"Convivenza Difficile"

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I primi mesi con Alec non andavano molto bene: lui tornava sempre tardi dal lavoro dicendomi che lo faceva per guadagnare di più, per ristrutturare quel buco in cui vivevamo.
In quel periodo sua mamma stava poco bene ed io avevo paura che mia mamma fosse scoperta da mio padre: ci vedevamo di nascosto e mio padre non avrebbe mai dovuto saperlo altrimenti avrebbe cacciato anche lei.
Furono molto duri quei mesi.
Io e Alec ci vedevamo, ormai, 2 ore al giorno: non parlavamo nemmeno più visto che diceva ripetutamente che era stanco e non aveva voglia di parlare e dopo aver finito di cenare andava subito a dormire.
Io ero stanca di quella solita routine.
Il pomeriggio almeno c'era mia mamma che mi distraeva un po' o la mia carissima amica Molly.
Molly c'è sempre stata per me, sia nei momenti belli che nei momenti brutti ed è l'unica di cui mi fido ciecamente.
Passavamo tutti i giorni insieme, anche quando c'era mamma la invitavo a casa perché aveva un bellissimo rapporto anche con lei visto che ci conoscevamo dall'età di 10 anni.
Anche se loro riuscivano a distrarmi in qualche modo, ci fu un periodo in cui Alec non faceva rientro a casa scusandosi dicendomi che doveva rimanere accanto alla madre malata.
Io comprendendo le sue preoccupazioni per la mamma, decisi di non parlargli dei miei problemi, di quanto mi mancava stare con lui, di quanto ero triste.
Una sera, per informarmi sulla salute di mia suocera e per avere la certezza che Alec fosse lì, chiamai mia suocera che, dopo avermi detto di stare meglio, mi disse che Alec nn stava lì.
Pensai subito "DOVE STA?!", iniziai a chiamarlo, ma non rispondeva.
Ero incazzata nera: decisi di aspettare il suo rientro.
00:00.
01:00.
01:53.
02:15.
Alec non era ancora tornato.
Continuai a chiamarlo senza tregua, fino a quando non sentii il rumore della porta.
Corsi subito di là e mi accorsi che era ubriaco.
"DOVE CAZZO SEI STATO? PERCHÉ SEI UBRIACO?" gli urlai contro.
Lui, all'improvviso, iniziò a spaccare tutto: bicchieri, piatti, sedie.
Quelle poche cose che avevamo lui le spaccò.
In preda alla rabbia gli diedii uno schiaffo e mentre stavo andando a prendere la mia valigia per andarmene lui mi spinse contro il muro.
Nonostante mi strattonò forte, continuava a non prendere sul serio quello che stava accadendo.
Allora, in fretta e furia, senza valige, corsi da Molly.
Erano le 02:42 e Molly mi venne ad aprire il portone tutta spaventata chiedendomi cosa fosse successo.
Io, piangendo, le raccontai tutto l'accaduto.
Lei mi disse che dovevo andarmene da quella casa e che sarei dovuta sparire dalla vita di Alec: non mi meritava.
Aveva ragione, non mi meritava.
Restai una notte insieme a lei, ma non riuscii a chiudere occhio pensando a come mi avesse trattata.
"Perché non mi racconta dei suoi problemi?"
I pensieri negativi mi assalirono e sprofondai in un mare di pianto, fin quando non mi addormentai.
Mi svegliai sperando che fosse tutto un brutto sogno, invece, ero lì, da Molly.
La mia amica mi aveva preparato la colazione e dei vestiti nuovi da mettermi, ma io non accettai perché sarei dovuta tornare prima o poi a casa a prendere le mie cose.
Dissi a Molly che sarei andata a casa mia a prendere le mie cose e poi avrei trovato un posto dove stare in modo da non disturbare nessuno.
Avrei approfittato che lui non fosse stato a casa per preparare le valige e lasciargli una lettera di addio.
Non lo volevo vedere mai più .
Mentre salutavo Molly, bussò il campanello.
Era lui.
Alec era lì.
"Ma che ne sapeva Alec di dove abitasse Molly?", pensai, ma avevo così tanta voglia di prenderlo a sberle e di dirgli che non volevo stare più con lui che dimenticai quel pensiero.
"Come hai potuto farle questo?" Gli disse Molly, molto arrabbiata.
Io dissi a Molly di non preoccuparsene, l'avrei sistemato io per le feste, ma non mi fece nemmeno iniziare a parlare che, piangendo, mi disse che la mamma aveva un tumore al polmone e lui, dalla tristezza, era andato in un piccolo bar a bere una birra, poi due, poi tre...e purtroppo non se ne rese conto fino a tornare a casa in quel modo.
Non sapevo cosa fare e dire: le sue parole mi avevano demoralizzata.
Mi dispiaceva troppo per sua mamma e, nonostante tutto, anche per lui.
Se solo me l'avesse detto prima.
Però stavolta pensai che era finito il tempo di nascondere le proprie opinioni, i problemi che avevo anch'io.
Gli dissi tutto quello che stavo passando.
Gli dissi anche che sapevo che i miei problemi non erano paragonabili ai suoi, ma io, se fossi stata in lui, avrei preferito parlarlarne con qualcuno e non ubriacarmi con la speranza di dimenticare.
"Perché non ne parli mai con me dei tuoi problemi?" Gli chiesi.
Lui rispose dicendo che aveva capito i suoi errori e che avrebbe provato a cambiare.
Lo perdonai, comprendendolo ancora una volta.
Salutai Molly con un caldo abbraccio, ringraziandola ancora per tutto quello che aveva fatto per me.
Mi bació la fronte e, subito dopo, mi portò in macchina.
Tornammo a casa ed era molto felice.
Mi disse che gli ero mancata tutta la notte e che aveva già rimediato ai piatti, ai bicchieri e alle sedie.
Aveva comprato già tutto e riparato i danni, ma mi aggiunse che mi aspettava un'altra sorpresa.
Arrivai a casa ed era tutto in ordine, inoltre sul tavolo c'era un mazzo di fiori con dentro un bigliettino, sul quale c'era scritto "Vuoi Sposarmi?"
Io piansi dalla felicità, dalla rabbia, per tutto, ma gli dissi senza pensarci: "Si, Voglio Sposarti!".
Non ero così felice da tantissimo tempo.
Sarebbe cambiato tutto con il matrimonio, con un bambino, con una casa finalmente nostra e arredata bene...
Il mio sogno si stava per avverare.
Gli saltai addosso e, dopo tanto tempo, facemmo l'amore.
La sua bocca fredda sul mio corpo mi fece rabbrividire ed eccitare come se fosse stata la prima volta .
Ci baciammo senza mai fermarci.
Sentii, finalmente, le sue braccia robuste abbracciarmi forte, la sua pelle morbida su di me e lui dentro di me.
Mi mancava tutto questo, mi mancava lui!
Quello fu per me,anzi per noi, un vero inizio!

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