un malore, per far passare l'incarico ad un altro inserviente. Si sarebbe diretto verso l'infermiera, per poi deviare, compiere un sentiero alternativo e tornare alla camera di Deborah, che per quell'ora si sarebbe liberata, permettendo a Miguel di entrare senza problemi ed aspettare Deborah.
Alla ragazza si illuminarono gli occhi. Non avrebbe mai immaginato la reazione del maldiviano, ma la soluzione finale le piaceva ancor più del suo piano originale.
"A domani allora..."
"Si.."
Lui la stava superando per uscire dal magazzino.
Con un gesto improvviso lei lo afferrò per una mano, tirandolo a sé, baciandolo con passione.
Fu solo un bacio, ma la ragazza voleva fargli capire esplicitamente che questo era solo un minuscolo assaggio di cosa lo avrebbe atteso la sera successiva. Lui rise lievemente, ma questo si trasformò quasi subito in un sorriso carico di significato.
Appena lui uscì dalla porta, Deborah si lasciò scivolare lungo la parete, tirando un sospiro.
"Devo dormire assolutamente" pensò. Voleva essere pronta per domani.

Racconto erotico #3. Deborah e Miguel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora